Economici? Non tutti, siamo sinceri. Recenti? Quasi tutti, così da aumentare le probabilità che siano attualmente disponibili e pronti a tuffarsi nel vostro scalpitante carrello natalizio.
Avremmo potuto fare la lista de “I libri che proprio devi leggere se sei un autentico appassionato di fotografia”, ma non è questo il giorno. Avremmo potuto stilare un elenco de “I più introvabili e invidiabili pezzi da collezione”, ma non è questo il giorno, perché si sa… a Natale siamo tutti più poveri.
Eccoci qui, dunque, nel giorno de “I libri di fotografia che potresti regalare a Natale se sei capace di non cedere alla tentazione di ficcarli nella tua libreria perché, in fondo, è Natale anche per te”.
Quella che vi proponiamo è una colorita selezione di libri di fotografia che accoglie saggi, manuali, pubblicazioni d’autore, cataloghi di mostre e volumi per bambini e ragazzi prevalentemente pubblicati tra il 2023 e il 2024, ma senza rinunciare a qualche “pezzo” strappato alle annate precedenti perché comunque sfizioso, o particolarmente attuale.
Per ogni volume troverete l’immagine di copertina, le specifiche tecniche, la sinossi pubblicata dalla casa editrice e, quando disponibile, una selezione di immagini.
Come accade per i nostri pezzi dedicati alle mostre fotografiche consigliate da FOTO Cult, questo articolo sarà in continuo aggiornamento fino al 24 dicembre 2024, quindi – se vi va – tornate ogni tanto a dare un’occhiata.
E allora scaldate il mouse, o la suola delle scarpe se contate di raggiungere fisicamente la vostra libreria di fiducia e… buona lettura!
Si parte da un libro capace di emozionare chiunque…
La madre attesa
di Irene Alison
A cura di Laia Abril
Fotografie di Irene Alison
Formato 16,5×22,5 cm
Pagine 168
Illustrazioni 100 fotografie | 12 disegni
Prezzo 35 euro
Lingua italiano
Editore Postcart
Data pubblicazione 1° gennaio 2023
ISBN 9788831363518
Mamma, facciamo finta che io ero di nuovo piccola piccola come quando sono uscita dalla tua pancia?
Amore, ti ricordi che non sei uscita dalla mia pancia, vero?
Si, mamma. Ma che ci importa? Noi facciamo finta.
La madre attesa è un viaggio, quello che da Bogotà ha portato nella sua nuova casa romana la piccola Lina Isabel. Ma è anche il viaggio di Irene Alison che nel 2019 ha adottato Isabel. Un viaggio alla scoperta della maternità, un romanzo per immagini, sapientemente realizzate e scelte dall’autrice, che l’hanno accompagnata alla scoperta di un’altra sé, che forse non credeva nemmeno esistesse.
Il 23 ottobre del 2019 ho incontrato per la prima volta mia figlia. Aveva cinque anni, un vestito di poliestere rosa e i capelli che sembravano cuciti alla testa in un milione di piccole trecce. Come madre, sono nata tra le mura di un ufficio di una palazzina bassa di Bogotá, Colombia, addobbata per l’occasione con i palloncini che, qualche minuto prima, io e mio marito ci eravamo affrettati a gonfiare, col fiato corto e la gola secca per l’emozione. Dopo un percorso di tre anni e mezzo per gli impervi sentieri dell’adozione, finalmente era arrivato il nostro momento: l’incontro con la bambina tanto attesa. Ma quello che pensavo essere un approdo, si è rivelato essere un punto di partenza. Indipendentemente dall’appartenenza genetica, quello tra una madre e un* figli* può non essere un amore a prima vista. Avere un* figli* – persino se desiderat* e conquistat* con la determinazione che l’adozione richiede – non significa diventare madre. Questa scoperta, dopo tanta fatica per arrivare a incontrarsi, mi ha fatto sentire svuotata, inadeguata, arrabbiata, colpevole.
Con queste parole Irene Alison apre il suo libro, ma anche un dibattito. Sulla difficoltà di diventare madre, di perdere la propria indipendenza per dedicarsi completamente ad un’altra persona. Ma soprattutto sul percorso di costruzione di una nuova identità, quella di madre, percorso non sempre facile e privo di ostacoli. La stanchezza, il senso di inadeguatezza, la paura di non essere in grado di portare a compimento ogni giorno il compito di essere mamma, si scontrano con le emozioni più forti, con l’amore che solo un legame come quello tra mamma e figlia può creare. In questa altalena di emozioni e sensazioni si interroga l’autrice, raccontando al lettore, attraverso una selezione di immagini scelte tra le centinaia che ha scattato in questi anni, il suo nuovo, lungo e bellissimo viaggio, in cui non si smette mai di imparare.
