Milano
Dal 9 maggio al 3 giugno 2024
Autoritratti fatti di tempi lunghi, esposizioni multiple e distorsioni ottiche: fino al 3 giugno le poetiche fotografie di Sofia Uslenghi sono esposte alla Galleria Lampo di Milano. Casa/Terra/Io – questo il titolo della mostra – è un viaggio alla scoperta dell’autrice, del suo paesaggio interiore e dei suoi lavori fotografici, dal primo progetto agli scatti più recenti.
Nata a Reggio Calabria, Uslenghi ha trascorso l’infanzia sullo Stretto, trasferendosi da adolescente a Brescia, poi a Parma, dove ha frequentato l’università. Tuttavia, è tra i colori, gli odori e i suoni naturali della sua terra d’origine, che la fotografa cerca e trova ancora le sue radici. I suoi autoritratti generano un immaginario poetico, in cui Uslenghi lascia spazio alla memoria e alle impressioni legate ai vecchi ricordi.
Sofia Uslenghi. Casa/Terra/Io: l’allestimento
L’allestimento di Casa/Terra/Io evoca il nomadismo malinconico che ha finora caratterizzato la vita dell’autrice, attraverso la ricostruzione di alcuni interni domestici. Mobili di recupero e disegni stilizzati a muro e sul pavimento proiettano il visitatore nell’intimità e nella solitudine necessaria all’artista per innescare il processo creativo.
Sulle pareti, finti fondali identificano lo spazio dove nasce l’autoritratto e, da un ambiente all’altro si percepisce l’evoluzione dell’arte di Uslenghi, in un percorso che parte da Flora, il suo primo progetto, passando per My grandma and I (Nonna), Maps e Earth–Diptychs, fino ai più recenti autoritratti.
Sofia Uslenghi: Flora
Nel primo lavoro, Flora (2015-2016), gli occhi sono quasi sempre chiusi, in un bianco e nero leggero ed evocativo, in cui la figura viene sovrapposta, quasi nascondendosi, a immagini di elementi botanici e floreali; l’autrice ricrea in questa serie un’estetica rilassante e silenziosa, lontana da una narrazione urlata e prepotente in cui rifiuta di riconoscersi, riflettendo un’immagine di sé apparentemente rasserenata nel contatto con la natura e nel superamento di una visione stereotipata del corpo e della sua esibizione.
Sofia Uslenghi: My grandma and I (Nonna)
My grandma and I (Nonna) (2016) è uno dei quattro progetti della fotografa legati alla memoria famigliare e del territorio, dopo Homesick e prima di Maps e Earth-Diptychs. In una scatola di vecchie fotografie di famiglia, l’autrice ritrova alcuni scatti che ritraggono la nonna Isabella, scomparsa all’età di 68 anni. Nella sua figura, apparsa in sogno più volte, quasi a ricucire uno strappo irrisolto, e nella casa di famiglia di Gerace frequentata durante l’infanzia, Sofia Uslenghi trova il filo che ricostruisce la sua storia, il senso di appartenenza ad una comunità e, non da ultimo, le sue radici più profonde. Negli autoritratti della serie l’immagine dell’autrice si sovrappone a quella della nonna, ripresa sorridente al Lido di Reggio, sul balcone o durante una gita in barca. Nei luoghi della memoria, il bianco e nero riunifica e rappacifica.
“Il girovagare – ha dichiarato Uslenghi – è ormai parte della mia esistenza. Negli anni in cui ho iniziato a fotografarmi e a sovrapporre la mia immagine a quella dei luoghi della mia infanzia stavo realizzando la mancanza di radici. Mi sono resa conto che mi mancava un pezzo. Ed è il motivo per cui quando torno a Gerace mi sento a casa anche se non ci ho mai vissuto. Mi viene da usare il verbo tornare e non andare perché ho sentito che le mie radici fossero lì. E questa per me è una certezza rassicurante. Il sapere che esiste un luogo nel mondo in cui ci sono dei fili che ricostruiscono una storia, una comunità che ti riconosce in una qualche misura l’appartenenza.”
Sofia Uslenghi: Maps
In Maps la relazione con il territorio di origine è espressa con un’estetica più soffusa e un’ispirazione pittorica. Le opere sono il risultato della sovrapposizione di autoritratti con screenshots di immagini satellitari degli ambienti esterni dove la fotografa ha trascorso i primi anni di vita. Il colore – presente anche in forma di macchie sul corpo – suggerisce nuove stratificazioni: la ricerca dei paesaggi predilige strisce di terra (dalle fiumare caratteristiche della zona calabrese al nero dell’Etna) e i passaggi delle correnti del mare, che lo trasformano dall’alto da blu intenso a verde e ad azzurro.
Sofia Uslenghi: Earth-Diptychs
Nell’ultimo progetto legato alla memoria del territorio e alle radici, Earth-Diptychs, la relazione con la natura calabro-siciliana è indagata in un modo differente. La sovrapposizione lascia il posto ad una sorta di dialogo a distanza tra l’autrice e il paesaggio: l’opera, come un canto a due voci, accosta gli autoritratti ad immagini tratte da Google Street View, strumento che consente di esplorare i luoghi senza essere fisicamente presenti. Dall’Aspromonte all’Etna, da Salina a Cammarata, dalla Limina a Palermo, la narrazione si fa accettazione della separazione.
Infine, il lavoro più recente è un atto di astrazione dalla realtà, un intervento di matrice surrealista, attraverso un processo tecnico ed espressivo di solarizzazione. “Voglio sparire, voglio vibrare”, dice l’autrice, che pare svanire a poco a poco, persa tra paesaggi onirici in bianco e nero e distorsioni liberatorie, trovando, forse, nella visione totalizzante dell’arte la giusta distanza dal sé e quell’equilibrio tanto anelato.
Sofia Uslenghi. Casa/Terra/Io
- A cura di Nicolas Ballario
- Galleria Lampo, via Valtellina, 5 – Milano
- dal 9 maggio al 3 giugno 2024
- mer-lun 11-20. Martedì chiuso
- ingresso gratuito su prenotazione scrivendo a galleria@lampomilano.it
- lampomilano.it
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