30 scatti al secondo a 50 megapixel con tracciamento del soggetto o dell’occhio (umano e animale) e modalità Pixel Shift per confezionare immagini fino a 199MP: in prova l'ammiraglia formato pieno di Sony, la A1, esclusiva mirrorless full frame che combina come poche altre contendenti velocità e altissima risoluzione. Sopra la media anche le prestazioni sul fronte video, potendo registrare in 8K, e il prezzo: 7.300 euro solo corpo.
Sony A1: il prezzo e le caratteristiche principali
Eccoci difronte a una mirrorless con la quale i professionisti possono distinguersi tanto in uno studio fotografico quanto nelle riprese sportive a bordo campo, anche nel caso realizzino video. La Sony A1, che di listino costa la bellezza di 7.300 euro solo corpo, è una fotocamera senza compromessi, la prima giunta sul mercato con sensore 24x36mm a scattare raffiche a 30 fotogrammi al secondo con risoluzione di ben 50 milioni di pixel; a titolo di confronto, la Canon Eos R3 raggiunge la stessa velocità offrendo metà della risoluzione, mentre la Nikon Z9 – con sensore da circa 45MP – colleziona fino a 30 fotogrammi per secondo solamente in JPG e non anche in RAW (compresso) come la A1. L’ammiraglia di Nikon dal canto suo può anche raggiungere i 120fps, ma solo in JPG con qualità Normale e abbassando la risoluzione a 11MP.
Sony A1: l'ergonomia
La Sony Alfa A1 non è un’ammiraglia in stile Canon Eos R3 e Nikon Z9, né somiglia a una medio formato come la Fujifilm GFX 100S. Resta, piuttosto, una fotocamera relativamente compatta e leggera (circa 737 grammi solo corpo) e coerente stilisticamente ed ergonomicamente con le sorelle minori: modelli sui quali la casa ha pian piano adottato una serie di accorgimenti che migliorano l’esperienza fotografica e che qui troviamo riuniti. L’aspetto più evidente prendendola in mano riguarda l’impugnatura, in grado di ospitare l’accumulatore NP-FZ100 (l’autonomia è di circa 530 scatti fotografando con il monitor, 430 attraverso il mirino elettronico). Anche i menu di gestione, sebbene ancora perfettibili (soprattutto sotto il profilo dell’accuratezza delle traduzioni), sono organizzati in modo abbastanza razionale, in pagine dotate di titolo, navigabili sia con il selettore a quattro vie, sia con il joystick e anche con il touch screen.
Sony A1: i sistemi di mira
Già, perché anche sulla A1 ritroviamo il pannello basculabile (3” e 1,44MP) con relativa possibilità di selezione del punto AF al tocco, che affianca il joystick in questa funzione: molto pratico soprattutto quando si utilizza la fotocamera su treppiedi o, in genere, in Live View e non con l’occhio al mirino. Eccezionale anche quest’ultimo elemento (trapiantato dalla A7S III), la cui frequenza di aggiornamento può essere ridotta per garantirsi una visione con la massima risoluzione (che sfiora i 10 milioni di pixel, 9,44 per l’esattezza). Il mirino della Sony Alfa 1 ha anche un ingrandimento eccezionale, pari a 0,91x ma, nonostante il dato dichiarato di 25mm relativo all’eyepoint, può essere osservato interamente solo accostando l’occhio alla conchiglia in gomma. Nel complesso, comunque, la Sony A1 è un apparecchio finemente regolabile e plasmabile in base alle proprie esigenze grazie al gran numero di pulsanti (versatilissima la doppia ghiera per la selezione rapida del modo di scatto e della messa a fuoco) e di schermate riprogrammabili.
Sony A1: il sensore e l'elettronica
L’involucro sintetico, che riveste un telaio in lega di magnesio con struttura migliorata per favorire la dissipazione passiva del calore (vedremo più avanti il motivo), e con guarnizioni che promettono tenuta alle intemperie, nasconde un notevole bagaglio tecnologico. Spicca su tutti il sensore CMOS EXMOR RS da 50,1 milioni di pixel effettivi: di tipo stacked, retroilluminato e coadiuvato dal doppio processore Bionz XR (secondo i test effettuati da Sony, fino a 8 volte più veloce di un più tradizionale e diffuso Bionz X) assicura una eccezionale velocità di flusso (quindi sia in video, sia nel caso venga utilizzato come otturatore) unitamente a prestazioni di tutto rispetto in termini di resa alle alte sensibilità (100-32000, estendibili a 50-102.400) e di gamma dinamica (15EV dichiarati).
