• Chi siamo
  • Contatti
Scopri fotocult.it Leggi tutto gratis per 30 giorni
venerdì, 22 Settembre, 2023
  • Login
  • Registrati
Abbonamenti
Fotocult.it
Nessun risultato
Mostra tutti i risultati
  • TECHNEWS
    • FOCUS
    • PRIMO CONTATTO
  • TEST
    • FOTOCAMERE
    • OBIETTIVI
    • ACCESSORI
  • GUIDA ALL’ACQUISTO
  • TECNICA
  • CURIOSITÀ
  • CULTURA
    • INTERVISTE
    • PORTFOLIO
    • EIZO TOP SHOT
  • MOSTRE
    • IN PROGRAMMA
    • MAPPA DELLE MOSTRE
    • RACCONTI D’AUTORE
    • ARCHIVIO
  • CONCORSI
    • BANDI
    • VINCITORI
    • APPROFONDIMENTI
    • BANDI SCADUTI
  • LIBRI
    • IN LIBRERIA
    • RECENSIONI
  • GALLERIA
    • PALCO
  • GREENPICS
  • La rivista
  • TECHNEWS
    • FOCUS
    • PRIMO CONTATTO
  • TEST
    • FOTOCAMERE
    • OBIETTIVI
    • ACCESSORI
  • GUIDA ALL’ACQUISTO
  • TECNICA
  • CURIOSITÀ
  • CULTURA
    • INTERVISTE
    • PORTFOLIO
    • EIZO TOP SHOT
  • MOSTRE
    • IN PROGRAMMA
    • MAPPA DELLE MOSTRE
    • RACCONTI D’AUTORE
    • ARCHIVIO
  • CONCORSI
    • BANDI
    • VINCITORI
    • APPROFONDIMENTI
    • BANDI SCADUTI
  • LIBRI
    • IN LIBRERIA
    • RECENSIONI
  • GALLERIA
    • PALCO
  • GREENPICS
  • La rivista
Nessun risultato
Mostra tutti i risultati
FOTO Cult
Nessun risultato
Mostra tutti i risultati
Home CULTURA INTERVISTE

Ivor Prickett. No Home from War per Fotografia Europea

La retrospettiva del fotografo irlandese presso la Collezione Maramotti di Reggio Emilia in occasione della XVIII edizione del festival Fotografia Europea.

Francesca Orsi di Francesca Orsi
15 Aprile 2023
in INTERVISTE
Ivor Prickett, End of the Caliphate, Un uomo collassa fuori da un veicolo blindato presso la postazione di pronto soccorso di Mosul est, stringendo il corpo del fratello minore ucciso qualche momento prima da un attacco di mortaio dell’ISIS, Mosul, Iraq, 2016, Courtesy and © Ivor Prickett
Condividi su FacebookCondividi su Twitter
banner SonyAdvertisement

Ad arricchire il festival Fotografia Europea di Reggio Emilia – che quest’anno si concentra su uno spaccato sentitamente più politico e sociale, rispetto alle edizioni passate, con il focus Europe Matters. Visioni di un’identità inquieta – la grande mostra di Ivor Prickett, No Home from War: Tales of Survival and Loss, alla Collezione Maramotti. Una carrellata temporale, dagli inizi nel 2006 fino ad oggi, in cui si rende visibile l’intero percorso fotogiornalistico di Prickett. L’abbiamo intervistato per farci raccontare il suo lavoro.

Quando e come hai scelto il linguaggio fotografico per raccontare il mondo?

Penso che il linguaggio fotografico sia qualcosa che è in continua evoluzione e cambiamento, almeno così è stato per me. Non è che mi sono seduto e ho pensato a come volevo che le mie foto apparissero e poi le ho eseguite. Ci sono voluti anni di tentativi ed errori, in una costante evoluzione.

