Fujifilm ha presentato diverse novità durante il suo X-Summit newyorkese di inizio settembre. Alla mirrorless X-H2, la prima APS-C a sfondare il tetto dei 40 megapixel, sono seguite due ottiche, il mediotele XF 56mm f/1,2 R WR per il sistema X e lo zoom supergrandangolare GF 20-35mm f/4 R WR per le mirrorless medioformato. E proprio per queste ultime la Casa ha svelato due progetti che dovrebbero concretizzarsi nel 2023. Si tratta di due obiettivi decentrabili e basculabili, rispettivamente il GF 30mm f/5,6 Tilt/Shift e il GF 110mm f/5,6 Tilt/Shift Macro. Per il fattore di conversione legato alle dimensioni del sensore medioformato (44x33mm), su full frame il 30mm equivale a 24mm, mentre il 110mm equivale a 88mm.
Dalle prime immagini relative a prototipi non funzionanti, deduciamo che le dimensioni dovrebbero essere piuttosto contenute: al di là di virtuosismi progettuali, il traguardo è ottenuto contenendo la luminosità massima a f/5,6. Essendo ottiche destinate rispettivamente all’architettura e al paesaggio il primo, allo still life in studio (con vocazione macro) il secondo, non sarà problematico gestire luminosità contenute.
Non si conoscono ancora i dettagli tecnici, schemi ottici, rapporti di riproduzione e via discorrendo, né tantomeno i prezzi. La notizia è comunque interessante perché dimostra la condivisibile intenzione di Fujifilm di investire in una nicchia anche culturalmente importante come quella del medioformato, e di farlo attraverso lo sviluppo di obiettivi tipicamente apprezzati dai professionisti e in genere dai fotografi per cui il controllo fine di ogni parametro è fondamentale.
Gli obiettivi decentrabili e basculabili consentono, infatti, una gestione molto precisa della prospettiva e della messa a fuoco, aumentando la versatilità delle fotocamere di destinazione fin quasi al livello degli (inarrivabili) banchi ottici a corpi mobili. I più curiosi possono ripercorrere attraverso questa avvincente cavalcata la storia degli obiettivi decentrabili e basculabili.