Questa lunga comunicazione è liberamente raggiungibile da chiunque navighi sul nostro sito, ma nasce soprattutto per tutti i lettori di FOTO Cult nella sua versione cartacea, quella originaria. Per tutti indistintamente. Quelli che hanno seguito la rivista sin dal primo numero, andato in edicola nel lontano aprile 2004, così come quelli che l’hanno scoperta solo con il numero di dicembre 2022 / gennaio 2023. Proprio nel fascicolo che ho appena citato, il tradizionale editoriale di pagina 3 ha lasciato il posto a un link che porta qui, il luogo migliore per annunciare la conclusione di un percorso e l’inizio di un nuovo viaggio, con il passaggio del testimone da un mezzo di diffusione all’altro. Sì, con il numero 194 finisce l’esperienza cartacea di FOTO Cult e lo annunciamo con un misto di dispiacere e sollievo. Sono tante le ragioni che ci hanno portato a questa decisione e immaginiamo siano altrettante le domande che sorgono spontanee in chi ci ha acquistato per anni in edicola, e magari si è abbonato per avere a casa la sua copia, e a chi è casualmente atterrato su questa pagina web. Cercheremo di rispondere agli interrogativi che riteniamo maggiormente condivisi, fermo restando che potrete contattarci in forma diretta attraverso i tanti canali disponibili: saremo felici di ricevere le vostre opinioni e soddisfare nuove curiosità.
Perché chiudere?
I motivi sono diversi, ma i più clamorosi e sotto gli occhi di tutti sono legati alla situazione economica che ha reso insostenibili i costi di stampa. Una ciliegina su una torta fatta da ingredienti che negli anni sono diventati sempre più indigesti, dalle edicole sempre meno attente all’editoria specializzata e sempre più simili a bazar, alla distribuzione poco rispondente alle esigenze soprattutto dei piccoli editori. Per rimanere nell’arena dell’editoria cartacea avremmo dovuto aumentare il prezzo di copertina ad almeno 10 euro, ipotizzando di vedere inalterato il gradimento da parte di voi lettori… Tutto ciò in un momento in cui la maggioranza degli italiani deve far fronte ad aumenti folli, ingiustificati e socialmente pericolosi di beni primari.
Quindi ci si vede solo in rete?
Salvo improbabili ravvedimenti del sistema economico mondiale, sì: ed è proprio per questo motivo che abbiamo scelto il nostro nuovo sito web per svelare la nuova vita di FOTO Cult. È il modo più coerente per dimostrare che a cambiare è solo il mezzo e che quasi 20 anni di esperienza (senza contare quella, ancora più lunga, del sottoscritto e di alcuni redattori) troveranno espressione su un palcoscenico con enormi potenzialità. Ma, soprattutto, privo dei confini fisici che limitano il potenziale della pur amata carta stampata.
Come si fa a paragonare la carta con internet?
Il fascino della carta è innegabile, è qualcosa che resta, materia che possiamo conservare, se lo merita, senza temere che il progresso tecnologico, che nessuno di noi sa quale direzione prenderà, la renda illeggibile o censurabile. D’altra parte, uscire dai limiti fisici di una rivista tradizionale, dalle sue due dimensioni, da quello spessore racchiuso tra le copertine, composto per forza di cose da un numero definito di pagine, regala una stimolante sensazione di libertà. Neanche immaginate quante fotografie abbiamo avuto a disposizione per illustrare gli articoli negli anni passati ma che, semplicemente, non hanno potuto avere il meritato spazio nelle pagine di FOTO Cult. O ne hanno trovato poco. Lo stesso vale per i testi degli articoli, che spesso abbiamo controvoglia dovuto sintetizzare. E non parliamo neanche dei video o dei semplici contributi audio, per così dire “non supportati” dal mezzo cartaceo.
Quindi è solo una questione quantitativa?
Se anche fosse, non sarebbe un vantaggio trascurabile. Questo stesso scritto, se confinato nella terza pagina della rivista come lo sono stati sinora i classici editoriali, non avrebbe potuto affrontare con il meritato approfondimento tutte le questioni legate a un passaggio epocale. Per noi e per chi ci segue da tempo.
