90mm di focale, il giusto compromesso per la macro sul campo e per il ritratto, resistente alle intemperie e relativamente economico. Il nuovo macro Tamron è stato finalmente riprogettato per le mirrorless. Si inizia con Nikon Z e Sony E; i canonisti per il momento restano delusi.
Era la fine degli anni 70 quando Tamron lanciò il primo 90mm macro. Faceva parte della famiglia SP (Super Performance), aveva apertura massima f/2,5, era ovviamente a fuoco manuale e raggiungeva il rapporto di riproduzione 1:2. Costruito in metallo, poteva essere adattato a una moltitudine di reflex grazie al sistema di innesti intercambiabili Adaptall 2.
Quel 90mm, con cui migliaia di fotografi hanno potuto sperimentare la macrofotografia senza spendere una fortuna, è stato poi aggiornato varie volte, perdendo mezzo stop di luminosità e quella costruzione solida degli obiettivi di una volta, ma anche guadagnando l’autofocus (e con questo una certa versatilità), l’agognato rapporto 1:1 senza accessori e lo stabilizzatore ottico d’immagine.
Ma dal 2016, anno in cui Tamron ha lanciato l’ultima versione dedicata alle reflex Canon e Nikon, più nulla. Fino ad oggi: la sempre più massiccia diffusione delle mirrorless ha finalmente spinto Tamron a rinnovare uno dei suoi cavalli di battaglia, lasciando opportunamente inalterati i dati di targa che hanno reso celebre questo mediotele tra almeno due generazioni di appassionati fotografi.
Tamron 90mm F/2.8 Di III Macro VXD: cosa porta di nuovo e cosa perde
Sebbene focale e luminosità massima ricalchino quelle della maggior parte delle edizioni precedenti, inclusa quella del 2016, il nuovo 90mm macro (modello F072) porta in dote qualche primizia, ma obbliga anche a qualche rinuncia.
Non desta sorpresa lo schema ottico, composto da 15 lenti di cui 4 a bassissima dispersione, né la luminosità massima f/2,8, invariata dal lontano 1996. È piuttosto l’apertura minima, limitata a f/16, a incuriosire. La versione precedente, tanto per non andar lontano, chiude fino a f/32. Chi ci segue sa che i valori di diaframma molto piccoli introducono diffrazione, che può essere talmente forte da vanificare l’incremento della profondità di campo (pdc) che si ottiene a tali valori. Questa, crediamo, sia la logica dietro questa scelta tecnica: chiudere a f/22 o f/32 non è consigliabile, mentre oggi per incrementare la pdc si ricorre sempre più spesso al focus stacking (con soggetti statici), che sempre più fotocamere realizzano in automatismo.
Questo limite inconsueto, però, potrebbe essere legato a un altro aspetto del diaframma, ossia la sua suddivisione in ben 12 lamelle. Forse questa architettura non è compatibile con aperture molto piccole; di certo consente di mantenere una conformazione circolare anche ai valori medi, con effetti positivi sui punti fuori fuoco.
Tamron ha poi deciso di eliminare lo stabilizzatore ottico di immagine VC, presente nelle versioni per reflex del 2012 e del 2016. I motivi: innanzitutto il contenimento dei costi, in secondo luogo la sempre più capillare diffusione delle mirrorless con sensore stabilizzato. Di certo, una sinergia tra stabilizzatore ottico e sul sensore avrebbe esteso le potenzialità di utilizzo con tempi lenti ai maggiori rapporti di riproduzione…
Tamron 90mm F/2.8 Di III Macro VXD: la struttura
Rispetto alla generazione precedente dedicata alle reflex Canon e Nikon, il nuovo mediotele che, lo ricordiamo, è disponibile con innesti Nikon Z e Sony E, cresce leggermente in lunghezza (circa 1cm) e peso (mediamente 25 grammi). Si tratta di aumenti legati al minor tiraggio delle mirrorless, comunque in gran parte compensato dalla inedita progettazione ottica (non si tratta, insomma, della vecchia versione allungata).
L’obiettivo non cambia dimensioni durante la messa a fuoco, affidata a un motore VXD (voice coil) che si annuncia rapido e silenzioso.
Altrettanto importante è la risposta della ghiera in fuoco manuale, una modalità di ripresa che soprattutto in macro va per la maggiore. Dovrebbe avere un feeling “manuale”; di certo la sua demoltiplicazione può essere gestita tramite menu e arrivare a 720°, quindi due giri completi.
Al massimo rapporto di ingrandimento 1:1, considerata la minima distanza di messa a fuoco e la lunghezza dell’ottica, dovrebbero restare a circa 9cm dal soggetto: nella norma per focali tra 90 e 105mm.
Molto utile il parzializzatore del campo di messa a fuoco, al pari del pulsante al suo fianco, personalizzabile.
Il nuovo macro di Tamron, che è ampiamente personalizzabile tramite l’app Tamron Lens Utility, non dispone però dell’anello dei diaframmi, che quindi resta gestibile esclusivamente dalla fotocamera, né, nella versione Nikon, dell’anello di controllo rapido.
Tamron 90mm F/2.8 Di III Macro VXD: i concorrenti
Il nuovo Tamron deve vedersela innanzitutto con il Sony di pari focale, che però risale al 2015 e ha un prezzo di listino di 1200 euro (prezzo medio rilevato inferiore a 1000 euro). Il Sony FE 90mm F2.8 Macro G OSS sfoggia una bella ghiera per la messa a fuoco manuale con distanze e rapporti di riproduzione e soprattutto è dotato di stabilizzatore.
L’altro avversario è il Sigma 105mm F2.8 DG DN Macro | A, che ha un prezzo medio rilevato di 800€. Ha quindi una focale più lunga che consente di mantenere una distanza maggiore dal soggetto, e al pari del Tamron non è stabilizzato. Ha molti comandi diretti e personalizzabili, oltre a una ghiera dei diaframmi de-cliccabile. Gli innesti disponibili sono per Sony E e L-Mount, un terreno quest’ultimo dove Tamron non può spingersi per ovvi motivi.
Ma il nuovo mediotele macro di Tamron adesso entra in competizione anche con Nikon, che nella categoria macro di focale tele propone il Nikkor Z MC 105mm f/2.8 VR S, un’eccellente ottica serie S, stabilizzato, con display LCD monocromatico e anello di controllo personalizzabile. Questo, però, costa di listino oltre 1.200 euro (salvo sconti) e ha un prezzo medio rilevato di 1.100 euro.
Tamron 90mm F/2.8 Di III MACRO VXD (F072): prezzo e scheda tecnica
Prezzo previsto: 699 euro
In vendita dal 24 ottobre 2024
- Apertura massima f/2,8
- Apertura minima f/16
- Stabilizzatore incorporato no
- Schema ottico 15 lenti in 12 gruppi
- Angolo di campo su formato pieno 27°
- Minima distanza di messa a fuoco 23cm
- Rapporto di riproduzione 1:1
- Lamelle del diaframma 12
- Diametro filtri 67mm
- Paraluce in dotazione
- Dimensioni (DxL) 79,2×126,5mm (Sony E); 79,2×128,5mm (Nikon Z)
- Peso 630g (Sony E); 640g (Nikon Z)
- Innesti disponibili Nikon Z, Sony E
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