La fotografia, in questo cammino, è stata la lingua con cui ho provato a parlarle quando mi sembrava di non avere parole, è stata il ponte grazie al quale ho iniziato ad avvicinarmi a lei, quando mi pareva che una distanza incolmabile ci separasse.
Giornalista professionista e photo-consultant, Irene Alison è nata a Napoli nel 1977. Direttrice creativa dello studio di consulenza e progettazione fotografica DER*LAB, Irene è docente all’Istituto Europeo del Design (IED) di Roma e collabora come tutor e consulente con alcune delle maggiori scuole di fotografia italiane (Isfci, Rufa, Scuola Romana di Fotografia a Roma e Fondazione Studio Marangoni a Firenze, tra le altre). Come redattrice, ha lavorato per il Manifesto e per D, La Repubblica delle Donne. Da freelance ha realizzato, insieme ai fotografi, reportage apparsi su Geo France, The Independent, l’Espresso, D, XL, Marie Claire e Riders. I suoi articoli di critica fotografica sono stati pubblicati da testate come La Lettura de Il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore e Pagina99. Ha pubblicato due saggi di approfondimento fotografico, My generation (Postcart, 2012) e iRevolution (Postcart, 2014). Nel 2022 è uscito negli Stati Uniti per Yoffy Press Holding Time, libro realizzato a quattro mani con la fotografa Catherine Panebianco, di cui Irene è autrice dei testi. È stata curatrice del ciclo espositivo SuperNatural al Rifugio Digitale di Firenze, galleria del Gruppo Archea dedicata alla fotografia contemporanea. Ama gli animali, e le loro rappresentazioni culturali e iconografiche, e ne parla nel suo blog Zazie Dogzine.
Dear God, the Parthenon is still broken
di Yorgos Lanthimos, dal set di Povere Creature!
Fotografie di Yorgos Lanthimos
Formato 24x30cm
Pagine 120
Prezzo 55 euro (edizione speciale in 100 copie 495 euro)
Lingua inglese
Editore VOID
Data pubblicazione 1° luglio 2024
ISBN 978-618-5479-33-6
Dear God, the Parthenon is still broken è un racconto fotografico del regista Yorgos Lanthimos.
Sebbene sia stato creato sul set del film Poor Things (Povere Creature!) a Budapest, il libro abita un mondo a parte, senza costrizioni di tempo e luogo.
Le fotografie si muovono tra il bianco e nero e il colore, generando l’impressione di un sogno a occhi aperti che oscilla tra passato e presente, mentre i molteplici strati tra realtà e finzione si svelano gradualmente.
Il film è stato ambientato in diversi luoghi della fine del XIX secolo, tra cui Londra, Lisbona, Marsiglia e una nave da crociera, tutte ricreate a Budapest. Le città, insieme agli interni ricostruiti fanno da sfondo alle fotografie. I personaggi popolano le città immaginarie, mentre gli schermi precari, le impalcature, le attrezzature, le luci e la troupe sono visibili ai margini delle immagini. Lanthimos ha intenzionalmente allargato l’inquadratura per mostrare l’artificio e costruire una nuova storia nella storia. Per rispecchiare questo aspetto, la pubblicazione è stata progettata con pieghevoli che rivelano i costrutti attorno ai personaggi, offrendo al lettore un libro nel libro.
Il titolo del libro deriva dal testo di una cartolina che la protagonista Bella Baxter avrebbe dovuto inviare al padre, “God” Baxter, da Atene. La scena, però, è stata tagliata dalla versione finale del film. Il libro si apre con una poesia inedita di Patti Smith, ispirata al film.
Yorgos Lanthimos è nato ad Atene, in Grecia. Creativo e versatile, oltre a dirigere video musicali e di danza, spot televisivi, cortometraggi e spettacoli teatrali, ha anche fotografato editoriali e campagne di moda. Il suo esordio è avvenuto con il film Dogtooth (2009), che ha ottenuto il premio Un Certain Regard a Cannes e una nomination agli Oscar. The Lobster (2015) ha vinto il Premio della Giuria a Cannes e gli European Film Awards. A questo ha fatto seguito The Favourite (2018), che è valso l’Oscar a Olivia Colman. Il suo ultimo film, Poor Thing”, ha vinto il Leone d’Oro a Venezia e quattro Oscar. Dear God, the Parthenon is still broken (Void) è la prima monografia fotografica di Lanthimos.
