Sulla breccia da oltre un anno, la Canon Eos R3 è l'attuale ammiraglia del sistema mirrorless full frame. Nonostante le voci sullo sviluppo della Eos R1, è quindi lei l'alternativa moderna alla Eos-1D X Mark III, reflex professionale per eccellenza.
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Canon Eos R3: prezzo e posizionamento
Chiariamolo immediatamente: benché Canon posizioni la nuova Eos R3 a metà tra la Eos R5 e la professionale a specchio mobile Eos-1D X Mark III, se escludiamo l’autonomia della batteria e la cadenza di scatto con otturatore meccanico ogni specifica di questa nuova mirrorless è pari o superiore a quelle della citata reflex, sino a ieri considerata la professionale per eccellenza nell’ambito dell’intera gamma della Casa. Ecco la ragione per cui crediamo che, sebbene arriverà una Eos R1 ancora più performante, il titolo di ammiraglia, alla nuova R3, per ora calzi a pennello. Per 6.700 euro solo corpo al netto di sconti o promozioni (erano 7.650 euro quelli richiesti per la Eos-1D X Mark III al momento del relativo lancio, ossia nel 2020, mentre oggi costa 7.500 euro), Canon porta nelle mani dei fotografi sportivi una fotocamera in grado di bruciare raffiche da 30fps a piena risoluzione, vale a dire 24,1MP, e di rilevare e tracciare, oltre i volti e gli occhi di esseri umani e animali, anche automobili, cicli e motocicli. A completare il pacchetto ci sono lo stabilizzatore integrato alla base del sensore (il quale è per giunta il primo CMOS di tipo stacked prodotto da Canon), il ritorno dell’Eye AF Control e una struttura che non è solo robusta e tropicalizzata per resistere anche al meteo più inclemente, ma pure la prima nel panorama delle mirrorless full frame a prevedere l’impugnatura verticale integrata e i doppi comandi.
Canon Eos R3: l'ergonomia
L’ergonomia dell’ammiraglia Canon si è evoluta in chiave mirrorless senza grandi stravolgimenti: la R3 è una fotocamera massiccia, dal peso appena superiore al chilogrammo solo corpo, dalla sagoma pressoché quadrata (circa 15x15cm), costruita quasi totalmente con leghe leggere. Al tatto si percepisce perciò la “consistenza metallica” dell’intero chassis: la superficie di contatto è ampia, con spazio per tutte le dita, sia scattando in orizzontale, sia in verticale, operazione tra l’altro semplificata dai citati comandi duplicati; fra questi figurano pure il joystick fisico e lo Smart Controller AF-ON, vale a dire il pulsante per l’attivazione AF con rilevatore ottico integrato, in grado di riconoscere il movimento del dito, con e senza guanti, e di impostare di conseguenza l’area o il punto di messa a fuoco attiva (funzione regolabile a piacimento e disattivabile). Gli altri principali comandi restano grossomodo nella stessa posizione che occupano nella Eos-1D X Mark III, compreso il tasto Play alla sinistra del monitor, in basso, posizione invero “sfortunata” poiché molto scomoda da raggiungere con una sola mano, soprattutto con la fotocamera all’occhio. Ottimi, invece, i dispositivi di mira, con l’EVF da 5,76MP che abbraccia ottimi standard in fatto di ingrandimento e distanza di accomodamento dell’occhio (0,76x, eyepoint 23mm) e il monitor sul dorso (un TFT LCD da 8cm di diagonale e 4,15 megapixel) che, oltre a essere completamente orientabile (soluzione mai vista in precedenza in una “serie 1D”), è anche sensibile al tocco e quindi arruolabile per controllare la fotocamera sia in ripresa, sia in riproduzione. Riguarda però solo il mirino elettronico – e indirettamente il sistema AF ibrido articolato su 4779 punti di rilevazione – una delle più importanti novità della Eos R3: ci riferiamo
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