Ivor Prickett, Returning Home – Croatia, Peda Radic, 37 anni, è originario del paese di Knin, nella Croazia meridionale, ma è stato sfollato durante l’operazione Tempesta nel 1995. Peda vive da solo presso il centro collettivo di Rtanj nella Serbia sudorientale, Rtanj, Serbia, 2007, Courtesy and © Ivor Prickett

La mostra alla Collezione Maramotti è un viaggio a ritroso lungo tutta la tua produzione fotografica. Rispetto ai tuoi primi lavori del 2006, in quelli più recenti si nota un evidente cambio di prospettiva di narrazione. Inizialmente il tuo sguardo si è concentrato su una dimensione più domestica e familiare - come nel caso del lavoro sulla popolazione serba in Croazia, sfollata negli anni Novanta a causa della guerra, o ancora quello sulla popolazione mingreliana georgiana in Abkhazia - per poi, negli ultimi anni, raccontare il mondo con modalità più reportagistiche. A cosa è dovuto questo cambio di prospettiva?

L’idea di base rimane la stessa, ma penso di aver cambiato il mio modo di lavorare per trasmettere meglio il messaggio. Nel 2006 ero ovviamente molto più giovane e avevo tanto da imparare, lavoravo in un modo più tranquillo e discreto. Quel tipo di approccio si adattava alla mia personalità e in un certo senso stavo solo cercando di definirmi facendo qualcosa di diverso. Lentamente, quando ho iniziato a coprire più storie di tipo breaking news, ho iniziato a rendermi conto che non stavo davvero raggiungendo un pubblico abbastanza grande o avendo un grande impatto con il mio lavoro. Ero troppo introspettivo per penetrare in tutto quel rumore, forse.

banner Eizo monitor

Così ho iniziato a sviluppare un approccio più fotogiornalistico. Non tanto stilisticamente ma più in termini di contenuti. Ho iniziato a pensare a qualcosa di più che cercare di fare belle foto. Principalmente è stata una progressione naturale, ma ho iniziato a capire che per produrre un lavoro d’impatto avevo bisogno di fare immagini sorprendenti che fossero intrise di umanità e pathos, e allo stesso tempo raccontassero storie importanti. Ho iniziato a combinare meglio queste cose e, in un certo senso, ho abbandonato i miei intenti artistici che mi stavano, invece, limitando.

Ho iniziato a capire che per produrre un lavoro d'impatto avevo bisogno di fare immagini sorprendenti che fossero intrise di umanità e pathos, e allo stesso tempo raccontassero storie importanti.
Ivor Prickett
Ivor Prickett, Seeking Shelter. Part I – East, Rifugiati siriani residenti a Fayda, insediamento di tende nella valle libica di Bekaa, fuori dalle baracche dove vivono, di fianco a un canale di acqua inquinata, Bekaa, Libano, 2014, Courtesy and © Ivor Prickett

L’elemento della luce nella tua produzione è sicuramente un elemento di significato molto importante, che rende iconiche le tue fotografie, portando alla mente le immagini sacre e i grandi maestri della storia dell’arte. Ce ne parli?

Come fotografo documentarista, ho sempre avuto la convinzione di dover utilizzare la luce naturale per il mio lavoro, vale a dire di non alterare in alcun modo l’ambientazione. Quando ho iniziato, all’università, mi è stato insegnato a scattare usando la pellicola, prima 35mm e poi gradualmente fino al medio formato e persino al grande formato. Sono stati anni di alta formazione: dall’esposizione del negativo, allo sviluppo della pellicola, fino alla stampa delle nostre fotografie. Penso che questo apprendimento precoce del mezzo abbia davvero contribuito a plasmare il mio modo di comprendere la luce e come sfruttarla. Sono stato anche fortemente influenzato da alcuni dei miei coetanei più anziani dell’Università di Newport, dove questo stile di fotografia documentaria di medio formato era molto diffuso.