Francesca Woodman
di Bertrand Schefer
Testi di Bertrand Schefer
Traduzione di Andrea Franzoni
Formato 15,5x23cm
Pagine 68
Illustrazioni –
Prezzo 14 euro
Lingua italiano
Editore Johan & Levi
Data pubblicazione 29 marzo 2024
ISBN 978-88-6010-351-2
In un racconto breve e intimista, Bertrand Schefer assembla i frammenti di una vita delineando il ritratto di un’icona del XX secolo, pioniera della fotografia performativa, che morì lasciando dietro di sé un’opera immensa.
“La storia non è nell’immagine, ma nel nostro rapporto con l’immagine, in ciò che essa deposita in noi”, scrive Bertrand Schefer, che alla fine degli anni Novanta vede per la prima volta alcuni scatti di Francesca Woodman e ne rimane folgorato.
Quelle fotografie, per lui così respingenti in un primo momento, tornano negli anni a interrogarlo, a tormentarlo, incessanti come gocce, persistenti come un’ossessione amorosa. Si ripromette di scrivere un giorno su di lei, per far luce sull’enigma che incarna, per salvarla dall’oblio. Non è della sua fotografia che vuole parlare, è lei che vuole riportare in vita, anche solo per qualche attimo.
Come un archeologo insaziabile, riesuma allora tutto quanto può aiutarlo a ricostruire quella “storia mancante”; una storia in cui il flusso dei propri ricordi personali, innescati dalla figura sfuocata e irraggiungibile di Francesca, si mescola alla vicenda biografica della giovane fotografa: l’infanzia in Colorado, il legame forte con l’Italia, i genitori, anche loro artisti, la prima macchina fotografica, gli anni formativi alla scuola d’arte, il soggiorno romano che porta a maturazione un temperamento così singolare. Francesca si distingue dalla massa, atipica ovunque vada. Nei suoi vestiti d’epoca sbiaditi si ritrae di volta in volta come una presenza fantasmatica, ineffabile, sensuale, anacronistica, già consapevole che non è il mondo contemporaneo lo scenario in cui troverà la propria dimensione. Se la sua arte è il motore che la muove, è anche il veleno che la consuma, la prigione da cui un giorno del 1981 riuscirà a liberarsi aprendo la finestra del suo sgangherato appartamento, a soli ventitré anni, lasciando dietro di sé un’opera immensa.
Bertrand Schefer è un romanziere e saggista, autore di numerosi testi sull’esperienza delle immagini, fra i quali La Photo au-dessus du lit (2014) e Disparitions (2020). Filosofo di formazione, ha consacrato i suoi primi lavori alla riscoperta di testi fondamentali del Rinascimento, in particolare quelli legati alle questioni della rappresentazione e del visibile. Ha tradotto per la prima volta in francese opere di autori classici italiani come Pico della Mirandola e Marsilio Ficino. Nel 2003 è uscita in Francia la sua traduzione dello Zibaldone di Leopardi.
Intelligenza Artificiale e Fotografia
di Alessandro Curti e Alessio Fusi
Testi di Alessandro Curti e Alessio Fusi
Formato 11,5×19,5cm
Pagine 104
Illustrazioni –
Prezzo 19 euro
Lingua italiano
Editore Seipersei Edizioni
Data pubblicazione 4 marzo 2024
ISBN 9791281174160
Stiamo assistendo a una sinergia senza precedenti tra Intelligenza Artificiale e arte fotografica. Questa connessione profonda, che va ben oltre la questione tecnica, sta plasmando in modo significativo il nostro rapporto con le immagini, ridefinendo paradigmi estetici, professionali e giuridici.
Questo saggio suggerisce una riflessione con l’intento di provare a fare luce su alcuni interrogativi. Quale direzione stanno prendendo le immagini nella società digitale? Come cambia il linguaggio della fotografia? Quali scenari filosofici e legali si aprono e quali evoluzioni possono emergere? Come cambiano le professioni legate alla fotografia? Inoltre, il saggio propone conversazioni e approfondimenti attraverso interviste a professionisti nel campo della fotografia, per offrire al lettore una panoramica chiara sulle sfide e le opportunità che stanno emergendo nella produzione e nell’interpretazione delle immagini.
