La Sony Alpha 9 Mark III è la prima mirrorless full frame con otturatore globale. Un’innovazione che dovrebbe garantire immagini prive di distorsioni su soggetti in rapido movimento, ma che al tempo stesso – per via dei requisiti di progettazione di un CMOS con tali caratteristiche – potrebbe peggiorare la resa della fotocamera in condizioni di scarsa illuminazione. Sarà vero? Scopriamolo analizzando i grafici di laboratorio di Testlab, azienda tedesca con oltre venti anni di esperienza, partner di TIPA, l’associazione internazionale di cui è parte FOTO Cult. Ma prima un breve riassunto delle specifiche della Alpha 9III.
Mettetevi comodi, perché tra la notizia della Alpha 9 III data in occasione del lancio, il nostro primo contatto realizzato in Turchia a ottobre e l’analisi dei grafici pubblicati di seguito, ci sarà tantissimo materiale da assimilare prima di giungere alle conclusioni. Fermo restando che torneremo nuovamente sulla Alpha 9 III non appena avremo modo di riaverla anche qui in redazione per realizzare i nostri soliti test sul campo a cui, ormai, siete abituati.
La Sony Alpha 9 III realizza il sogno di fotografi sportivi e naturalistici grazie alla possibilità di scattare fino a 120 fotogrammi al secondo, anche in RAW e con AF attivo, ad effetto rolling shutter azzerato. Il sensore resta a 24 megapixel come quello della A9II, ma i vantaggi della nuova tecnologia (qui vi spieghiamo com’è fatto e come funziona un otturatore globale) sovrastano il mancato aumento di densità. La fotocamera non ha l’otturatore meccanico; tutto è svolto dal sensore CMOS stacked, che si accende e spegne integralmente, con velocità di otturazione fino a 1/80.000 di secondo, che scende a 1/16.000 di secondo in scatto continuo.
120fps anche in raw e a piena risoluzione: nessuna come la Alpha 9III
Di tale velocità beneficia l’autofocus, che è in grado di aggiornarsi fino a 120 volte al secondo. Aumentata anche la flessibilità del sistema, con aree di messa a fuoco disponibili in due nuove taglie, XS e XL, oltre alle consuete S, M e L. Ottima anche la sensibilità, che scende fino a -5EV.
Due funzioni extra che fanno la differenza
Interessante, anche se non inedita, la possibilità di recuperare un evento accaduto fino a 1 secondo prima della pressione del pulsante di scatto con la funzione Pre-Capture; pratica anche la modalità Continuous Shooting Speed Boost che permette di variare la velocità dello scatto continuo con il semplice movimento di un dito.
Il corpo della Sony Alpha 9III: ergonomia al top
Il corpo della Sony Alpha 9 Mark III è di grandi dimensioni, sigillato contro le intemperie, con una spessa e molto ergonomica impugnatura. Due selettori non serigrafati campeggiano sulla calotta della fotocamera, accompagnati da una coppia di ghiere impilate l’una sull’altra e da una serie di pulsanti personalizzabili. In pratica la fotocamera può essere utilizzata con una mano sola, la destra, mentre la sinistra è impegnata a sorreggere l’ottica (che il più delle volte, immaginiamo, sarà un teleobiettivo). Questo anche grazie al joystick di controllo sul dorso, facilmente raggiungibile dal pollice della mano destra mentre l’indice è impegnato con i comandi e le ghiere posti nella parte sommitale della mirrorless.
I sistemi di mira sono eccezionali
Il monitor da 3,2” sul dorso ha un doppio snodo che ne consente sia il classico orientamento verso l’alto o il basso, sia il completo ribaltamento verso l’esterno. La fotocamera consente la navigazione dei menu al tocco, così come la possibilità di variare i principali parametri di ripresa interagendo con il pannello. Il mirino è ad altissima risoluzione (ben 9,44MP) e anche l’ingrandimento offerto pari a 0,9X è tra i punti di riferimento per la categoria.