Ivor Prickett, End of the Caliphate, Mohammed Haj Ali impegnato, nel periodo che precede la festa musulmana di Eid, a tagliare i capelli ad alcuni dei pochi residenti ritornati nel suo quartiere a Raqqa, Raqqa, Siria, 2018, Courtesy and © Ivor Prickett

Quando scatti su pellicole a colori di medio formato devi essere molto preciso con le tue esposizioni e capire esattamente come la luce può funzionare sia in tuo favore sia a tuo svantaggio. Al giorno d’oggi produrre un’immagine con fotocamere digitali di fascia alta è totalmente diverso: è possibile scattare in quasi tutte le condizioni di illuminazione con ISO estremamente elevati, inoltre si possono commettere molti errori e recuperare comunque un’immagine utilizzabile.
Inizialmente mi sono trovato ad essere interessato al modo in cui la luce naturale poteva essere utilizzata, e sfruttata, per fotografare la vita domestica in un modo che ricordava la pittura classica. Per me, soprattutto all’inizio, questo modo di intenderla è stato un pensiero inconscio, ma poi, dopo aver ricevuto numerosi commenti sulla somiglianza delle mie immagini con pittori come Rembrandt o Caravaggio, mi sono reso conto che questo stile si era, in qualche modo, infiltrato nel mio pensiero fotografico.

Ivor Prickett, Returning Home – Croatia, Slavica Eremic nutre il suo bambino Nikola mentre suo marito Nebojsa dorme, Jurga, Croazia, 2006, Courtesy and © Ivor Prickett

Ma ero anche ben consapevole del potere del giornalismo e di quanto fosse importante essere in prima linea nella storia come lo erano fotografi come McCullin. È stato durante questo periodo universitario, mentre stavo lavorando ai miei primi progetti seri e scrivendo anche la mia tesi, che ho iniziato a costruire una mia visione come fotografo. Durante il mio ultimo anno a Newport ho iniziato a lavorare alla mia serie sui serbi in Croazia, la prima traccia di uno stile che avrei fatto mio in seguito.

Pensi che il fotogiornalismo possa ancora dare il suo contributo nelle menti e nello sguardo della popolazione?

Sì, penso che il fotogiornalismo avrà sempre il suo posto nella comprensione del mondo da parte delle persone. Cosa facciano, poi, quelle persone con quella comprensione o conoscenza è un’altra questione. Credo che la guerra in Ucraina sia l’esempio più recente e viscerale di questo pensiero. All’inizio della guerra, l’Ucraina non aveva davvero il sostegno di cui aveva bisogno per affrontare una guerra contro un paese molto più grande di lei come la Russia. Se non fosse stato per il coraggio di alcuni miei colleghi fotogiornalisti che sono rimasti in Ucraina, anche se l’invasione russa era sempre più ingente, a raccontare quello che stava succedendo, sia il sostegno pubblico, sia quindi la reazione dei governi non sarebbero stati così unanimi, secondo me.

banner SonyAdvertisement

Qual è il tuo personale approccio nel raccontare i territori in guerra? Hai una tua “estetica della guerra”?

Il mio approccio personale alla fotografia di guerra è una combinazione di diversi criteri e sistemi di convinzioni. Giornalisticamente solido, esteticamente intrigante, eticamente e moralmente impegnato. Così descriverei il mio approccio nel raccontare i territori di guerra.

La guerra in Ucraina l’hai raccontata facendo leva particolarmente sull’uso di contrasti molto accentuati tra luci e ombre. Un’oscurità molto più scenografica rispetto ai tuoi precedenti lavori di reportage. Cosa è cambiato nella tua visione, o in cosa la guerra in Ucraina si è differenziata dalle altre, per farti decidere di raccontarla così?

Penso che ogni progetto su cui si lavori sia diverso e che l’approccio, che solitamente si usa, debba rimanere adattabile. Ho anche notato come le mie foto dall’Ucraina siano molto vuote e desolate. Penso che tale vuoto e desolazione voglia dare il senso visivo della fuga di molte persone dalle aree in cui si combatteva in prima linea, compreso Kiev. Nelle mie fotografie rimane, invece, il paesaggio distrutto e le tracce di una vita passata, per cercare di far percepire che l’Ucraina non è sempre stata così vuota.

