Aosta
Dal 19 ottobre 2024 al 16 marzo 2025
“Mi ha colpito apprendere che Inge Morath parlasse sette lingue, ma in fondo credo che questo fosse il suo modo di stare al mondo: studiare, osservare, approfondire, conoscere e porre al centro della sua indagine l’essere umano, con rispetto e semplicità, secondo la filosofia condivisa dai membri dell’agenzia Magnum e con un approccio che la accomuna ad altri fotografi umanisti del XX secolo”. Sono le parole di Daria Jorioz, curatrice della mostra fotografica Inge Morat. La fotografia è una questione personale, in corso al Centro Saint-Bénin di Aosta.
Inge Morath (1923-2002), la prima donna entrata a far parte della Magnum Photos insieme a Eve Arnold, era sensibile ed estremamente meticolosa: pianificava nel dettaglio i suoi reportage di viaggio, studiando lingua, tradizione e cultura di ogni Paese che sapeva di dover visitare. “Non appena vede una valigia, Inge comincia a prepararla”, diceva di lei il marito Arthur Miller.
Con questo trasporto Morath scriveva per immagini le pagine del suo diario di vita, sostenendo che “La fotografia è essenzialmente una questione personale, la ricerca di una verità interiore”.
Inge Morat. La fotografia è una questione personale
L’esposizione Inge Morath. La fotografia è una questione personale ripercorre il cammino umano e professionale di Morath, dagli esordi al fianco di Ernst Haas ed Henri Cartier-Bresson fino alla collaborazione con prestigiose riviste quali Picture Post, Life, Paris Match, Saturday Evening Post e Vogue, attraverso i suoi principali reportage di viaggio.
Sono in mostra oltre centocinquanta immagini e documenti originali, inclusi degli scatti mai esposti prima in Italia.
I capitoli della mostra
Il progetto espositivo, realizzato specificamente per il Centro Saint-Bénin, si sviluppa in quattordici sezioni tematiche che ripercorrono le principali esperienze professionali di Inge Morath. Si inizia con le fotografie dei suoi esordi realizzate a Venezia del 1955, dove nacquero la passione e il rapporto con la fotografia e si continua attraverso i celebri reportage in Spagna, Inghilterra, Iran, Francia, Austria, Messico, Irlanda, Romania, Stati Uniti d’America e Cina. Una sezione è dedicata alla serie The Mask, frutto della collaborazione con l’illustratore Saul Steinberg.
L’importanza del colore per Inge Morath
Con la produzione in bianco e nero dialogano molte fotografie a colori, incluse le istantanee – finora inedite in Italia – ricavate dai reportage che la fotogiornalista, originaria di Graz, realizzò nel 1959 e nel 1960 rispettivamente in Tunisia e presso la striscia di Gaza.
Documentazioni e pubblicazioni d’epoca aiutano i visitatori ad analizzare l’importanza del colore nel lavoro di Inge Morath. Come evidenzia John P. Jacop, primo direttore della Fondazione Inge Morath e autore di uno dei testi presenti nel catalogo: “Nonostante un’apparente preferenza per il bianco e nero, la prova dell’importanza del suo lavoro a colori è supportata sia dall’elevata concentrazione di immagini a colori da lei selezionate per l’inclusione nel database Magnum Photos, sia dall’ampia raccolta di materiale a colori che ha conservato nel suo archivio personale.”
Qualcosa in più su Inge Morath
Nata a Graz (Austria) nel 1923, Inge Morath studiò lingue all’università di Berlino e Bucarest e lavorò come interprete per il servizio americano d’informazione. Nel 1953 si unì alla celebre Magnum Photos Agency, diventando membro ufficiale nel 1954. In quegli anni lavorava come assistente per i fotografi Ernst Haas e Henri Cartier-Bresson. Nel 1955 pubblicò la sua prima collezione di fotografie, alla fine della carriera si contarono 30 monografie.
Il 17 febbraio 1962 sposò il celebre scrittore Arthur Miller che era stato sposato in precedenza con l’attrice Marilyn Monroe. La coppia ebbe due figli, Rebecca (poi divenuta una celebre regista e sceneggiatrice) e Daniel. Morath morì all’età di 78 anni nel 2002 a New York. Negli anni Duemila è stata costituita la Fondazione Inge Morath negli Stati Uniti d’America e il suo archivio viene conservato presso l’Università di Yale.
La mostra Inge Morat. La fotografia è una questione personale a cura Brigitte Blüml Kaindl, Kurt Kaindl e Daria Jorioz è prodotta da Suazes con la collaborazione di Fotohof e Magnum Photos ed è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano-francese) edito da Dario Cimorelli Editore.
Inge Morath. La fotografia è una questione personale
- A cura di Brigitte Blüml Kaindl, Kurt Kaindl e Daria Jorioz
- Centro Saint-Bénin, via Festaz, 27 – Aosta
- dal 19 ottobre 2024 al 16 marzo 2025
- mar-dom 10-13 e 14-18
- intero 8 euro, ridotto 6 euro
- www.regione.vda.it
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