Alla Instax Wide Evo riconosciamo subito il merito di aver reso davvero portatile il formato pellicola più grande tra quelli disponibili: è una fotocamera che gli appassionati di questo genere non avranno difficoltà a portare con sé, e con la quale si sentiranno catapultati, per certi versi, indietro nel tempo. L’impostazione a doppia ghiera, l’anello di controllo sull’ottica e il particolare sistema di scatto con comando a leva potrebbero infatti ricordare loro la fotografia praticata con fotocamere a pellicola, se non a banco ottico.
Si affianca, nella gamma, alla Instax Wide 400, che però è completamente analogica e pure piuttosto voluminosa e pesante. Mentre la Wide Evo è ibrida e soprattutto moderatamente compatta e leggera. Costa 400 euro.
Come è fatta la Instax Wide Evo
Di dimensioni simili a quelle della stampante Instax Link Wide (138,7x125x62,8mm), la Wide Evo è costruita interamente in plastica, ma ha un bell’aspetto grazie a delle finiture che ricordano le fotocamere digitali Fujifilm serie X e GFX. Pesa 490 grammi esclusa la cartuccia della pellicola. La parte anteriore è dominata dall’ottica, un 16mm f/2,4 equivalente. Dispone di una ghiera che serve per apportare regolazioni di intensità o posizione ai filtri e agli effetti applicati all’immagine.
Allineati alla sua destra troviamo il classico specchio per i selfie e il’illuminatore led attivabile manualmente o utilizzabile delegando alla fotocamera la sua accensione.
Subito sotto, invece, è stato posizionato l’interruttore per attivare il crop digitale dell’immagine e, quindi, simulare una focale più corta rispetto a quella nativa (più o meno un 28mm equivalente). Anche il pulsante di scatto è posto frontalmente, conformato a leva e con doppia corsa per attivare l’autofocus, che è solo singolo, e riconosce i volti.
Passando sul retro, qui troviamo un grosso schermo LCD a colori da 3,5” e 450k pixel, che è l’unico sistema di mira di questa fotocamera. Non vi aspettate granché: se osservato da destra i colori diventano “negativi”, mentre sotto altri angoli si verificano infedeltà più lievi. Insomma, va guardato dritto negli occhi…
Affiancate ai suoi lati si posizionano invece le due ghiere principali: servono per “miscelare” filtri ed effetti assicurando oltre 100 combinazioni creative. Allineati sotto l’LCD sono stati posizionati, invece, alcuni comandi e il joystick per navigare nel menu, mentre la leva sopra al display sblocca il dorso della fotocamera consentendo il caricamento della cartuccia.
La presa filettata per il treppiedi è posta molto di lato, sul fondello, e immaginiamo questo sia dovuto alla presenza del meccanismo di stampa. Ultimo, ma non per importanza, il manettino che ricorda quello di riavvolgimento della pellicola ha invece il compito di avviare la stampa.
Sostieni il giornalismo specializzato di qualità! Se acquisti tramite il link in questo articolo, FOTO Cult, quale affiliato Amazon, potrebbe ricevere una piccola commissione che non influisce sul prezzo di vendita.
Instax Wide Evo: le connessioni e l’autonomia
Il piccolo sportello posto su un fianco della fotocamera cela la presa USB-C utile per la ricarica, nonché l’alloggiamento per la scheda di memoria MicroSD: quest’ultima può essere utilizzata come supporto a quella interna, che permette l’archiviazione di circa 45 immagini. La Instax Wide Evo dichiara circa 100 stampe per carica, ma non tenendo conto dell’utilizzo sul campo della fotocamera: noi dopo una giornata molto intensa di riprese, siamo riusciti a stampare circa una dozzina di immagini.
10x10 e oltre: le possibilità creative offerte dalla Instax Wide Evo
La Instax Wide Evo si presta all’utilizzo con due mani, con i pollici che cadono comodamente sulle due ghiere di controllo. Quella di sinistra consente di scorrere i dieci effetti dell’obiettivo: Normale, Perdita di luce, Prisma di luce, Vignettatura, Bagliore morbido, Doppia esposizione, Spostamento colore, Sfocatura monocromatica, Colore sfumato e Raggio di luce. Quella di destra, i dieci effetti pellicola: Normale, Vivido, Caldo, Blu cielo, Verde chiaro, Magenta, Seppia, Monocromatico, Ambra ed Estate. Si arriva, così, a ben 100 combinazioni possibili, ciascuna ulteriormente modificabile tramite l’anello di controllo sull’ottica. Il grande pulsante posto in prossimità della fessura di espulsione della pellicola, infine, permette di scorrere tra cinque ulteriori opzioni di “formattazione”: il ritaglio cinematografico in 21:9, il timbro con la data di scatto, un effetto che ricorda il processo di sviluppo al collodio, quello che richiama la mascherina di un provino a contatto e l’ultimo che simula la presenza della perforazione per il trascinamento della pellicola.