Ivor Prickett, Fighting to Exist, La casa di famiglia di Oleksandr Kornienko, nel villaggio di Velyka Dymerka, poco a nord di Brovary, è stata distrutta da un attacco di razzi a inizio marzo, poco dopo che le forze armate russe avevano preso il controllo dell’area, Brovary, Ucraina, 2022, Courtesy and © Ivor Prickett
banner SonyAdvertisement

Ulteriori informazioni sul lavoro di Ivor Prickett sono nel sito ufficiale del fotografo ivorprickett.com, mentre ulteriori dettagli sulla XVIII edizione di Fotografia Europea sono su fotografiaeuropea.it.

Ivor Prickett. No Home from War: Tales of Survival and Loss

  • Collezione Maramotti, via Fratelli Cervi 66 – Reggio Emilia
  • dal 30 aprile al 30 luglio 2023
  • ingresso gratuito
  • collezionemaramotti.org

Ti è piaciuto questo articolo? Segui FOTO Cult anche su Facebook, Instagram, Twitter, YouTube e Telegram. Leggi le notizie di FOTO Cult anche su Google News. E non perdere la newsletter gratuita per restare sempre aggiornato.

Potrebbero interessarti anche
Simona Filippini, test moda Parigi
CURIOSITÀ

Simona Filippini, una fotografa a Parigi

Simona Filippini, attualmente fotografa di professione e docente di fotografia, nell’agosto del 1989 incontra a Ravenna Paolo Roversi, già allora ...

17 Dicembre 2022
Courtesy MABOS - ©️ Archivio Mario Giacomelli Il canto dei nuovi emigranti
INTERVISTE

Mario Giacomelli inedito. Intervista con Katiuscia Biondi Giacomelli

Katiuscia Biondi Giacomelli racconta la mostra “Camera Oscura. Il canto dei nuovi emigranti”, con fotografie inedite di Mario Giacomelli.

16 Settembre 2023
© Robin Schwartz, Amelia and Ricky
INTERVISTE

Robin Schwartz. Amelia & the Animals

Robin Schwartz racconta l’indissolubile legame tra i suoi scatti, sua figlia, e la passione condivisa per il mondo animale.

28 Luglio 2023
Hollywood Beach Theatre, Hollywood Beach Florida, 2021 © Stella Johnson
INTERVISTE

Stella Johnson. Convivencia

La fotografa americana Stella Johnson parla di "Convivencia", il suo progetto incentrato sul senso di comunità.

20 Luglio 2023
Ragusa Foto Festival 2023
INTERVISTE

Le “Relazioni” del Ragusa Foto Festival 2023

Il direttore artistico del Ragusa Foto Festival, Claudio Composti, racconta il tema dell’undicesima edizione.

14 Luglio 2023
banner sony choise of creatorsAdvertisement
Tags: FotogiornalismoReportage
Articolo precedente

DJI Inspire 3: un nuovo drone cinematografico professionale

Articolo successivo

Tipa World Awards 2023: i migliori obiettivi

Articolo successivo
TIPA WORLD AWARDS 2023

Tipa World Awards 2023: i migliori obiettivi

banner Sony sidebarAdvertisement

Categorie

Iscriviti alla newsletter gratuita

logo MailChimp

banner Sony sidebarAdvertisement

Naviga per tag

Aggiornamento Firmware Archivio Canon Canon EOS Canon Eos R Canon RF DJI Fotogiornalismo Fotografia analogica Fotografia di paesaggio Fotografia naturalistica Fotoreportage Fujifilm Fujifilm GFX Fujifilm X Instax L-Mount Laowa Leica Leica M Lumix Macro Macrofotografia Medioformato Micro QuattroTerzi Nikkor Nikkor Z Nikon Nikon Z Nikon Z9 Panasonic Pentax RAW Experience Reportage Ritratto Rumors Sigma Sony Sony A Sony Alfa Sony E Sony FE Sony World Photography Awards Tamron Voigtländer
Camera Torino Eve Arnold
banner Fujifilm X-S20
logo FOTO Cult
Dal 2004 FOTO Cult offre un'informazione professionale e appassionata su tecnica e cultura della fotografia. Sostienici e alimenta la tua passione.

