La fotografia di paesaggio può sembrare comoda, semplice. Tutt’altro. Serve preparazione fisica per raggiungere punti di vista esclusivi, programmazione per arrivarci senza difficoltà, studio della luce e del meteo in base alle stagioni, attrezzatura fotografica e abbigliamento adeguati. Insomma, quello che agli occhi di molti può sembrare semplice — perché banalmente possiamo pensare che la foto è già lì e basta solo scattarla — in realtà richiede un’enorme preparazione. Ecco 13 suggerimenti pratici e ragionati per affrontare seriamente questo genere fotografico.
PIANIFICAZIONE
1 - Prima pianifica, poi aspetta la luce giusta
Una fotografia di paesaggio efficace e d’impatto prende vita da due momenti complementari: la preparazione e l’attesa. La prima riguarda la scelta del luogo, lo studio delle mappe, delle condizioni meteorologiche e dell’orientamento della luce. La seconda è la pazienza: anche dopo aver fatto chilometri, può essere necessario restare in attesa per ore, aspettando che le condizioni di luce diventino quanto più simili a ciò che abbiamo previsualizzato nella nostra mente. Anche questi due aspetti sono funzionali alla riuscita di uno scatto.
2 - Esplora gli stessi luoghi in stagioni diverse
Un luogo non è mai lo stesso. La luce cambia, la vegetazione muta… tutto l’ambiente si trasforma. Tornare nello stesso posto dopo qualche mese permette di cogliere sfumature nuove e creare altre composizioni, allenando l’occhio e la mente a guardare in modo più attento, sensibile e personale.
3 - Non temere il brutto tempo
La pioggia, la nebbia, il vento forte: sono condizioni che spesso fanno desistere, ma che invece in questo genere fotografico possono arricchire i nostri scatti. Il tempo atmosferico è parte del paesaggio, e spesso più che fare da sfondo recita un ruolo da protagonista. Un cielo nuvoloso o un banco di nebbia possono creare atmosfere suggestive, misteriose, emozionanti.
COMPOSIZIONE
4. Cammina molto, fotografa poco
Nella fotografia di paesaggio, l’esplorazione è importante quanto lo scatto. Osservare e studiare la luce e i dettagli mentre si cammina permette di “leggere” il paesaggio prima ancora di metterlo nel mirino. Scattare troppo, invece, può distrarre dalla propria missione: cogliere tutta l’essenza della natura che si ha davanti agli occhi, con un’unica fotografia di paesaggio. Sii selettivo e aspetta il momento giusto per scattare.
5. Componi con attenzione tutti i "livelli"
Una buona immagine di paesaggio ha spesso una struttura che si sviluppa in profondità. Il primo piano dà contesto, il centro del fotogramma connette e lo sfondo conclude. Usare questi tre livelli in modo equilibrato e armonico aiuta a guidare l’occhio dell’osservatore dentro la scena e a donare tridimensionalità allo scatto.
6. Sfrutta le linee guida naturali per indirizzare lo sguardo
Fiumi, sentieri, alberi inclinati, ombre proiettate dal sole: la natura è piena di linee che possono condurre lo sguardo verso il soggetto principale. Imparare a individuarle e sfruttarle aiuta a rendere più armoniosa l’immagine. Questi elementi sono come frecce invisibili che accompagnano l’osservatore nel racconto visivo.
7. Sperimenta con i formati: non esiste solo l’orizzontale 3:2 o 4:3
I sensori più diffusi hanno un rapporto tra i lati di 3:2 o 4:3, ma non siamo obbligati a rispettarlo pedissequamente. Già orientare la fotocamera in verticale può bastare per valorizzare soggetti che si sviluppano in altezza, ma si può osare anche con un taglio quadrato, che dona ordine alla composizione, o con un formato panoramico, ideale per esaltare l’ampiezza della scena. Molte fotocamere permettono di selezionare — e visualizzare — il rapporto d’aspetto già prima dello scatto, ma è possibile modificarlo anche in post-produzione. L’importante è mantenere gli elementi principali all’interno del “ritaglio” che abbiamo in mente di conservare.
8. Non escludere la presenza umana
Inserire una figura umana, anche che occupi una piccolissima porzione di scena in un vasto paesaggio, può avere un grande impatto: porta nell’immagine un ordine di grandezza utile per comprendere la maestosità del paesaggio e aggiunge una storia.
TECNICA
9. Aiutati con i filtri
I filtri fotografici sono strumenti indispensabili per il paesaggista. Un filtro ND (Neutral Density) permette di realizzare esposizioni lunghe anche in pieno giorno, creando effetti come l’acqua setosa su un torrente o nuvole strisciate in cielo. Il polarizzatore serve per saturare i colori, eliminare i riflessi e intensificare il blu del cielo o il contrasto delle nuvole. I GND (Graduated Neutral Density), infine, permettono di bilanciare l’esposizone tra cielo e terra quando il primo è molto luminoso e la seconda particolarmente in ombra.
10. Focus stacking: usalo anche nel paesaggio
In certe condizioni, soprattutto con elementi molto vicini all’obiettivo, anche un diaframma molto chiuso non basta per ottenere un fotogramma con tutti i piani di messa a fuoco perfettamente nitidi. Il focus stacking – che molte fotocamere eseguono in modo del tutto automatizzato – consiste nello scattare più foto variando gradualmente il punto di messa a fuoco, per poi unirle in un unico scatto in post-produzione. Il risultato è un’immagine perfettamente definita in ogni dettaglio, che sia vicino al punto di ripresa o molto distante da questo.
11. Non c'è solo il grandangolare
Il teleobiettivo è sottovalutato nella fotografia di paesaggio, ma può diventare un alleato formidabile grazie al suo effetto “estetico” principale, ossia la compressione prospettica: elementi in primo piano, al centro e sullo sfondo – anche molto distanti tra loro – sembreranno quasi sovrapposti, permettendo al fotografo di realizzare composizioni inusuali e astratte.
12. La postproduzione fa parte del gioco
Non c’è nulla di scorretto nella postproduzione. È la fase in cui ogni fotografo può esprimere la propria visione, correggere imperfezioni, bilanciare contrasti e colori. Come in camera oscura per l’analogico, anche nel digitale il lavoro dopo lo scatto è una parte fondamentale del processo creativo. L’importante è farlo con misura, consapevolezza e coerenza.


ISPIRAZIONE
13. Studia i grandi fotografi di paesaggio per ispirarti
Guardare il lavoro dei Maestri della fotografia di paesaggio non significa copiarli, ma capire come questi pensano le immagini. Osserva come compongono, come usano la luce, che relazione hanno con l’ambiente. Qui sotto, quattro letture da non farsi scappare per allenare l’occhio e la tecnica.
7 regole pratiche per chi vuole davvero capire la street photography
Vuoi capire davvero cosa conta nella...
Fotocamere moderne, menu complessi: facciamo ordine con il My Menu
Tutti dovrebbero usarlo, ma pochi lo...
Quando il fuoco è una lama che unisce gli sguardi: i ritratti in medioformato di David Glauso
I ritratti intimistici e spontanei di...
C1, C2, C3: come domare le mille “personalità” delle nostre mirrorless
Tra gli strumenti più utili e...
Due modi di usare l’autofocus: quello “sbagliato” e quello con il tasto AF-ON
Come e perché scollegare l’autofocus dal...
Focus stacking: come superare i limiti della macrofotografia
Obiettivi macro, slitte micrometriche e software...