
Le mirrorless e gli smartphone top di gamma sono oggi perfettamente in grado di registrare a risoluzioni elevate e con codifiche che generano una grande quantità di dati. Per questo motivo, videomaker e content creator ricorrono sempre più spesso a supporti di archiviazione esterna ad alta capacità, ma dalle dimensioni estremamente contenute: quest’ultimo è un requisito fondamentale per mantenere la flessibilità del proprio setup, soprattutto quando è lo smartphone lo strumento principale di ripresa.
Lexar Professional GO: fino a 2TB in meno di 13g
Un’eccellenza in questo senso è rappresentata dal Lexar Professional GO: una SSD portatile ultracompatta (appena 4,3×2,5 cm, per soli 13 grammi di peso), disponibile in tagli di memoria fino a 2 TB. il Costruttore la propone anche abbinata a un hub dotato di più porte USB-C, ideale per collegare contemporaneamente anche accessori come microfoni, luci LED e altri dispositivi utili durante le riprese. Il Lexar Professional GO (solo memoria SSD), costa 214 euro in versione da 1TB e 349 euro in quella da 2TB. Se, invece, scegliamo il kit con l’hub incluso, il prezzo di listino passa a 254 euro per la versione da 1 TB e sale a 389 euro per quella da 2 TB: disponibile la doppia colorazione nera e argento. Ma quanto è davvero utile un accessorio con simili caratteristiche in un contesto di produzione video, anche professionale? Per scoprirlo ce ne siamo fatti spedire uno da Nital, l’importatore per l’Italia del marchio Lexar.
Lexar Professional GO: struttura robusta e resistente alle intemperie
Dopo averne descritto alcune caratteristiche, è giusto soffermarsi sulla qualità costruttiva, altro punto di forza del Lexar GO. L’unità è realizzata interamente in alluminio satinato, con un guscio resistente alle intemperie e ulteriormente protetto da una cover in gomma, così da risultare sicuro anche durante le sessioni di ripresa in condizioni ambientali sfavorevoli. Nella confezione troviamo anche un pratico supporto con cavo di prolunga USB-C, ideale per piazzare la SSD e l’HUB su un rig, oltre a due adattatori che permettono di portare l’unità direttamente a filo, sul retro dello smartphone. Non mancano infine una serie di etichette adesive, utili all’occorrenza per catalogare in modo ordinato i contenuti archiviati, e una comoda pochette per il trasporto.

Per fotocamere e smartphone
Una SSD compatta e capiente come questa proposta da Lexar può rivelarsi estremamente utile per gestire i flussi video ad altissima qualità offerti dalle moderne mirrorless. Alcuni modelli, infatti, permettono di registrare direttamente su un’unità SSD collegata via USB-C, relegando le tradizionali schede SD o CF Express a un ruolo secondario, ad esempio per la generazione di file proxy. Ancora più rilevante, a nostro avviso, è l’utilità di questo dispositivo quando abbinato a uno smartphone: non solo come soluzione di archiviazione esterna per evitare di saturare la memoria del telefono, ma anche – in casi specifici – per abilitare funzionalità avanzate. È il caso degli iPhone 15 Pro e 16 Pro con capacità da 128 GB, che possono registrare video in formato Apple ProRes 4K a 60 fps solo se collegati a una SSD esterno tramite USB-C.
il Lexar Professional GO al banco
Chiariti gli aspetti strutturali e funzionali, è il momento di valutare le prestazioni del Lexar GO. Secondo quanto dichiarato dal Costruttore, il GO raggiunge fino a 1050MB/s in lettura e 1000MB/s in scrittura. Le nostre rilevazioni strumentali, tuttavia, mostrano che la velocità teorica massima in condizioni di carico parallelo (SEQ1M QD8) può risultare persino superiore. Il dato che interessa maggiormente i videomaker, però, è quello relativo al SEQ1M QD1, che misura la velocità sequenziale a richiesta singola: un parametro più rappresentativo dell’utilizzo reale nella lettura e scrittura di file video lunghi, ovvero la situazione più comune per chi lavora in locale. In questo caso la memoria garantisce oltre 873MB/s in lettura e più di 817MB/s in scrittura. Tradotto in tempi (teorici, senza rallentamenti, frammentazione o colli di bottiglia), significa che il Lexar GO impiega circa 1,15 secondi per leggere e 1,22 secondi per scrivere un file da 1 GB, mentre per un file da 10 GB i tempi salgono rispettivamente a circa 11,45 secondi in lettura e 12,24 secondi in scrittura.
I file sono al sicuro, forse anche troppo
A corredo con il Lexar GO, ossia già archiviato all’interno della memoria, troviamo anche Lexar DataShield e il relativo manuale utente in PDF. Si tratta di un software per PC e Mac utile a proteggere i file sensibili tramite crittografia AES a 256 bit. Va installato su tutti i dispositivi fissi dai quali si desidera accedere ai file protetti, ma al momento non è disponibile come app per Android e iPhone. Questo significa che, una volta spostato un file nella “cassaforte”, non sarà possibile consultarlo da smartphone – un limite curioso, considerando che il dispositivo è pensato con un occhio di riguardo proprio verso l’utilizzo mobile. L’altra piccola critica riguarda i due adattatori per collegare la memoria e il suo hub al dorso dello smartphone: la loro lunghezza predeterminata costringe spesso a rimuovere la cover del telefono, lasciandolo esposto a urti e graffi.
Il verdetto di fotocult.it
Il prezzo del Lexar GO può sembrare piuttosto elevato, ma va valutato alla luce di ciò che offre, ossia un’ampia capacità di archiviazione racchiusa in un corpo estremamente compatto e leggerissimo. Soprattutto quest’ultima caratteristica rende questa SSD una compagna eccezionale per il lavoro in mobilità. L’inclusione di un hub multifunzione rappresenta, inoltre, un valore aggiunto davvero raro in questa categoria di dispositivi: una scelta intelligente che amplia le possibilità d’uso del dispositivo, specialmente per chi lavora con smartphone. A completare il quadro ci sono le ottime prestazioni: le velocità di lettura e scrittura rilevate nei test sono molto elevate, e garantiscono un flusso di lavoro fluido anche con quei file pesanti che, molto spesso, i videomaker sono chiamati a gestire.
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