Roma
Dal 4 al 17 dicembre 2024
A Roma, la Biblioteca “Nilde Iotti” della Camera dei deputati ospita in questi giorni una mostra insolita, che merita tutta la vostra attenzione. Appena entrati ci si trova in uno spazio che si sviluppa longitudinalmente rispetto all’ingresso. Lungo la parte centrale di questo spazio c’è un’infilata di dodici stampe fotografiche in grande formato, montate dietro a spessi pannelli trasparenti.
Sono fotografie di autori riconosciuti a livello internazionale, scatti che con tutta probabilità vi sembreranno familiari… ma non del tutto. Su alcune foto, infatti, compaiono delle macchie scure che impediscono la lettura della zona centrale o dell’area periferica della composizione; su altre foto l’intera superficie appare velata, come coperta da uno strato di texture di rumore bianco, per intenderci quella a puntini bianchi e neri che si visualizza sul monitor della tv in assenza di segnale.
La mostra si intitola World Unseen e le alterazioni che “disturbano” la fruizione delle fotografie esposte simulano il modo in cui le immagini verrebbero viste da chi è affetto da disturbi della vista come il glaucoma, la retinopatia diabetica, la cataratta: uno scossone morale per chi a questa questione ha il privilegio di non dover pensare mai.
Sotto a ciascuna fotografia, più o meno all’altezza delle mani, è disposto un pannello obliquo con un testo in caratteri latini, una descrizione in Braille, un QR code, due pulsanti, un paio di ganci con delle cuffie. E non è tutto: sul pannello c’è una riproduzione tattile della fotografia sovrastante. Cosa vuol dire? Lo scopriamo tra poco.
La fotografia elitaria
Partiamo dalla base: c’è chi non può vedere il mondo coi propri occhi e per questo ha imparato ad ascoltarlo, annusarlo, assaporarlo e toccarlo molto meglio di chi oltre ad ascoltare, annusare, assaporare o toccare può permettersi il lusso di guardare.
Da sempre, però, la fotografia mette in crisi il sistema sopraffino dei quattro sensi con cui ipovedenti e non vedenti percepiscono il mondo.
L’immagine fotografica non parla – nel senso stretto del termine – e anche quando è stampata non si concede al tatto né all’olfatto, che possono rilevare la natura del suo supporto, ma mai il suo contenuto. Il gusto – va da sé – è escluso dai giochi.
Viene quindi da credere che sia impossibile leggere una fotografia senza averne contezza visiva ed è esattamente così se si pensa a una stampa fotografica tradizionale. Se si immagina una tecnologia di stampa innovativa, però, le cose cambiano.
La tecnologia che abbatte le barriere
La tecnologia in questione, “marchiata” Canon, è in grado di mappare un’immagine digitale e stamparla mettendo in rilievo contorni, strutture e dettagli determinanti per la lettura della composizione.
È questo che si intende con “riproduzione tattile” di una fotografia: un’immagine emancipata dalla bidimensionalità, parzialmente materica, che si lascia esplorare da chi sa leggere con le dita e che demolisce finalmente una barriera sensoriale, ampliando significativamente l’accessibilità delle arti figurative.
Canon Arizona 2300 FLXflow: la tecnologia in “rilievo”
Per realizzare le stampe che abbiamo visto in mostra a Roma, Canon si è avvalsa della stampante piana chiamata Arizona 2300 FLXflow: non è un oggetto da tenere sulla scrivania, dato che stampa formati fino al 2×3 metri. Grazie al nuovo software PRISMAelevate XL, l’immagine da stampare viene analizzata e se ne realizza una mappa di profondità: il programma, in parole povere, suggerisce all’operatore quali soggetti individuati nell’immagine dovrebbero essere riprodotti in rilievo. Ma l’ultima parola è dell’uomo, che interviene per finalizzare la mappa prima di mandare in stampa.
La Canon Arizona 2300 FLXflow, a questo punto, passaggio dopo passaggio, deposita pigmenti colorati accumulandone dove necessario, fino a un massimo di 4 millimetri. Il colore, a scanso di equivoci, è fondamentale, perché queste stampe sono destinate anche agli ipovedenti, che possono trarre massimo beneficio dall’osservazione e dal supporto tattile.
