Lodi
Dal 28 settembre al 27 ottobre 2024
Una farfalla batte le ali tra Armenia e Azerbaigian. Dopo qualche decennio, intorno a quella farfalla germogliano storie e si cuciono le strade di tante persone. Qualcuno imbraccia una Rolleiflex, scatta delle fotografie e costruisce un racconto visivo che finisce sui muri di esposizioni internazionali.
La farfalla è una Satyrus effendi, specie cosí chiamata da uno scienziato ucraino in onore di un amico e rinomato entomologo azero specializzato in lepidotteri: Rustam Effendi. Le fotografie che fanno il giro del mondo, dopo aver ricevuto una Menzione d’Onore al World Press Photo 2024, sono di Rena Effendi, sua figlia.
Looking for Satyrus
Il lavoro di Rena Effendi, finanziato da National Geographic, si intitola Looking for Satyrus e ne abbiamo apprezzato il racconto dalla viva voce dell’autrice sabato 28 settembre, durante la giornata inaugurale della 15ª edizione del Festival della Fotografia Etica di Lodi, di cui Fujifilm Italia è Main Sponsor, con particolare rilievo nell’ambito dell’unica tappa lombarda della mostra del World Press Photo. Oltre a Rena Effendi, infatti, Fujifilm Italia porterà a Lodi altri protagonisti del più famoso concorso internazionale di fotogiornalismo e fotografia documentaria: Pablo Piovano, Julia Kochetova e Alejandro Cegarra.
Più o meno a metà del percorso espositivo, nella sala dedicata all’Europa, le fotografie di Looking for Satyrus – purtroppo solo quattro – attendono il pubblico con apparente compostezza, a pochi passi dal potente reportage di Daniel Chatard e a una manciata di metri dalla vivace spruzzata arancione di farfalle monarca fotografate dallo spagnolo Jaime Rojo.
In fotografia, così come nella realtà, le farfalle funzionano da esca esemplare e quelle di Effendi non sono da meno. Quelle in mostra non volano, sono morte, disposte con ordine su un tavolo, eppure agguantano qualsiasi sguardo le sfiori.
Non appena le si vede sulla parete se ne brama la storia e a quel punto il gioco è fatto. La generosità espressiva della fotografa è lì, pronta, e di storie ne racconta tante: la sua storia personale, la storia delle persone che l’hanno accolta e aiutata in una ricerca incredibile, la storia di un lungo conflitto tra due Paesi confinanti e degli effetti devastanti della guerra sulle vite delle persone e di interi ecosistemi. Ma andiamo con ordine, perché questa è una storia che merita di essere raccontata per bene.
La folle ricerca della farfalla Satyrus effendi
Rena Effendi (1977, Baku, Azerbaigian) ha iniziato a scattare le fotografie di Looking for Satyrus nel 2022, decisa a ripercorrere i passi del padre Rustam – morto di cancro nel 1991, quando lei era ancora adolescente – nel tentativo di avvistare un esemplare di farfalla Satyrus effendi, specie endemica delle montagne tra Armenia e Azerbaigian, rara, elusiva e a rischio di estinzione. Si nutre di una sola specie di pianta, anch’essa endemica della stessa zona. “La Satyrus effendi vola due sole settimane l’anno, d’estate, in una finestra temporale soggetta a slittamenti per via del cambiamento climatico”, ha spiegato l’autrice nel corso della presentazione del suo lavoro alla stampa.
L’elenco delle condizioni necessarie per tentare l’avvistamento della Satyrus effendi non si esaurisce qui: la ricerca va effettuata all’incirca tra le 9.30 e le 11.30 del mattino, a 3.100 metri di altitudine, in un’area raggiungibile solo dopo ore di cammino e arrampicata su terreni impervi e ripide pareti rocciose. L’escursione termica tra il giorno e la notte, lassù, può essere di oltre venti gradi, il vento è impietoso, ma la farfalla – scura per assorbire il calore del sole e ricoperta di peluria per sopportare le basse temperature – se la cava egregiamente. Ciliegina sulla torta: la Satyrus vola esclusivamente su un territorio di conflitto.
La Satyrus effendi sorvola il conflitto senza fine tra Armenia e Azerbaigian
L’area di ricerca battuta da Rena Effendi corrisponde al Nakchivan – un’exclave azera situata in Armenia – e più precisamente alla catena montuosa dello Zangezur.
Fino al 1991 Rustam Effendi, suo padre, viaggiava senza restrizioni, libero come le farfalle di cui andava a caccia. Partiva da Baku (Azerbaigian), prendeva autobus e treni, all’occorrenza faceva l’autostop e attraversava la regione del Nagorno Karabakh, per poi passare in Armenia e raggiungere il Nakchivan.