Conversazioni con: Andrea Baioni, Luisa Bondoni, Alfredo Bosco, Joan Fontcuberta, Cristina Manasse, Michele Smargiassi, Filippo Venturi.
Nato a Milano nel 1991, laureato in Lettere, Alessandro Curti è giornalista e socio della galleria milanese STILL dal 2014. Content Editor per il Photo Grant di Deloitte, insegna Storia della Fotografia nei corsi di Fashion Design e Fashion Stylist and Communication a IED Milano e ha collaborato con Raffles Milano – Istituto di Moda e Design. Già redattore per le riviste mensili IL FOTOGRAFO, N Photography, Rolling Stone Italia, Lampoon, ArtsLife, The Pitch e Maremosso, oggi è caporedattore per Black Camera, web magazine dedicato al mondo della cultura fotografica. Nel 2021 ha scritto il saggio “Il futuro degli archivi fotografici e la memoria digitale”, edito da Seipersei.
Studioso di storia della fotografia e delle ultime tendenze dell’arte contemporanea, Alessio Fusi vive e lavora a Milano, dove si occupa della curatela di mostre fotografiche, dell’art direction di libri d’autore, iniziative culturali e ricerche iconografiche e testuali. Art Director per il Photo Grant di Deloitte, è stato docente in Photographic Language and Technique presso Raffles Milano e attualmente lavora con IED Milano.
Ruth Orkin. Bike Trip, USA, 1939
A cura di Clément Chéroux
Fotografie di Ruth Orkin
Formato 22x20cm
Pagine 128
Illustrazioni 150
Prezzo 45 euro, scontato a 42,75 euro
Lingua inglese
Editore Silvana Editoriale
Data pubblicazione 8 ottobre 2023
ISBN 9788836656066
All’età di 17 anni, Ruth Orkin viaggiò attraverso gli Stati Uniti da sola, con nient’altro che la sua bicicletta, la sua attrezzatura fotografica e 25 dollari in tasca. Il progetto inaugurale di una delle più grandi fotografe americane del XX secolo viene presentato qui per la prima volta.
Nell’arco di quattro mesi scattò 350 fotografie: scene urbane, numerosi autoritratti e suggestive composizioni incorniciate dalla sua bicicletta. In ogni città che visitò, i giornali locali si occuparono della sua storia, intervistandola e fotografandola. Grazie a questa inaspettata pubblicità, è stata invitata ovunque, le sono stati regalati biglietti per spettacoli e ha persino ricevuto una nuova due ruote.
L’obiettivo dichiarato della Orkin alla partenza era quello di visitare l’Esposizione Universale di New York, ma l’avventura transcontinentale si rivelò molto più decisiva. Fu un momento decisivo nella sua crescita personale e artistica, a conferma del vecchio adagio: non è la destinazione, è il viaggio.
Ruth Orkin (1921–1985) è stata una fotoreporter, fotografa e regista statunitense. Nel corso della sua carriera ha fotografato spesso per le strade della città di New York, oltre a ritrarre musicisti e personaggi famosi, come Lauren Bacall, Doris Day, Ava Gardner, Tennessee Williams, Marlon Brando e Alfred Hitchcock. Orkin è stata anche una regista e ha realizzato, fra gli altri, Little Fugitive, nel 1952 con suo marito, Morris Engel. Lo scatto più iconico della fotografa è American Girl in Italy, nel quale Ninalee Craig (nota a quel tempo come Jinx Allen) camminando per una strada di Firenze passa davanti ad un gruppo di giovani uomini italiani intenti ad occhieggiarla.
Fotografia naturalistica. L’arte di ritrarre e raccontare la natura
di Lello Piazza e Sergio Pitamitz
Testi di Lello Piazza e Sergio Pitamitz
Fotografie di contributi vari
Formato 20×25,5cm
Pagine 272
Prezzo 35 euro
Lingua italiano
Editore Apogeo
Data pubblicazione 29 ottobre 2024
ISBN 9788850337644
Dai grandi felini africani agli uccelli che popolano fiumi e laghi, dai ghiacci dei poli alle foreste tropicali brulicanti di vita, dai mammiferi marini agli abitanti di prati e boschi alpini: la natura che ci circonda è fonte di meraviglia e per riuscire a ritrarla e raccontarla è necessario non solo saper utilizzare l’attrezzatura fotografica corretta, ma anche conoscere e rispettare il comportamento animale, gestire le diverse condizioni atmosferiche, mimetizzarsi con l’ambiente e sfruttare le condizioni di luce per cogliere l’attimo perfetto.