Sony A1: le prestazioni di raffica
Restando però concentrati sulle velleità sportive della Sony A1, è il caso di sottolineare che i 30fps con AF-C attivo vengono raggiunti solamente lavorando con l’otturatore elettronico in JPG, HEIF o RAW compresso con perdita di qualità e solo con alcune ottiche originali; è, inoltre, necessario mantenere una velocità dell’otturatore minima di 1/125sec. Con tempi di scatto più lenti, o selezionando il RAW senza compressione, la cadenza di scatto passa automaticamente a 20fps (o a 15fps abbinando molte ottiche universali, compresi alcuni Zeiss). Scattando con l’otturatore meccanico invece, la A1 esegue al massimo dieci fotogrammi per secondo. All’alta velocità di lettura del nuovo sensore immagine è legato indirettamente anche il comportamento dell’EVF che, potendo scansionare la scena fino a 240 volte al secondo, elimina il fastidioso ritardo solitamente associato a questo tipo di soluzione. Allo stesso modo, la rapidità con cui l’elettronica è in grado di accendere e spegnere tutti i pixel del sensore per registrare l’immagine annulla quasi del tutto anche il fenomeno del rolling shutter; quest’ultimo è ovviamente assente nel caso si utilizzi l’otturatore meccanico. Un ulteriore e prezioso ausilio alla ripresa è legato al supporto mobile del sensore, che compensa le vibrazioni su cinque assi per un’efficacia teorica fino a 5,5EV fotografando con una focale da 50mm. Sebbene questa nuova unità sia stata migliorata nell’affidabilità, resta consigliabile – vista la risoluzione in gioco – l’attivazione quantomeno della prima tendina elettronica nel caso si fotografi con tempi a rischio di mosso (un valore direttamente collegato alla focale impiegata). Se poi si desidera il silenzio totale, è possibile delegare al sensore anche il compito di terminare l’esposizione con il proprio “spegnimento”. Anche in questa modalità la Sony A1 registra i RAW a 14 bit e consente di preferire il formato HEIF (4:2:0 o 4:2:2) al JPG. Ulteriore possibilità creativa in ambito sportivo è la conciliabilità dello scatto con otturatore elettronico e la luce flash: il sincro flash, che con otturatore meccanico raggiunge 1/400sec (1/500 attivando il ritaglio APS-C) è consentito fino a 1/200sec.
Sony A1: l'autofocus e il buffer di memoria
L’autofocus della A1 è il Fast Hybrid AF, quindi anche con rilevamento di fase: per questo utilizza 759 punti distribuiti a copertura del 92% della superficie del sensore, mentre altri 425 punti AF sono adibiti alla sola rilevazione del contrasto. Tutti i punti sono selezionabili in modo molto flessibile, singolarmente o a gruppi; inoltre, tramite la funzione Lock-On AF, la scelta del punto attivo si può delegare alla fotocamera. La nuova A1 supporta le funzioni Eye AF e Touch Tracking: la prima serve a individuare e inseguire senza interruzioni l’occhio di un soggetto (anche animale), mentre con la seconda si può usare il touch screen per la selezione del bersaglio del tracking. A ulteriore conferma delle velleità sportive dell’ammiraglia Sony, la possibilità di scattare oltre 165 immagini JPEG o 155 RAW compressi consecutivi prima che il buffer di memoria arrivi a saturazione e rallenti la cadenza di scatto: questo, ovviamente, preferendo alla SD (che nel migliore dei casi offre una velocità di scrittura di 300MB/s) una scheda CFexpress tipo A (quasi 900MB/s).
Sony A1: le specifiche video
Il successo ottenuto dalla Sony A1, nonostante non sia certo a buon mercato, risiede anche nella ricchezza del suo comparto video, declinato fino alla risoluzione 8K. La superficie del CMOS può essere utilizzata integralmente (su un’area di 7680×4320 pixel), senza quindi alcun ritaglio e godendo appieno dei grandangolari di cui si dispone; può essere acquisito internamente come metraggio H265 4:2:0 a 10 bit, a 200 o 400 Mbps. Si tenga conto comunque che registrando alla massima risoluzione con la A1 (nonostante questa vanti uno chassis ottimizzato per favorire la dissipazione termica passiva) c’è il rischio di ritrovarsi con la fotocamera in protezione (si spegne per evitare danni causati dal surriscaldamento) attorno al quindicesimo minuto di ripresa continuativa. Il massimo dal punto di vista qualitativo si ottiene però scegliendo il 4K in formato Super 35 (che comporta un fattore di crop di 1,5x, quindi permette di sfruttare un’area simile a quella di un sensore APS-C) con lettura completa dei pixel, quindi senza pixel binning. La Sony A1, che come la A7S III è in grado di riprendere anche in 4K a 120fps (in questo caso il ritaglio è di 1,13x), dispone dei
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