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Home MOSTRE & CONCORSI MOSTRE FOTOGRAFICHE ARCHIVIO

Jacques Henri Lartigue. “L’invenzione della felicità” fa tappa ad Alba

La mostra del fotografo geniale continua la tournée italiana.

Redazione Fotocult di Redazione Fotocult
28 Febbraio 2023
in ARCHIVIO
© Jacques Henri Lartigue, Richard Avedon, New York, 1966
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Alba (CN)

Dal 17 febbraio al 30 marzo 2023

La Fondazione Ferrero di Alba presenta da venerdì 17 febbraio 2023 a giovedì 30 marzo 2023 un progetto espositivo dedicato al grande fotografo Jacques Henri Lartigue (1894 – 1986): “L’invenzione della felicità”.
La mostra è curata da Denis Curti, Marion Perceval e Charles-Antoine Revol e realizzata in collaborazione con la Casa dei Tre Oci di Venezia e la Donation Jacques Henri Lartigue di Parigi.

"L’invenzione della felicità": una mostra fotografica in viaggio per l’Italia

Se il titolo di questa esposizione vi suona familiare potrebbe essere perché la notizia della mostra è già passata per le pagine – sia cartacee, sia virtuali – di FOTO Cult attraverso un approfondimento dedicato alla prima tappa presso la Casa dei Tre Oci. Dopo il grande successo veneziano ha avuto inizio una vera e propria tournée presso alcune delle più prestigiose sedi espositive italiane, come il Museo Diocesano di Milano e il WeGil di Roma.

"L’Automobile deformata" (1912/13). Jacques Henri Lartigue © Ministère de la Culture (Francia)

Ora la più grande retrospettiva mai dedicata in Italia all’opera del geniale fotografo della Belle Époque è approdata ad Alba nel cuore delle Langhe, con uno speciale allestimento pensato appositamente per gli spazi della Fondazione Ferrero che include un nucleo fotografico inedito dedicata alle frequentazioni piemontesi del fotografo e di sua moglie Florette Ormea, concesso in esclusiva per questa mostra dalla Donation Jacques Henri Lartigue di Parigi.

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo presenta 120 immagini, tra album di famiglia e scatti iconici che Lartigue ha collezionato nel corso della sua esistenza, e abbraccia un arco temporale che va dagli inizi amatoriali, fino alla consacrazione artistica avvenuta nel 1963, quando quasi settantenne il MOMA di New York decide di dedicargli un’importante personale, curata da John Szarkowski.
La selezione include la riproduzione del film documentario “Bonjour, Monsieur Lartigue!”, realizzato dalla fotografa Elisabetta Catalano in occasione dell’omonima mostra al Grand Palais di Parigi del 1982.

Jacques Henri Lartigue, Florette e le Langhe

Alle origini del concepimento di questo progetto espositivo si trova il preciso intento di raccontare per la prima volta il legame tra l’autore francese e il territorio piemontese, offrendo così un punto di vista più intimo e familiare sulla sua produzione. Proprio alla famiglia e all’amore per la terza moglie e musa Florette Ormea Lartigue (1921 – 2000), di origini italiane ma francese d’adozione, si deve la costruzione di questa relazione profonda con le Langhe e la nascita di un insieme di scatti ambientati a Piozzo che vengono presentati finalmente al pubblico in questo contesto.

È molto più semplice per un fotografo anziano essere più interessante di un fotografo alle prime armi, poiché per raccontare il presente è necessario mostrare un punto di vista ogni volta più acuto, concettualmente sostanzioso e originale, in modo da colpire realmente il nostro sguardo ormai troppo anestetizzato dalla quotidianità.
John Szarkowski

Lartigue e Florette risiedevano tra la Costa Azzurra e l’Italia e hanno trascorso diverse estati a Piozzo, un piccolo borgo situato nella valle del fiume Tanaro, città natale della stessa Florette. Negli interminabili soggiorni vacanzieri presso la Casa del Suffragio di Piozzo, Lartigue, ormai fotografo affermato, scrive, respira la realtà di paese, si dedica alla pittura e all’ampliamento del suo corpus lavorativo con fotogrammi cittadini e amorevoli immagini del figlio Dany.

Denis Curti e John Szarkowski descrivono il lavoro di Lartigue

Denis Curti, curatore della mostra Jacques Henri Lartigue. L’invenzione della felicità, ha dichiarato:
“In seguito a interminabili ricerche sulla umanità di questo pilastro della storia fotografica internazionale ed enfant prodige dell’obiettivo mi sono tornate alla mente le parole usate dal neo-direttore del dipartimento di fotografia del MOMA di New York per descrivere la potenza comunicativa intrinseca all’approccio innovativo di Lartigue. Secondo Szarkowski è molto più semplice per un fotografo anziano essere più interessante di un fotografo alle prime armi, poiché per raccontare il presente è necessario mostrare un punto di vista ogni volta più acuto, concettualmente sostanzioso e originale, in modo da colpire realmente il nostro sguardo ormai troppo anestetizzato dalla quotidianità. È la consapevolezza di quanto il tempo sia il vero critico di una fotografia a costituire l’elemento imprescindibile nel processo di testimonianza della propria epoca”.

La comfort zone della felicità

L’opera di Lartigue si caratterizza per l’approccio “umanista”, incentrato sul racconto della dimensione privata, sulla registrazione di quegli attimi di felicità che costituiscono la vita quotidiana. “L’invenzione della felicità” è proprio questo: la capacità di trattenerla, cristallizzarla e ritornare a guardarla ogni volta che lo si desidera, magari all’interno di uno dei 120 album di famiglia realizzati dall’autore nel corso della sua vita.
Questa mostra vuole abbracciare il visitatore sotto un manto accogliente, quasi a creare una ‘comfort zone’ interamente dedicata alla felicità che, partendo dall’universalità vernacolare di un album di famiglia, si estenda alla collettività.

Jacques Henri Lartigue. L’invenzione della felicità

  • A cura di Denis Curti, Marion Perceval e Charles-Antoine Revol
  • Fondazione Ferrero, strada di mezzo, 44 – Alba (CN)
  • dal 17 febbraio al 30 marzo 2023
  • giovedì e venerdì, 15-19; sabato, domenica e festivi, 10-19
  • ingresso gratuito
  • fondazioneferrero.it
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