In questo manuale i due esperti di fotografia naturalistica, Lello Piazza e Sergio Pitamitz, accompagnano alla scoperta di ogni aspetto di questo genere, con una particolare attenzione all’etica e al ruolo della fotografia al servizio della conservazione. Si va dell’attrezzatura al workflow, dalle tecniche base a quelle avanzate, dall’organizzazione di uscite nelle aree naturali più prossime fino ai grandi viaggi nelle regioni più remote del pianeta. Il testo è arricchito dai contributi e dagli scatti fotografi naturalisti di fama mondiale: da Steve Winter a Ami Vitale, da Brian Skerry a Jasper Doest, Javier Aznar, Karine Aigner e Kathy Moran. Con immagini spettacolari, descrizioni precise e preziosi consigli, la guida definitiva per imparare a ritrarre e raccontare lo spettacolo della natura.
Sergio Pitamitz da oltre vent’anni documenta le questioni ambientali e la fauna selvatica. Fotografocollaboratore di National Geographic e membro di iLCP – International League of Conservation Photographers, è stato pubblicato su importanti riviste come National Geographic, BBC Wildlife, , Time e ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali.
Lello Piazza, docente di Probabilità e Statistica presso il Politecnico di Milano, è stato per più di vent’anni il direttore della fotografia di Airone e il titolare della rubrica Fotografare la natura. Ha curato mostre fotografiche internazionali con gli scatti di importanti fotografi, da Frans Lanting a David Doubilet. Scrive di fotografia naturalistica per Gardenia ed è membro di diverse giurie fotografiche.
Una giusta distanza
Robert Capa. La storia del più grande fotoreporter di guerra raccontata ai ragazzi
di Luca Cognolato e Silvia Del Francia
Testi di Luca Cognolato e Silvia del Francia
Formato 14×19,5cm
Pagine 160
Illustrazioni
Prezzo 12 euro
Lingua italiano
Editore Einaudi Ragazzi
Data pubblicazione 1° ottobre 2024
ISBN 9788866568490
A cavallo tra biografia e romanzo, Una giusta distanza racconta le vicende di Robert Capa durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale ed esplora le molteplici sfumature della guerra e della sofferenza umana.
Armato solo della sua macchina fotografica, Capa corre gli stessi rischi di quei soldati che forse non torneranno mai a casa: segue gli Alleati in Nord Africa, si fa paracadutare in Sicilia e risale l’Italia, a ridosso della linea del fronte, è con le prime ondate di sbarco in Normandia, è nella Parigi appena liberata, a Lipsia e nei campi di concentramento – dove l’orrore sarà tale che il reporter non riuscirà a scattare nemmeno una foto.
Una giusta distanza mette in luce anche l’evoluzione delle riflessioni di Capa: come si può rappresentare la realtà della guerra in modo fedele? Esiste davvero una verità? Esiste la foto perfetta? Per Robert Capa, inizialmente, la risposta è sì: basta andare il più vicino possibile all’azione.
Finché non si rende conto che una foto racconta sempre solo una parte della verità. E che in certi casi è necessaria una giusta distanza per non banalizzare la realtà.
Una giusta distanza è una profonda riflessione sulla guerra e sul male, sulla necessità e possibilità di raccontare l’orrore senza banalizzarlo e senza tradire la verità.
Di seguito un estratto:
“- Anche questa è un’arma, in un certo senso. A seconda di quello che mostra può ferire. Può fare anche dei morti. (…) Una foto non racconta la verità, ma una delle verità possibili. A seconda di quello che fai vedere e di quello che nascondi, la realtà cambia.
– Vuoi dire che esistono foto bugiarde? – il sergente rise.
– Le foto mentono, come gli uomini che le fanno, come quelli che le mettono nei giornali, come quelli che le commentano. È per questo che scrivo le note che accompagnano i miei negativi e mi incazzo quando vengono tagliate senza rispettare l’inquadratura originale. Una foto può portare pace o guerra.”
Luca Cognolato è nato nel 1963 a Marghera. Insegna italiano e storia in un istituto superiore, dopo essere stato docente in una scuola media e aver svolto lavori diversi, più o meno interessanti. È scrittore di numerosi libri per bambini e ragazzi. Ha ricevuto il Premio Bancarellino per L’eroe invisibile (Einaudi Ragazzi), scritto a quattro mani con Silvia del Francia.
