Come già accaduto ai millennial con le polaroid e i dischi di vinile, anche la generazione Z guarda agli oggetti del passato per mettere in discussione i canoni estetici e tecnologici della propria epoca ed elegge le macchine fotografiche digitali di inizio millennio a vero e proprio oggetto di culto. E le quotazioni di questi prodotti esplodono.
Ogni generazione si è trovata a rovistare nel baule delle epoche precedenti per recuperare oggetti e tendenze passati che, rivisitati e reinterpretati in chiave più moderna, finiscono per diventare icone e stilemi della propria. Queste operazioni nostalgia sono spesso incentivate dall’industria della moda che trova così spunti utili per cavalcare i trend, in un eterno movimento circolare in cui diventa impossibile distinguere causa ed effetto.
Molti oggetti del passato, tra cui cellulari, lettori CD e MP3, jeans a vita bassa e cuffie con il filo, vengono recuperati e diventano simboli di un movimento.
Che cos'è il trend #Y2K
A questa legge non è sfuggita neanche la Generazione Z che ha dato vita a un movimento, identificabile con l’hashtag #Y2K (ossia Year 2000) diventato virale e pervasivo sui social network, nel quale oggetti simbolo di tutto ciò che ha contraddistinto il periodo a cavallo tra la fine degli anni 90 e i primi anni 2000 – jeans a vita bassa, dumb phone, cuffie con filo – vengono recuperati e diventano simboli di un movimento più ampio cui è stato dato il nome di Y2K aesthetic ma anche di Nowstalgia, neologismo che sintetizza la tendenza a provare sentimenti di nostalgia anche per oggetti ed epoche relativamente vicine.
Sui social fioccano le immagini e le pagine dedicate alle compatte digitali degli anni 2000. In alto due schermate catturate navigando su Instagram.
Gen Z: il perfetto e il bello non sono nulla di straordinario
Nell’era attuale, caratterizzata dalla presenza centrale e inevitabile di Instagram e TikTok, il fenomeno Y2K non poteva non coinvolgere anche il modo in cui la Gen Z produce, fruisce e condivide immagini e video. Questi oggi rasentano la perfezione tecnica grazie a una evoluzione tecnologica che per la maggioranza della Gen Z non rappresenta nulla di straordinario, non avendo avuto esperienza della fase pionieristica in cui quella qualità sembrava irraggiungibile. Anzi, paradossalmente, l’attuale omologazione qualitativa verso l’alto viene visto dalla Gen Z come un limite alle proprie capacità espressive e artistiche.
Alte luci spesso saturate, bilanciamento dei colori caratterizzato da bizzarre dominanti, messa a fuoco incerta e rumore visibile già a bassissimi ISO: ecco alcune caratteristiche delle immagini scattate con le compatte digitali degli anni duemila.
Il boom delle “Y2K Camera”
L’epoca che dà il nome alla tendenza rappresenta, dal punto di vista della fotografia digitale, gli albori. Gli apparecchi digitali di allora producevano immagini e video a bassa risoluzione e quelli di fascia bassa, identificate con PS, abbreviazione di Point-and-Shoot, erano immediatamente riconoscibili per alcuni difetti caratteristici: alte luci spesso saturate, bilanciamento dei colori caratterizzato da bizzarre dominanti, messa a fuoco incerta e rumore visibile già a bassissimi ISO.
Ma proprio quelli che allora erano considerati difetti insopportabili da tutti gli apocalittici che all’epoca snobbavano le fotocamere digitali, considerandole una sorta di pessima imitazione della versione analogica, diventano oggi una sorta di cifra stilistica per differenziare le proprie immagini dalla massa di quelle prodotte a colpi di filtri Instagram o profili pellicola integrati nelle app degli smartphone. E considerando che sono stati proprio gli smartphone, grazie a un comparto fotografico e ad app sempre più perfezionati e completi, a cannibalizzare il mercato delle fotocamere digitali PS determinandone la fine, il fenomeno delle #Y2Kcamera appare una sorta di nemesi. E tanto è stato sufficiente perché si scatenasse una caccia all’usato dei modelli più vicini allo spirito #Y2K, fenomeno che ha fatto decollare le loro quotazioni, complice anche la difficoltà di trovare esemplari funzionanti a più di venti anni dalla loro produzione.
