Riprendere l’aurora boreale è tra le principali ambizioni dei fotografi di viaggio, ma non è da escludere il rischio di organizzare una vacanza rivolta a questo scopo e rientrare a casa “a mani vuote”. Mattia Zebi, in occasione di un tour fotografico in Islanda durato dieci giorni, ha avuto la fortuna di assistere allo spettacolo naturale solo la penultima notte, e ha valorizzato al meglio il fascino del fenomeno. L’autore, infatti, ha scattato una fotografia in uno scenario molto suggestivo, nei pressi di un piccolo corso d’acqua sulla cui superficie si riflettevano le magnifiche tonalità delle luci del cielo. Nonostante le condizioni di scarsissima luminosità, l’esposizione regolata per 15 secondi con diaframma a f/2,8, e la sensibilità impostata a 5000 ISO (con una fotocamera di recente concezione, in grado di “reggere bene” valori così elevati…), hanno consentito a Mattia di ottenere un file di partenza abbastanza ricco di informazioni, vale a dire la base necessaria per un’accurata operazione di fotoelaborazione. In postproduzione il fotografo ha incrementato la luminosità del cielo e delle stelle utilizzando le maschere di luminanza di Adobe Photoshop, per poi introdurre un effetto Orton che diffondesse le luci verdi dell’aurora. Dopodiché ha concluso operando selettivamente sulla nitidezza della figura umana e sul contrasto della chiesetta sullo sfondo e del cielo variopinto.
- mirrorless full frame Nikon Z6
- Tamron SP 15-30mm f/2,8 Di VC USD
- 15 secondi
- f/2,8
- 5000
- anello adattatore FTZ, treppiedi Manfrotto 055 con testa Manfrotto 410, scatto remoto
- incremento della luminosità, introduzione dell’effetto Orton e ottimizzazione della nitidezza selettiva su alcuni elementi in Adobe Photoshop