Silvia Del Francia è nata a Padova nel 1966. Libraia per molti anni, oggi lavora in una cooperativa sociale. Ha scritto numerosi libri per bambini e ragazzi e ha ricevuto il Premio Bancarellino per L’eroe invisibile (Einaudi Ragazzi), scritto a quattro mani con Luca Cognolato.
Viaggio in Italia
A cura di Luigi Ghirri, Gianni Leone, Enzo Velati
Testi di Arturo Carlo Quintavalle e Gianni Celati
Fotografie di contributi vari
Formato 21x26cm
Pagine 132 + fascicolo di 48 pagine con le traduzioni in lingua inglese e francese dei testi originali
Prezzo 42 euro
Lingua italiano, inglese e francese
Editore Quodlibet
Data pubblicazione 20 novembre 2024
ISBN 978-88-229-2281-6
In occasione dei quarant’anni dalla sua prima edizione, Quodlibet ripubblica Viaggio in Italia. Ideato da Luigi Ghirri, uscito per la prima e unica volta nel 1984, è un caposaldo della storia della fotografia contemporanea. Le idee che lo guidarono sono il manifesto della Scuola italiana di paesaggio.
Agli inizi degli anni Ottanta Luigi Ghirri raccoglie intorno a sé un gruppo di venti fotografi che già dalla fine del decennio precedente sperimentavano modi non convenzionali di rappresentare la realtà e i cambiamenti sociali in atto un po’ ovunque nel Paese. Il confronto darà vita alla mostra collettiva Viaggio in Italia, inaugurata il 15 gennaio del 1984 alla Pinacoteca Provinciale di Bari e riproposta a Genova, Ancona, Roma, Napoli e Reggio Emilia. L’esposizione era accompagnata dall’omonimo volume, disegnato da Ghirri e Paola Borgonzoni, con un saggio di Arturo Carlo Quintavalle e uno scritto di Gianni Celati.
Il bacio di Giuda
di Joan Fontcuberta. Con presentazione di Michele Smargiassi
Testi di Joan Fontcuberta
Fotografie di contributi vari
Formato 13,2×20,2cm
Pagine 184
Prezzo 16 euro
Lingua italiano
Editore Mimesis
Data pubblicazione 26 gennaio 2022
ISBN 9788857584478
“L’obiettivo di Fontcuberta è demolire radicalmente il fallace paradigma verosimilista con cui abbiamo finora guardato e usato le fotografie.”
Michele Smargiassi
In un percorso articolato in otto saggi critici sulla fotografia, Joan Fontcuberta riflette sulla creazione delle immagini e sulla cultura che le vorrebbe espressione della verità e prova dell’esistente. In opposizione al senso comune, Fontcuberta mette in dubbio l’idea di fotografia come specchio della realtà ed espressione della verità e il ruolo stesso del fotografo, che, crudelmente, dell’anima di ciò che ritrae restituisce soltanto una forma esteriore. Proseguendo con esempi tratti da vari ambiti della cultura – letteratura, cinema, teatro – l’autore mette in parallelo fotografia e scrittura e illustra i modi in cui l’immagine rappresenta o, piuttosto, semplicemente attrae.
Il bacio di Giuda segna l’inizio di un percorso di disvelamento della natura ingannevole insita nella fotografia. Non si tratta di disinnescare le fake news, ma di demolire radicalmente il fallace paradigma verosimilista che attribuiamo alle immagini, dato che la fotografia “mente sempre, mente per istinto, mente perché la sua natura non le permette di fare diversamente”.
Joan Fontcuberta, fotografo, saggista, curatore di mostre, è stato fondatore e caporedattore della rivista Photovision. È autore di testi critici sulla fotografia, di cui esplora e manipola i confini tra reale e illusorio, verità e finzione. Interprete della fotografia contemporanea, premiato a livello internazionale, Fontcuberta ha esposto, tra gli altri, al MoMA di New York e allo Science Museum di Londra.
La Dispute
di Alain Laboile e Victoria Scoffier
Fotografie di Alain Laboile
Testi di Victoria Scoffier
Formato 26x29cm
Pagine 76
Prezzo 19 euro
Lingua francese (testi per bambini, estremamente semplici)
Editore Les Arènes
Data pubblicazione 18 ottobre 2017
ISBN 9782352046714
Nil e il suo gatto Matou Cachou sono i migliori amici del mondo. Fuori, vivono mille e una avventura. Un giorno, però, scoppia un litigio. La bambina e il gatto devono imparare a vivere l’uno senza l’altro. Fortunatamente, i litigi non durano mai a lungo…
La Dispute è un racconto fotografico per bambini, illustrato con le immagini di un ecceionale fotografo. Gli scatti di Alain Laboile sono ricchi di emozioni e parlano di un’infanzia selvaggia, ma completamente reale: i soggetti delle sue fotografie sono i sempre i suoi figli, immortalati nel pieno delle loro attività senza mai pretendere che stiano in posa. Victoria Scoffier, ispirata dalle immagini dell’autore, ha tessuto una storia per i più piccoli.