Quali sono le Y2K Camera più ambite
Fare un elenco completo delle fotocamere digitali di allora coerenti con lo spirito del fenomeno #Y2K è impresa praticamente impossibile: l’epoca fu caratterizzata da un fiorire di modelli e anche di produttori, alcuni dei quali, come Casio e HP, uscirono poi dal mercato delle fotocamere digitali proprio nel momento in cui stava decollando. Pur consapevoli dei suoi limiti, di seguito vi riportiamo un elenco di tre fotocamere che ci sono sembrate particolarmente rappresentative, citandone le caratteristiche salienti, le quotazioni rilevate sui maggiori siti di compravendita di materiale fotografico usato e vintage, oltre a qualche consiglio per evitare delusioni.
Canon PowerShot G2: 4MP, anno 2001
La Canon PowerShot G2 è una fotocamera compatta a mirino galileiano con sensore da 3,9 megapixel prodotta da Canon dal 2001 al 2002. Dotata di uno zoom di focale equivalente a 34-102mm dalla inusitata luminosità di f/2-2,5 e di una gamma di sensibilità compresa tra 50 e 400 ISO, rappresenta una pietra miliare del suo genere al punto che proprio di recente è stata oggetto di una recensione video da parte di Gordon Laing, storico volto fondatore del sito Camera Labs nonché redattore di DPReview.
I pochi esemplari funzionanti che si riescono a trovare nel mercato dell’usato vengono proposti a prezzi spesso superiori ai 100 euro. Utilizza una batteria proprietaria BP-511 e schede Compact Flash che sono tuttora relativamente facili da reperire.
Fujifilm Finepix F10: 6MP, anno 2005
La Fujifilm FinePix F10 è una fotocamera compatta con sensore 1/1,7″ da 6,3 megapixel prodotta dal 2005 al 2007. Dotata di zoom ottico di estensione equivalente a 36-108mm in formato 135, è stata tra le prime PS a spingersi nell’allora inesplorato campo degli alti ISO, alzando a 1600 il limite della massima sensibilità impostabile.
I pochissimi esemplari di cui viene garantito il funzionamento sonosempre proposti a prezzi superiori a 100 euro. A questo costo va aggiunto quello peracquistare le schede di memoria XD necessarie per il suo funzionamento, non piùprodotte edi non facile reperibilità
Casio EXILIM S100: 3MP, anno 2005
Casio, multinazionale dell’elettronica consumer che uscirà dal mercato delle fotocamere digitali proprio nel momento in cui stava decollando, ha prodotto alcuni modelli che si distinguevano più per la miniaturizzazione spinta che per le caratteristiche tecniche innovative. Il modello S100 fu lanciato nel 2005 ed era dotato di un ordinario zoom 3x ma la lente anteriore era fatta di ceramica trasparente e, a fronte di un sensore con una risoluzione massima non certo esaltante, pari a 3MP, misurava 90mm di larghezza e pesava appena 120 grammi. Poteva registrare anche video in formato 320×240 a 15fps.
Il modello in questione è piuttosto raro da trovare, ma le versioni successive rimasero abbastanza fedeli alla filosofia originale e si possono trovare a prezzi abbordabili.
La soluzione smart per gli aspiranti #y2ker
È facile immaginare che non saranno molti i fortunati che si ritroveranno a casa un esemplare di fotocamera #y2k funzionante e l’acquisto sul mercato dell’usato di apparecchi elettronici realizzati oltre venti anni fa presenta qualche rischio che non tutti sono disposti a correre, viste anche le cifre non trascurabili richieste. Come fare, allora, se non si vuole rinunciare a farsi trascinare dal trend senza rischiare di rimanere delusi? Le fotocamere digitali compatte sono di fatto scomparse dai listini dei produttori tradizionali, con qualche ammirevole eccezione come la serie Ricoh GR o la Fujifilm X100VI, apparecchi che tuttavia sarebbe “offensivo” classificare come #Y2K. Fortunatamente alcuni produttori meno conosciuti mantengono a catalogo qualche modello che può consentire di giocare senza investire capitali. Di seguito trovate un paio di suggerimenti per provarle.
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