Ricordate Robin Schwartz, la fotografa americana specializzata in ritratti animali? Se la vostra memoria vacilla, vi aiuterà pensare ad Amelia & the Animals, il portentoso progetto di una vita – tutt’ora in corso d’opera – realizzato da Schwartz in collaborazione con sua figlia Amelia, nell’arco di ventidue anni e in compagnia dei più svariati animali incontrati da mamma e figlia nel loro percorso di crescita insieme.
La fotografa è rientrata tra i finalisti del World Report Award 2024 con un lavoro realizzato nel 2018, quando il suo cammino di convinta animalista ha intercettato quello di quella di Mikayla Raines, ventitreenne del Minnesota da sempre appassionata di volpi. Abbandonati gli studi per diventare tecnico veterinario, Raines si è buttata a capofitto nella fondazione di Save A Fox, organizzazione divenuta un’associazione benefica registrata nel 2017.
Il rifugio di Raines accoglie animali autoctoni che non sono nati in natura e di conseguenza non possono esservi rilasciati perché non sarebbero in grado di sopravvivere.
Save A Fox ha offerto cure e riparo a dei visoni, a una lince e anche a un coyote, ma gli ospiti d’onore restano, naturalmente, le volpi. In alcuni casi si tratta di animali domestici che per varie ragioni personali o legali non possono più vivere insieme alle persone con cui sono cresciuti; il resto degli esemplari proviene dagli allevamenti da pelliccia. L’obiettivo di Raines – e della sua organizzazione – è riabilitare le volpi e darne in adozione il maggior numero possibile, trattenendo nella proprietà di Save A Fox quelle che dimostrano un’indole più selvatica.
Robin Schwartz ha raggiunto la giovane “paladina delle volpi”, ha trascorso del tempo nella sua realtà per conoscerla in ogni dettaglio e realizzarne un poetico e coinvolgente racconto fotografico, intitolato Rescued Foxes Find Refuge in Minnesota. L’abbiamo intervistata per farci descrivere la sua indimenticabile esperienza.
Chi è Mikayla Raines?
Mikalaya Raines è la fondatrice di Save A Fox, un’organizzazione no-profit finalizzata a salvare le volpi dagli allevamenti di animali da pelliccia. Quando l’ho conosciuta aveva l’età delle mie studentesse e già era intenta a occuparsi di questioni logistiche riguardanti la tutela delle volpi, curandone ogni aspetto, come la realizzazione e manutenzione di spazi e recinti dedicati, o la gestione puntuale di onerose cure veterinarie.
Mikayla è riuscita a instaurare un rapporto con gli allevatori di volpi da pelliccia, ottenendo il permesso di prendere con sé gli esemplari ritenuti non idonei alla produzione perché affetti da problemi di salute o esteticamente imperfetti.
Quando sono stata nella sua proprietà, aveva da poco salvato un cucciolo di volpe aggredito dalla sua stessa madre, la quale gli aveva staccato le orecchie a morsi, causandogli un’infezione e una parziale sordità. Il suo nome è Ash. Negli allevamenti le volpi appena divenute madri sono costrette a condividere lo spazio di una gabbia con i loro piccoli e questo genera spesso comportamenti aggressivi. Mikayla si occupa della riabilitazione di ogni singolo esemplare salvato, per poi darlo in affidamento una volta tornato in perfetta salute. Save A Fox, infatti, non è un santuario, ma uno spazio di transito per curare il maggior numero di volpi con lo scopo di riuscire a farle adottare in nuove case.
Come sei entrata in contatto con Mikayla?
Ho iniziato a interessarmi alle volpi e allo studio del loro comportamento. La mia ricerca mi ha portato a fare la conoscenza di Mikayla, che ha accettato di farsi fotografare da me, nonché di raccontare il suo lavoro ad Alexa Keefe, la mia redattrice di National Geographic.
Quali sono i comportamenti tipici delle volpi?
Premetto che non sono ancora esperta e che conosco meglio i primati, i gatti e i cani, che fotografo regolarmente. Ciò detto, va sottolineato che le volpi sono diverse dai cani, cosa che per qualcuno potrebbe non essere scontata. Ho trascorso più o meno una settimana nella proprietà di Mikayla e ho potuto osservare che le volpi hanno una gerarchia, sono territoriali e molto possessive nei confronti dei loro giocattoli, sui quali urinano per marcarli. Inoltre, emettono una vasta gamma di vocalizzi e possono essere tanto curiose e vivaci da distruggere qualsiasi cosa capiti loro a tiro.
Ad ogni modo, ciascuna volpe è un individuo a sé e il comportamento può variare molto da un esemplare all’altro, come accade per tante specie animali.
Potresti descrivere la routine di Save A Fox?
Le volpi vengono alimentate sia di giorno sia di notte, ma a parte questo le attività possono differire di giorno in giorno. Mikayla si avvale del supporto di alcuni volontari, che si occupano della manutenzione dei recinti, delle pulizie, dei controlli dello stato di salute degli animali presenti nella struttura, della documentazione necessaria, della gestione dei social media e delle donazioni. Mi è capitato addirittura di assistere a una festa per le volpi, con tanto di torta preparata ad hoc e giocattoli regalo da parte degli sponsor: molte volpi, infatti, hanno degli sponsor che inviano loro forniture di cibi o accessori da Amazon. La proprietà in cui ho scattato le mie fotografie è ricca di alberi e dispone di grandi spazi aperti in cui le volpi si muovono liberamente. Tutti gli animali, però, trascorrono la notte all’interno dei recinti.