Tipa World Award logofotocult.it è membro TIPA dal 2017. Clicca qui per conoscere la storia e la filosofia dell’associazione.


Content Authenticity Initiative logo
fotocult.it è membro della Content Authenticity Initiative

Categorie

  • TECHNEWS
  • TEST
  • GUIDA ALL’ACQUISTO
  • TECNICA
  • CURIOSITÀ
  • CULTURA
  • MOSTRE
  • CONCORSI
  • LIBRI
  • GALLERIA
  • GREENPICS
  • LA RIVISTA

Recenti

© Maleonn, The Last Knight in Shanghai, 2020

The Last Knight in Shanghai: Maleonn racconta la sua foto

22 Settembre 2023
Marilyn Monroe e Montgomery Clift durante le riprese di 'The Misfits'. Nevada, Stati Uniti, 1960 © Eve Arnold/Magnum Photos

Eve Arnold. L’opera, 1950-1980

21 Settembre 2023
  • Cookie e Privacy Policy
  • Termini e Condizioni
  • Contatti
  • Abbonamenti e FOTO Credit
  • Acquista Crediti
  • Cart
  • Checkout
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Cookie e Privacy Policy
  • Home
  • La rivista
  • Login Customizer
  • Mappa Mostre
  • My account
  • PALCO
  • Promozione Gold
  • Prova comparazione
  • Prova gratuita
  • Termini e Condizioni

© 2022 copyright Fotocult s.r.l. C.F. e P. IVA n. 11984891009, Capitale sociale € 20.000,00 i.v. | Web design by Arkomedia Web Agency.

  • Login
  • Registrati
  • Carrello
  • TECHNEWS
    • FOCUS
    • PRIMO CONTATTO
  • TEST
    • FOTOCAMERE
    • OBIETTIVI
    • ACCESSORI
  • GUIDA ALL’ACQUISTO
  • TECNICA
  • CURIOSITÀ
  • CULTURA
    • INTERVISTE
    • PORTFOLIO
    • EIZO TOP SHOT
  • MOSTRE
    • IN PROGRAMMA
    • MAPPA DELLE MOSTRE
    • RACCONTI D’AUTORE
    • ARCHIVIO
  • CONCORSI
    • BANDI
    • VINCITORI
    • APPROFONDIMENTI
    • BANDI SCADUTI
  • LIBRI
    • IN LIBRERIA
    • RECENSIONI
  • GALLERIA
    • PALCO
  • GREENPICS
  • La rivista
Abbonamenti
  • Chi siamo
  • Contatti

Bentornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata? Registrati

Crea il tuo nuovo account!

Registrati e inizia il tuo periodo di 30 giorni di prova gratuita!

Registrandoti autorizzi il trattamento dei tuoi dati personali ai sensi del DL 30 giugno 2003, n. 196 e del GDPR (Regolamento UE 2016/679). Privacy Policy.
Tutti i campi sono obblligatori Log In

Recupera password

Inserisci la tua username o la tua email per reimpostare la password

Log In
Ricevi
ogni settimana
una selezione
degli articoli
più importanti pubblicati
su FOTOCult.it
Ricevi ogni settimana
una selezione degli articoli
più importanti
pubblicati su FOTOCult.it

Iscriviti alla nostra newsletter!

Importante! Sei sicuro di voler usare 1 credito per leggere questo articolo?
Articoli rimanenti da sbloccare : 0
Importante! Sei sicuro di voler eliminare questa sottoscrizione?