Oggi una simile libertà di movimento in quelle zone è impensabile, perché dal 1991 – anno del crollo dell’Unione Sovietica – si consuma un pluridecennale conflitto tra Armenia e Azerbaigian. “Un conflitto senza fine”, ha dichiarato Effendi, “forse il più duraturo in Europa, sebbene con exploit intermittenti intervallati da accordi di cessate il fuoco”. Oggetto della contesa è proprio la regione del Nagorno Karabakh, la cui storia vi abbiamo raccontato di recente su fotocult.it.
La zona in cui Rustam Effendi si muoveva senza impedimenti, oggi è devastata dalla guerra e disseminata di mine antiuomo. Nel 2020 ha avuto luogo uno scontro in cui l’Azerbaigian ha prevalso sull’Armenia, ridisegnando il quadro geopolitico dopo ben trent’anni di stasi. Per questo motivo nel 2022 Rena Effendi ha potuto recarsi per la prima volta in Armenia da cittadina azera, a fronte di cavillose procedure di richiesta di permesso al Ministero della Difesa armeno, al Ministero degli Affari Esteri e alle principali autorità per la sicurezza nazionale.
Rena Effendi parla del suo progetto “Looking for Satyrus” in dialogo con Laura Covelli, curatrice delle mostre della 15ª edizione del Festival della Fotografia Etica di Lodi. 28 settembre 2024, antepirma stampa presso la Fondazione Banca Popolare di Lodi, sede della mostra del World Press Photo 2024.
Non solo farfalle
È probabile che lo scopo insolito del suo viaggio, la bizzarra ricerca di una farfalla in memoria di suo padre, abbia contribuito a spianare una strada che di certo sarebbe stata più difficilmente percorribile da un reporter che avesse voluto dichiaratamente “limitarsi” a raccontare un territorio di guerra.
La storia di Rena Effendi è personale e trasuda empatia: la donna cerca un padre scomparso troppo presto, che già prima di morire si trovava raramente in casa, sempre trascinato in giro dalla sua travolgente smania di cacciare farfalle. Di fatto, poi, Effendi ha fotografato anche persone e territori afflitti dalla guerra, offrendo al pubblico un quadro ampio e puntuale dell’attuale situazione socio-politica della zona da lei esplorata.
Rena Effendi incontra una sorprendente umanità
È così che il viaggio personale di Rena Effendi alla ricerca di un padre elusivo quasi quanto la farfalla Satyrus è diventato la storia di una preziosa umanità che trascende i conflitti, di tante persone che l’hanno accettata, ospitata, aiutata e guidata a dispetto delle sue origini. “A un certo punto”, ha ricordato la fotografa, “dieci persone che avrebbero dovuto essere mie nemiche erano lì sul campo a cercare farfalle con me”.
La “fotografia necessaria” di Rena Effendi
Rena Effendi, affermata fotografa da sempre focalizzata su progetti di fotografia documentaria a lungo termine che esaminano società che vivono crisi, conflitti, o che attraversano drastici cambiamenti, è un solido pilastro di quella fotografia che il fondatore e direttore del Festival della Fotografia Etica di Lodi, Alberto Prina, ama definire “fotografia necessaria”. Dà voce a storie che mai dovrebbero essere taciute e si adopera perché vengano ascoltate, perché di fronte a una sua foto non si scivoli via senza aver ricevuto il messaggio. Con Looking for Satyrus, ancora una volta, è riuscita nel suo intento: la sua storia piena di storie è una vera e propria calamita e non potevamo fare a meno di riportarla sulle pagine virtuali della nostra rivista.
Effetto farfalla
Una farfalla batte le ali tra Armenia e Azerbaijan. Dopo qualche decennio, una donna coraggiosa si arrampica a 3.1000 metri di altitudine e mentre cerca quella farfalla, per più di tre anni, scatta fotografie che finiranno nelle mostre di tutto il mondo. Migliaia di persone conosceranno la sua storia, la vivranno con lei e forse correggeranno il loro modo di approcciare il prossimo, dopo aver appreso che un animaletto dal peso di circa 12 grammi può annientare gli attriti tra popolazioni e privare di senso una guerra che, per sua natura, di senso non ne ha mai avuto. Non è questo uno splendido effetto farfalla?
Looking for Satyrus è anche un documentario in fase di completamento, di cui Rena Effendi è regista e protagonista, con il supporto di National Geographic, che ha finanziato l’intero progetto. Curiosi di sapere se la ricerca si è conclusa col tanto agognato incontro della Satyrus effendi? Lo scoprirete solo al termine del film.
Ulteriori fotografie di Looking for Satyrus sono visibili sul sito ufficiale del World Press Photo, mentre tutte le informazioni sulle mostre visitabili nel corso del Festival della Fotografia Etica di Lodi sono disponibili sul sito ufficiale dell’evento, o nel nostro articolo dedicato, che potrete raggiungere cliccando qui.
Festival della Fotografia Etica di Lodi/15ª edizione
- Direzione di Alberto Prina, curatela di Laura Covelli
- Lodi, varie sedi
- dal 28 settembre al 27 ottobre 2024
- festivaldellafotografiaetica.it
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