Come dicevi prima, sei abituata a fotografare diversi animali, ma non le volpi. Ci sono state particolari difficoltà?
Ho dovuto giusto ingegnarmi un po’, ad esempio attirando le volpi con del pollo essiccato, una vera leccornia per loro. Presto una volpe alfa mi ha fatto capire quanto fosse inappropriato mettere i bocconcini nella tasca dei pantaloni: li ha fiutati subito e per poco non strappava via tutto. Da allora ho iniziato a tenerli nel reggiseno, in modo che non potesse arrivarci. Era luglio, ti lascio immaginare quanto fosse piacevole con il clima umido e appiccicoso dell’estate.
Qual era la tua attrezzatura fotografica?
All’epoca, prima che il cancro mi cambiasse fisicamente, fotografavo con una reflex Canon Eos 5D Mark IV, un obiettivo 24-70mm e un flash Profoto A1. In luce naturale, invece, utilizzavo una Sony Alfa 9 e una Sony Alfa 7R con un obiettivo 24-70mm. Ora fotografo solo con la Sony Alfa 9, perché per me il corredo Canon è troppo pesante.
Quindi ti è capitato di sfruttare della luce artificiale in aggiunta a quella naturale?
Sì, spesso c’era una luce molto intensa e le ombre erano estremamente nette, così mi è capitato di ricorrere al flash in pieno sole per schiarire le parti scure.
Nel tuo lavoro compare una serie di ritratti di persone e animali nei pressi di una finestra. È stata una scelta dettata dalla luce?
Sì, adoro la luce che entra dalle finestre e cerco sempre di sfruttarla il più possibile. Nei miei corsi di fotografia mi capita spesso di assegnare compiti da svolgere con questo tipo di illuminazione. Trattandosi di luce naturale tutte le immagini della serie alla finestra sono state scattate con le due fotocamere Sony.
Di recente ho scattato delle fotografie di mia figlia Amelia con delle scimmie ragno salvate, proprio accanto a una finestra. Le immagini, pubblicate nel mio profilo Instagram @robin_schwartz, fanno parte del progetto che portiamo avanti insieme da anni, Amelia & the Animals. Esistono anche due libri della serie, pubblicati da Aperture.
Di questa esperienza, cosa ti resta nel cuore?
Sono estremamente grata per molti motivi: per essere stata accolta nella casa di Mikayla, per aver avuto l’occasione di osservare da vicino le volpi, di assistere al lavoro dei volontari e di godere della massima disponibilità di Mikayla e del suo braccio destro, Alexis, entrambe molto pazienti nelle sessioni di ritratto. Ho potuto esplorare liberamente la proprietà e apprezzare appieno la determinazione di Mikayla, la sua grinta, la sua capacità di recupero, la sua intraprendenza e tutta l’energia che investe quotidianamente per perseguire la sua missione. È stata davvero stata un’esperienza fantastica.
Qualcosa in più sulle volpi del Minnesota
Parte del materiale fotografico prodotto da Robin Schwartz nel rifugio di Save A Fox è stato pubblicato in un articolo di National Geographic, del quale consigliamo la lettura. Si legge, nel testo, che la questione della gestione delle volpi del Minnesota e degli Stati Uniti in generale è estremamente contraddittoria: questi animali sono considerati selvatici e il Dipartimento delle Risorse Naturali del Minnesota regolamenta come tali gli “ospiti” di Save A Fox, ma non mancano contesti in cui le volpi sono trattate come prodotti agricoli funzionali, al pari di bovini e maiali.
Secondo la regolamentazione della città di Faribault, ad esempio, le volpi di Save A Fox sono da considerare come bestiame. Il paradosso è evidente anche nella possibilità – in alcuni Stati – di detenere le volpi in allevamenti da pelliccia, mentre da una moltitudine di cittadini questi animali sono trattati come domestici, sebbene la loro gestione “casalinga” sia tutt’altro che semplice. Dal punto di vista legale le volpi sono animali selvatici nativi protetti in certi territori, mentre in altri sono considerate parassiti predatori che si possono legalmente uccidere o cacciare per lo sfruttamento della loro pelliccia.
Bio e contatti
Robin Schwartz è una fotografa specializzata in ritratti animali molto apprezzata a livello internazionale. Le sue fotografie sono esposte nelle più prestigiose gallerie e sedi museali del mondo, come il Metropolitan Museum of Art, il Museum of Modern Art, il San Francisco Museum of Art, la Bibliothéque Nationale e il National Museum of Photography, solo per citarne alcuni.
È stata finalista al Festival de Photographie di Hyeres, in Francia, nel 2010; ha ricevuto per due volte la borsa di studio del New Jersey State Council on the Arts e un premio individuale alla Ford Foundation come studentessa laureata al Pratt Institute. Nel 2016 ha ottenuto la Guggenheim Fellowship. È autrice di diversi libri e la sua quarta monografia è Amelia and the Animals, pubblicata da Aperture e segnalata da Time LIGHTBOX come uno dei migliori libri autunnali del 2014. Schwartz è docente di fotografia presso la William Paterson University del New Jersey; ha insegnato all’International Center for Photography di New York e tiene conferenze e talk in tutto il mondo.