Sony Alpha 9 Mark III: le caratteristiche in breve
- Sensore CMOS stacked full frame da 24,6 megapixel con memoria integrata
- Global shutter con tempi fino a 1/80.000 di secondo
- Sincro flash fino a 1/80.000sec
- Cadenza di scatto massima 120 fotogrammi al secondo, anche in RAW e AF continuo
- Stabilizzatore fino a 8 stop
- Gamma ISO 250-25.600
- Autofocus basato su AI con frequenza di aggiornamento fino a 120fps
- Funzione Pre-Capture fino a 1 secondo
- Video 4K/120p senza ritaglio
- 4K/60p sovracampionato da 6K
- Ergonomia migliorata
- Nuova impugnatura VG-C5
- Slot per due CFexpress Tipo A o due SD
Sony Alpha 9 Mark III: il grafico della risoluzione
Il grafico della Risoluzione mostra la perdita del contrasto (sull’asse verticale y) in funzione della frequenza spaziale espressa in coppie di linee per altezza immagine, indicate dal rapporto LP/PH, ossia Line pairs/Picture height (asse orizzontale x). Più la curva si protende verso destra prima di piegare verso il basso, migliore è la risoluzione a quella data sensibilità. La risoluzione limite per ogni valore ISO può essere trovata laddove la curva attraversa la linea nera spessa, ossia dove il contrasto è pari a 0,1. La linea rosa verticale è un riferimento che rappresenta invece la “frequenza di Nyquist”, ossia il limite teorico massimo di risoluzione, pari alla metà dei pixel in altezza di ogni sensore.
Sony Alpha 9 Mark III: come si comporta alle varie sensibilità
La risoluzione della Sony Alpha 9 Mark III è coerente su tutta la gamma ISO misurata (da ISO 250 a ISO 12800), con picchi dell’80-88% del massimo teorico (e 1750 coppie di linee per millimetro risolte). La texture viene riprodotta con precisione molto elevata fino a ISO400, mentre le sensibilità superiori mostrano una riproduzione meno raffinata dei dettagli fini (80% del massimo teorico a 12.800 ISO), e la comparsa di artefatti ai valori ISO di fondo scala.
Sony Alpha 9 Mark III: rumore e fedeltà cromatica
Nella ragnatela qui sopra mostriamo il comportamento della Sony Alpha 9 Mark III in termini di comparsa del rumore a varie sensibilità ISO (rappresentate nel grafico dalle linee colorate) in funzione della luminosità dell’immagine target, che è indicata dalla densità dei cerchi posizionati lungo la circonferenza. Quelli più scuri rappresentano le aree in ombra di un’immagine, mentre i più chiari indicano le alteluci. Maggiore è l’area circoscritta dalle linee colorate, maggiore è il rumore. Nel caso della A9 III, il rumore è percettibile a qualsiasi sensibilità ISO quando l’immagine è osservata su un monitor da 96ppi, con ingrandimento al 100% e da 50cm di distanza, in particolare a valori ISO oltre 1600.
La riproduzione del colore è mostrata nel grafico qui sopra in due modi. Con i tasselli colorati si confronta un colore di riferimento (la metà destra) con quello riprodotto dalla fotocamera (rappresentato della metà sinistra). Nella tabella inferiore, invece, sono riportati i valori numerici dello scostamento cromatico tra il target di riferimento e la riproduzione cromatica della fotocamera. I marcatori in rosso indicano forti deviazioni di colore, quelli in verde chiaro una deviazione evidente e in verde scuro sono invece evidenziate le deviazioni di entità moderata. La riproduzione del colore della Sony A9III è dunque da considerarsi buona, giacché a 250 ISO sono quattro i colori che si discostano fortemente dall’originale. È interessante precisare che a 125 ISO sono solo due i colori che si discostano fortemente dal target.
Sony Alpha 9 Mark III: le conclusioni
Risoluzione nella media, tenuta agli alti ISO discreta e buona fedeltà cromatica. Non proprio una tuttofare insomma. Ma per un prodotto dichiaratamente indirizzato alla ripresa sportiva e che in pochi – anche in virtù dei 7.000 euro solo corpo richiesti –impiegheranno al di fuori degli stadi, dei palazzetti dello sport o lontano dai circuiti, i risultati dei test sono da accogliere con un certo entusiasmo. Non è una fotocamera da ritratto o da paesaggio, insomma, ma uno strumento che mette in primo piano la velocità, assecondata da un autofocus di primo livello per flessibilità, rapidità e precisione.