Costa ben 2.199 euro solo corpo, ma la Lumix GH6, la più recente ammiraglia Micro QuattroTerzi di Panasonic, si conferma una delle mirrorless più complete per la ripresa video nella sua fascia di prezzo. Anche sul fronte fotografico tante luci e poche ombre, mentre a dir poco eccezionale è l’ergonomia.
- Eccellente ergonomia
- Tropicalizzazione
- Buon rapporto qualità/prezzo
- Comandi esterni completi e personalizzabili
- Sistemi di mira di elevata qualità
- Monitor con doppio snodo e di tipo touch
- Joystick per regolazione rapida AF
- Autofocus articolato e altamente configurabile
- Raffica da 7fps in AFC e Live View
- Stabilizzatore integrato realmente efficace
- Ottima qualità fino a 6400 ISO in RAW
- Connessioni fisiche, virtuali e strumenti di assistenza alla ripresa completi
- Manca flash integrato
- Gamma dinamica non eccezionale
- Autonomia della batteria discreta
A cinque anni di distanza dalla Lumix GH5, quattro dalla GH5S e dopo meno di dodici mesi trascorsi dal lancio della GH5 II, Panasonic rinnova ancora una volta la sua “ibrida” top di gamma Micro QuattroTerzi. La GH6 è la prima mirrorless della serie, ma anche l’unica nel panorama MQT, a spingere sino a 25MP di risoluzione del sensore, e pure a essere in grado di catturare video fino alla risoluzione 5,7K/60p, a 10bit e campionamento colore 4:2:2 senza necessità di un registratore esterno e senza limiti di tempo (sfruttando, per giunta, l’intera superficie del sensore). Questo balzo evolutivo, compiuto grazie a sensore e CPU rinnovati, vede coprotagonista anche il sistema di dissipazione attiva del calore, ora integrato nel corpo macchina in corrispondenza del monitor nel dorso. Sistema autofocus aggiornato, stabilizzatore d’immagine integrato nel supporto del sensore, funzioni multiscatto avanzate e capacità di raffica p iù che discrete, dal canto loro, contribuiscono a rendere la nuova GH6 una mirrorless appetibile anche per i fotografi più ambiziosi.
Panasonic Lumix GH6: struttura e comandi
La costruzione raffinata e l’impostazione professionale hanno sempre caratterizzato le mirrorless della serie GH di Panasonic. E anche questa Lumix GH6 non fa eccezione. I 13mm in più di spessore necessari per far spazio alla ventola di raffreddamento della sofisticata elettronica si vedono ma non si sentono: l’ultima arrivata in famiglia non sarà tra le fotocamere geometricamente più armoniose in circolazione, ma cade in mano come poche altre, regalando la sensazione di avere a che fare con una reflex full frame d’alta gamma più che con una mirrorless MQT. Non a caso è costruita impiegando prevalentemente la lega di magnesio, e tropicalizzata per continuare a funzionare anche in condizioniclimatiche non favorevoli. Gli strumenti di mira sono il monitor posteriore, montato su un nuovo doppio snodo orientabile e basculabile, e il mirino elettronico OLED, la cui attivazione può essere determinata da un sensore di prossimità con sensibilità regolabile. Entrambi hanno diagonale e risoluzione invariate rispetto alla GH5 II: 7,5cm e 1,84 milioni di pixel il display sul dorso, 3,68MP, 0,76x di ingrandimento e 21mm di eyepoint il mirino. La disposizione dei comandi segue la logica adottata sulla Lumix GH5 II: non mancano ghiere e controlli diretti per la gestione consapevole della ripresa, c’è il joystick per la selezione rapida del punto o dell’area di messa a fuoco, e quasi tutti i comandi distribuiti tra dorso e calotta sono configurabili a piacere. Uno di questi è l’esclusivo tasto che permette l’accesso diretto alle impostazioni audio della fotocamera. Infine, i microfoni interni della GH6 possono acquisire l’audio a 48kHz e 24 bit, mentre quelli esterni supportano fino a 96kHz.
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