Nato il 1° maggio 1968 a Bordeaux, in Francia, Alain Laboile è fotografo e padre di sei figli.
Nel 2004, dovendo mettere insieme un portfolio del suo lavoro di scultore, ha acquistato una macchina fotografica, sviluppando così il gusto per la macrofotografia, stimolato dalla sua passione per l’entomologia.
In seguito, ha puntato l’obiettivo sulla sua famiglia in crescita, che è diventata il suo soggetto principale: una vita ai confini del mondo, dove si incontrano l’atemporalità e l’universalità dell’infanzia.
The Fire Next Time
di James Baldwin, con le fotografie di Steve Schapiro
Testi di James Baldwin
Fotografie di Steve Schapiro
Formato 14,1×19,5cm
Pagine 192
Prezzo 15 euro
Lingua inglese
Editore Taschen
Data pubblicazione 18 ottobre 2024
ISBN 978-3836596992
Pubblicato per la prima volta nel 1963, The Fire Next Time di James Baldwin pugnalava al cuore il cosiddetto “problema negro” americano.
Notevole per la sua prosa magistrale e per il suo resoconto franco e personale dell’esperienza negra negli Stati Uniti, è considerato una delle più appassionate e influenti descrizioni delle relazioni razziali degli anni Sessanta, intrecciando i fili tematici dell’amore, della fede e della famiglia in un candido assalto all’ipocrisia della “terra dei liberi”.
“La prosa ricca, cruda e sempre attuale di James Baldwin è ristampata con più di cento fotografie di Steve Schapiro, che ha viaggiato nel Sud americano con Baldwin per la rivista “Life”. L’incontro ha spinto Schapiro nel cuore del movimento, consentendo di ottenere immagini vitali, spesso iconiche, sia dei leader dei diritti civili – tra cui Martin Luther King Jr., Rosa Parks, Fred Shuttlesworth e Jerome Smith – sia di eventi mondiali come la marcia su Washington e la marcia di Selma. Completano l’edizione i racconti di Schapiro sul campo, un’introduzione originale scritta dalla leggenda dei diritti civili John Lewis, le didascalie della giornalista Marcia Davis e un’analisi di Gloria Baldwin Karefa-Smart, che si trovava con il fratello James in Sierra Leone quando iniziò a lavorare alla storia.
La carriera di Steve Schapiro come fotogiornalista freelance è iniziata con un articolo sui lavoratori immigrati dell’Arkansas, finito sulla copertina del New York Times nel 1961. Da allora le sue immagini sono finite su riviste come Life, Look, Time, Newsweek, Rolling Stone e Vanity Fair.
Negli anni Settanta ha avviato una seconda carriera come fotografo per pubblicità e manifesti cinematografici di successo, lavorando a film classici come Taxi Driver, The Way We Were e The Godfather (Il Padrino).
James Baldwin (1924-1987) è stato un romanziere, saggista, drammaturgo, poeta e critico sociale, nonché una delle più brillanti e provocatorie figure letterarie del dopoguerra. Le sue raccolte di saggistica, tra cui spiccano Note sof a Native Son (1955) e The Fire Next Time (1963), esplorano le complessità evidenti e inesplicabili delle distinzioni razziali, sessuali e di classe a metà del Ventesimo secolo.
Nativo di Harlem, New York, si è poi trasferito nel sud della Francia.
Saul Leiter. La retrospettiva
Fotografie di Saul Leiter
Testi di Margit Erb, Michael Parillo, Adam Harrison Levy, Michael Greenberg, Lou Stoppard e Asa Hiramatsu
Formato 25,4×30,5cm
Pagine 352
Illustrazioni 340
Prezzo 69 euro
Lingua italiano
Editore Contrasto
Data pubblicazione 3 novembre 2023
ISBN 978-8869659430
Un viaggio nell’archivio di un artista completo: con 340 immagini, in bianco e nero e a colori, Contrasto pubblica la monografia completa dedicata a questo grande artista, che per tutta la vita ha alternato pittura e fotografia rivelandosi un grande interprete dell’arte contemporanea.