Ma è anche una questione qualitativa, aspetto ancora più importante. Un testo maggiormente esplicativo, un portfolio al posto di una singola immagine, magari accompagnato da un’audiodescrizione o da un video, porta al lettore un messaggio più esaustivo e perciò qualitativamente più elevato. Chi è arrivato qui dalla pagina 3 della rivista può averne immediata dimostrazione: la rubrica dedicata alle mostre, ad esempio, che su carta è un mosaico di sintetiche informazioni corredate quasi sempre da una piccola fotografia, qui sul sito è un coinvolgente invito alla visita, un mix di considerazioni, anche dei curatori, di commenti redazionali, sempre arricchito da un gran numero di immagini, anche relative all’allestimento. E non manca la mappa interattiva per localizzare le mostre sul territorio italiano (e non solo) così da poter pianificare agevolmente il proprio itinerario culturale. Lo stesso vale per i portfolio degli autori, per le interviste e ovviamente anche per le prove tecniche, che non solo non sono più “filtrate” dalla resa tipografica, a volte incapace di mostrare le sfumature più sottili, ma sono finalmente irrobustite da gallerie foto/video che non lasciano spazio all’interpretazione.
Pubblicare su internet ci consente ovviamente anche di essere più tempestivi che in passato: se prima mandavamo in stampa un periodico, ora, grazie al web, per una corposa sezione di contenuti siamo diventati un quotidiano. Capiamoci: non siamo per la fretta a tutti i costi, anzi, non condividiamo affatto la frenesia consumistica legata a un certo tipo di notizie e titoli a effetto: la nostra filosofia rimane improntata sulla verifica di quanto pubblichiamo e sulla qualità dei contenuti e della forma. Tarderemo un minuto ad annunciare l’arrivo di un nuovo obiettivo? Se sì, ne sarà valsa la pena.
Sarete anche sui social?
Sui social ci eravamo già, e molti di voi, in edicola, ci sono arrivati passando prima da Instagram, da Facebook e per un certo periodo anche da Flickr. Che la presenza attiva sui vari social aumenti la visibilità lo sanno tutti. E una rivista online come fotocult.it deve logicamente avere una presenza social ancora maggiore rispetto a quella che è stata la sua versione cartacea. Tant’è vero che ora potete trovarci anche su Twitter.
Ma attenzione: l’attività social è per noi complementare, una sorta di utile ed educata autopromozione che ci permette di proporre i nostri contenuti al massimo numero di persone potenzialmente interessate.
Che fine faranno gli abbonamenti in corso?
Salve le normali forme di rimborso, gli abbonati alla rivista cartacea potranno richiedere la conversione all’abbonamento al portale. Il sito fotocult.it è infatti in gran parte ad accesso gratuito, ma gli approfondimenti sono riservati a chi sottoscrive una delle formule di abbonamento disponibili. La professionalità della redazione richiede il sostegno dei lettori. Inoltre, crediamo che un certo equilibrio tra proventi pubblicitari e da sottoscrizioni sia la miglior garanzia di qualità dei contenuti e di imparzialità dei giudizi.
Dunque chi era già abbonato alla rivista cartacea potrà contattarci per attivare gratuitamente il proprio account al sito internet, e ci teniamo a sottolineare che la durata dell’abbonamento online avrà durata annuale a prescindere dal numero di fascicoli cartacei non ricevuti.
I numeri arretrati saranno ancora disponibili?
Sì, basterà contattare i nostri uffici per acquistare le copie arretrate ancora in archivio. Stiamo inoltre procedendo alla digitalizzazione dell’archivio delle uscite cartacee, che saranno consultabili liberamente proprio dai titolari di abbonamento annuale, denominato Platinum. Sono già disponibili le annate dal 2019 ad oggi, e gradualmente amplieremo l’archivio procedendo all’indietro verso le origini.
I programmi futuri?
Sono tanti da non entrare neanche in una sconfinata pagina web! Come si dice in questi casi, restate sintonizzati e seguiteci anche in questa nuova avventura.
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