Con la medesima attrezzatura Canon ha stampato anche i testi in Braille, limitando secondo convenzione a 0,8mm lo spessore dei simboli.
Lo scopo divulgativo di questa esposizione è amplificato dall’apposizione dei pannelli di plexiglass, all’interno dei quali sono stampati gli effetti di differenti difetti visivi già citati, che in diverse occasioni impediscono la visione di quelli che dall’audiodescrizione risultano essere proprio gli elementi chiave dell’immagine.
Come si legge un’immagine tattile
Non vedenti e ipovedenti toccheranno contemporaneamente la descrizione in Braille e la riproduzione tattile della foto, in una specie di lettura simultanea a due mani, che lascia intendere quanto resti cruciale, almeno in questa fase, il ruolo della parola.
“Assistere, in fase di progettazione e di realizzazione dei prototipi di stampa, alla lettura agile delle immagini da parte di un consulente non vedente coinvolto nel progetto ci ha regalato un’emozione che non è facile descrivere a parole”, ci ha raccontato un rappresentante di Canon lo scorso 3 dicembre in occasione dell’anteprima stampa della mostra.
La selezione delle fotografie in mostra
La tappa romana della mostra World Unseen, inaugurata nella giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, include dodici delle quindici fotografie precedentemente esposte presso la Somerset House di Londra. L’esposizione è stata ideata e organizzata da Canon ed è patrocinata dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e da Croce Rossa Italiana.
La selezione delle immagini, niente affatto casuale, si è basata sulla forza delle storie rappresentate, storie che parlano di determinazione, dignità, resistenza e rispetto. Tra queste la straordinaria vicenda del legame tra Hvladimir e Joar, un esuberante beluga bianco e il pescatore norvegese che gli ha salvato la vita. Nell’ambito della mostra, i due compaiono in un suggestivo scatto a pelo d’acqua del fotoreporter e Canon Ambassador Aleksander Nordahl.
Love: la storia del beluga di Aleksander Nordahl
Lavorando a pochi centimetri dal cetaceo, Nordahl ha immortalato l’attimo in cui Joar si sporge dalla sua barca per poggiare la testa sul melone del beluga Hvladimir, che ha tutta l’aria di apprezzare il gesto.
“Quando Canon mi ha chiesto se volessi contribuire al progetto di una mostra indirizzata a ipovedenti e non vedenti sono rimasto spiazzato e mi sono domandato cosa mi stessero chiedendo di fare esattamente”, ha dichiarato Nordahl in sede di conferenza stampa. “Poi – ha proseguito – ho capito che personalmente non dovevo fare nulla di diverso da ciò che faccio da oltre trent’anni, cioè narrare il mondo attraverso le arti visive”.
Davanti alla sua fotografia, durante la visita della mostra, Nordahl ci ha raccontato di aver lavorato in un contesto diverso dalla norma, una situazione che ha messo alla prova i suoi sensi e che lo ha avvicinato, in qualche modo, al tema portante di questa esposizione. World Unseen, infatti, ha il nobile scopo di mostrare la fotografia a chi non ha modo di vederla, ma anche – e oseremmo dire soprattutto – di sensibilizzare l’intero pubblico rispetto alla percezione del mondo da parte di chi convive con qualsiasi forma di disabilità visiva.
Oggi, l’evoluzione tecnologica permette a queste persone di visitare con partecipazione una mostra fotografica, di ascoltare, leggere e toccare la descrizione di un’immagine prendendosi tutto il tempo necessario, mettendo in atto una fruizione lenta e certamente assimilabile.
Giunti a questo punto, per quanto ancora potremo sostenere che queste persone vedono la fotografia meno di chi la mortifica a colpi di scroll sul proprio smartphone?
È esattamente questo – lento e attento – il modo in cui tutti dovremmo guardare la fotografia.
Le immagini della mostra World Unseen, sono disponibili sul sito ufficiale accompagnate da testi e audiodescrizioni.
World Unseen
- Biblioteca “Nilde Iotti” della Camera dei Deputati, via del Seminario, 76 – Roma
- dal 4 al 17 dicembre 2024
- lun-ven 10-18.30
- ingresso gratuito
- canon.it/view/world-unseen
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