Automatica, con possibilità di intervento
L’esposizione durante lo scatto è automatica, ma premendo il pulsante Menu e poi il joystick è possibile compensare l’esposizione tra -2 e +2 EV. L’autoscatto è regolabile su due o dieci secondi, mentre il bilanciamento del bianco prevede sei registri, oltre la modalità Auto. C’è anche un’impostazione per la ripresa Macro che abbassa la minima distanza di messa a fuoco a 10cm. La messa a fuoco è solo automatica, singola con rilevazione su area centrale, ma abbinabile al riconoscimento del volto: in presenza di più soggetti non è però possibile spostare la messa a fuoco tra l’uno e l’altro. Semplicemente, la fotocamera darà priorità a quello più vicino.
Come scatta e come stampa
La Instax Wide Evo integra un sensore CMOS da 1/3” in grado di realizzare immagini da 15MP a 16mm di focale equivalente, solo su memoria esterna. L’utilizzo della memoria interna o il passaggio da 16mm a 28mm di focale comporta invece l’abbassamento della risoluzione a 2560×1920 pixel (circa 5MP). Riguardo alla qualità di stampa, però, non c’è da preoccuparsi, perché la risoluzione del file digitale sarà comunque superiore a quella che la fotocamera è in grado di trasferire sulla pellicola: 1600×1260 punti per quanto riguarda le immagini in memoria, 800×1260 punti se, invece, avviamo alla stampa una foto conservata nello smartphone e non necessariamente scattata con questa fotocamera.
Instax Wide Evo: fotografia lenta
E ora passiamo agli aspetti meno entusiasmanti della Instax Wide Evo. Partiamo dall’accensione, che avviene tramite un selettore a leva posto sul fianco sinistro della fotocamera: a differenza di quanto si è portati a credere osservandolo, è l’anello esterno a muoversi e non la parte più interna, che invece è fissa. Per questo motivo, soprattutto agli inizi, è facile sbagliare la direzione del movimento. Per risvegliare la fotocamera dallo stand-by, inoltre, non basta premere uno qualsiasi dei suoi tasti, ma serve spegnerla e riaccenderla con il citato interruttore.
In generale la Instax Wide Evo risulta piuttosto lenta nel cambiare i filtri, caricare la galleria o mostrare l’immagine a monitor non appena scattata; un comportamento comunque simile a quello della Mini Evo. A proposito di Mini Evo, dobbiamo ricordare che la “Wide”, rispetto a questo modello, rinuncia sia al doppio pulsante di scatto, sia alla slitta porta accessori. Eppure di spazio a disposizione ce n’è…
Con quattro passaggi mostrati in successione al primo avvio, l’App Instax Wide Evo istruisce il fotografo sulle possibilità concesse dall’abbinamento con la fotocamera.
Connessa, a modo suo
Anche la Wide Evo ha un’app per smartphone dedicata come tutti gli altri prodotti della famiglia Instax, che può essere utilizzata per controllare a distanza la fotocamera, trasferire su di essa alcuni filtri o effetti realizzati da altri utilizzatori collegati in rete, oppure avviare alla stampa immagini già presenti nella galleria del telefono. Serve, però, anche come “scatola dei ricordi” per le immagini scattate con la Instax Wide Evo e… stampate. Sì, avete letto bene: solo le immagini di cui si è realizzata anche la stampa potranno essere trasferite – manualmente o in automatico – sullo smartphone. L’alternativa per conservare una copia digitale degli scatti è utilizzare la scheda di memoria ed effettuare il passaggio manualmente. Per concludere, troviamo curioso il fatto che alcune combinazioni di filtri ed effetti siano possibili solo con la fotocamera, mentre altre sono accessibili esclusivamente tramite App. Crediamo che con degli aggiornamenti dedicati sia alla fotocamera che all’app, tutto questo possa essere sistemato.
Instax Wide Evo: il verdetto di fotocult.it
Siamo accaniti sostenitori della stampa, e del ruolo degli album fotografici come testimoni delle storie personali e familiari. La Fujifilm Instax Wide Evo, con il suo formato di stampa relativamente ampio, può dire la sua in questa “missione” sociale.