“Non ho una filosofia”, diceva. “Ho una macchina fotografica”. A Saul Leiter non piaceva essere intervistato, non credeva che le parole di un artista fossero una porta di accesso alla comprensione del suo lavoro, incarnava il vero fotografo di strada, colui che lascia lo studio per correre lungo i marciapiedi e cercare il ritmo nelle insegne al neon o nei visi dei passanti, quel raro genere di artista che apre nuovi orizzonti pur limitandosi al piccolo spicchio di mondo che si trova davanti alla sua porta.
Nato a Pittsburgh nel 1923 e destinato a seguire le orme del padre, rabbino noto per i suoi studi sul Talmud, da adolescente Saul Leiter abbandona gli studi religiosi appena si appassiona alla pittura e alla fotografia. Inizia a cimentarsi con la fotografia a colori a New York alla fine degli anni Quaranta, utilizzando pellicole per diapositive come la Kodachrome. In questi anni, però, la fotografia a colori è considerata una “arte bassa”, adatta solo alla pubblicità. Leiter lavora quindi principalmente come fotografo di moda, per riviste come Elle, Esquire e Harper’s Bazaar, oltre a seguire progetti personali. Passeranno quasi 40 anni prima che la sua straordinaria fotografia artistica venga riscoperta: solo nel 2006, infatti, la pubblicazione della prima monografia di Leiter, Early Color, rivela al mondo le sue opere, composizioni radicalmente innovative, e una padronanza del colore rivoluzionaria, influenzata dall’espressionismo astratto. Le sue immagini pittoriche ed evocative riprendono la realtà caotica di New York con colori luminosi, trasparenze, riflessi, complesse inquadrature che con uno stile personale rivelano particolari inaspettati, a volte in primo piano, altre sullo sfondo.
Philippe Halsman. Lampo di genio
Fotografie di Philippe Halsman
Formato 24x30cm
Pagine 160
Illustrazioni
Prezzo 39 euro
Lingua italiano
Editore Constrasto
Data pubblicazione 14 luglio 2023
ISBN 978-88-6965-844-0
Ben 101 copertine realizzate per la prestigiosa rivista Life; decine di personalità del costume, della politica, dello spettacolo passati di fronte al suo obiettivo; mostre internazionali e libri che hanno fatto epoca: ecco chi era Philippe Halsman, tra i più grandi ritrattisti della storia della fotografia.
Ai suoi esordi, lo stile vivido, estroso e visionario, in controtendenza rispetto ai canoni in voga negli anni Quaranta dello scorso secolo, lo fece subito emergere come uno dei più acuti e penetranti fotografi del suo tempo. I ritratti originali ed enigmatici di Philippe Halsman, in particolare, furono ben presto il tratto distintivo di una personalità fuori dal comune. Picasso, Marilyn Monroe, Liz Taylor, Winston Churchill, Audrey Hepburn, Salvador Dalí e Alfred Hitchcock sono solo alcuni dei grandi personaggi che Halsman immortalò in foto ormai diventate iconiche. Molte delle immagini sono frutto della sua incredibile creatività e, a volte, dalla fruttuosa collaborazione con grandi e illustri amici, come Salvador Dalì, con cui realizza una serie di ritratti veramente originali del grande artista spagnolo. Tutti si prestano al “gioco” di Halsman, alla dolce tortura di essere fotografati in uno studio, con luci, fondale e macchinari ingombranti. Addirittura, con la sua serie “Jumpology”, Halsman è riuscito a far saltare di fronte al suo obiettivo da Brigitte Bardot ai Duchi di Windsor inaugurando un nuovo modo di fotografare, perché “Quando chiedi a una persona di saltare, la sua attenzione è principalmente rivolta a quel gesto e la maschera cade così che appare la persona vera”.
Philippe Halsman (Riga, 1906 – New York, 1979) inizia a fotografare a Parigi negli anni Trenta. Nel 1940 fugge dalla Francia occupata e ripara negli Stati Uniti, dove comincia una prolifica carriera che lo porterà a lavorare per i più importanti magazine dell’epoca e a realizzare 101 copertine per la rivista Life. Il suo lavoro ottiene presto riconoscimenti internazionali e nel 1951 è invitato dai fondatori di Magnum Photos a unirsi all’agenzia. Al 1941 risale l’inizio del suo trentennale sodalizio con Salvador Dalí, che si concretizza in folgoranti fotografie come Dalí Atomicus e la serie Dalí’s Moustache.
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