Ciò che rende l’utilizzo della Instax Wide Evo più piacevole rispetto a quello dello smartphone (che certamente è in grado di realizzare immagini di migliore qualità) è proprio il suo funzionamento, nonché l’idea che una qualsiasi immagine digitale possa rapidamente prendere consistenza, diventare tangibile. Il prezzo della fotocamera è abbastanza alto (e va aggiunto il costo delle pellicole che è di almeno 1 euro a stampa) ma consideriamo il fatto che quello che stiamo pagando non sono solamente un sensore e un’ottica chiusi in uno chassis di plastica (anche ben realizzato), ma un’esperienza fotografica del tutto insolita, nostalgica e per certi versi che incoraggia alla socializzazione. Nonostante l’elettronica non troppo brillante, siamo riusciti a utilizzare con soddisfazione la Wide Evo non solo nel paesaggio, ma anche nella street photography “ragionata”, esercitandoci, cioè, a previsualizzare lo scatto e restare in attesa del momento giusto per realizzarlo. Più difficile la fotografia “d’assalto” per l’eccessiva lentezza di cui sopra, mentre riteniamo ci si possa sentire a proprio agio con questa fotocamera anche nella fotografia di architettura e nel ritratto ambientato.
Instax Wide Evo: Pro e Contro
- Funzione "sociale": stampare è importante
- Finiture eleganti e corpo compatto in rapporto al formato
- Impostazione di scatto ed ergonomia fuori dal comune
- Doppio sistema di archiviazione (interna e su Micro SD)
- Numerosi filtri ed effetti applicabili alle immagini
- Autofocus con riconoscimento del volto integrato (ma vedi contro)
- Comunica con lo smartphone tramite App
- Possibilità di scaricare ulteriori preset creati dai membri della Community
- Elettronica "pigra"
- Lo stand-by obbliga a spegnere e riaccendere la fotocamera
- Interruttore d'accensione dalla logica di funzionamento rivedibile
- Solo le immagini stampate possono essere trasferite allo smartphone
- Utilizzando la memoria interna la risoluzione scende a 5MP
- Riconoscimento del volto automatico solo sulla persona più vicina a chi scatta
- Monitor dai colori poco fedeli se osservato lateralmente
Accensione, ripresa, stampa, sviluppo della pellicola: ecco un breve video in cui mostriamo il funzionamento della nuova Instax Wide Evo.
Scheda tecnica Instax Wide Evo
- Pellicola: pellicola istantanea Fujifilm Instax WIDE
- Dimensioni pellicola: 86x108mm
- Dimensioni immagine: 62x99mm
- Tempo di stampa: circa 16 secondi
- Tempo di sviluppo pellicola: circa 90 secondi
- Obiettivo: 16mm f/2,4 (equivalente su 35mm), con AF singolo e riconoscimento del volto, messa a fuoco da 10 cm a ∞
- Velocità otturatore: da 1/4 di secondo a 1/8000 di secondo (selezione automatica)
- Sensibilità di scatto: da ISO 100 a 1600 (selezione automatica)
- Controllo esposizione: Programmata
- Compensazione esposizione: da -2 a +2EV
- Supporto di archiviazione: memoria interna, scheda di memoria microSD
- Sensore: CMOS da 1/3″
- Numero di pixel registrati: 4608×3456 (interruttore grandangolo ON e scheda Micro SD inserita), 2560×1920 (altre impostazioni)
- Tempo di ricarica della batteria: circa 2-3 ore
- Autonomia di stampa: circa 100 stampe da carica completa
- Connessioni: porta USB-C
- Flash led, attivabile automaticamente o in manuale, portata da circa 30 cm a 1,5 m
- Autoscatto 2 o 10 secondi
- Opzioni creative 10 effetti obiettivo con funzioni di controllo dell’intensità, 10 effetti pellicola e 6 stili pellicola
- Monitor LCD a colori TFT da 3,5 pollici e 460k pixel
- Dimensioni 138,7×125×62,8mm
- Peso: circa 490g
Da Leica un classico degli anni Cinquanta rivisitato: ecco il Summilux-M 50mm f/1.4
Aggiornato per le moderne fotocamere digitali...
Canon entra nel mercato del vlogging con la fotocamera compatta PowerShot V1
Con la PowerShot V1 Canon conferma...
Uno zoom supergrandangolare e luminoso per Fujifilm? Arriva il Tokina atx-m 11-18mm F2.8 X
Già presente con innesto Sony, il...
RED sposa l’innesto Z. Battuto il primo “ciak” di Nikon nel mercato video-cine professionale
La V-RAPTOR Z Mount e la...
OM System mette “l’impermeabile” a tre ottiche del suo ricco catalogo
I nuovi M.Zuiko 17mm e 25mm...