La recensione completa della nuova Fujifilm X-T5, la versione in stile “classico” con il sensore da 40MP di risoluzione di Fujifilm.
Poche altre fotocamere hanno saputo catturare l’interesse degli appassionati come quelle della serie X-T di Fujifilm; mirrorless che hanno fatto dello stile classico e dell’impostazione rétro tra i caratteri più distintivi. Molti dei fotografi che hanno deciso di sposare questa filosofia, lo hanno fatto ben consapevoli di mettersi in gioco con fotocamere dall’impostazione non comune e dall’ergonomia “d’altri tempi”. Per questo non può essere motivo di dibattito l’elevato tasso di miniaturizzazione della nuova X-T5 rispetto alla X-H2, fotocamera con la quale condivide il record di risoluzione del segmento APS-C. A dirla tutta l’ultima arrivata della famiglia X di Fujifilm può essere annoverata tra le mirrorless di fascia alta più interessanti degli ultimi anni e questo proprio perché in grado di combinare prestazioni fotografiche e video di fascia alta in un corpo macchina estremamente compatto e leggero, oltre che magnificamente costruito.
- Corpo tropicalizzato
- Buona ergonomia considerata la miniaturizzazione del corpo
- Peso leggero e dimensioni compatte
- Selettore fisico per messa a fuoco e Drive
- Ghiere “di servizio” personalizzabili e cliccabili
- Mirino eccellente per ingrandimento
- Monitor tattile e basculabile
- Buona autonomia
- Doppio slot per SD
- Risoluzione record per una APS-C
- JPG ottimi per nitidezza e colore
- Gamma dinamica eccezionale in RAW
- Buona tenuta agli ISO medio-alti anche in JPG
- Video in 6,2K
- Manca presa per le cuffie (fornito adattatore USB)
- Assenza di contatti per Batttery Grip e ventola di raffreddamento
- Attivazione separata riconoscimento volti/occhi e tipologia di soggetto
- Buffer di memoria non eccezionalmente ampio
- Prezzo troppo vicino a quello della X-H2
- Funzionalità video limitate rispetto alla X-H2

Fujifilm X-T5: quanto costa e come si posiziona
La X-T5 si vende a partire da 2.040 richiesti per la versione solo corpo; un prezzo più alto di circa 200 euro rispetto a quello della X-T4 al lancio, nel 2020, e a nostro avviso pericolosamente vicino proprio a quello della X-H2 (oltre che ben al di sopra rispetto al listino di alcune concorrenti come la Canon Eos R7). Per 2.450 può essere invece acquistata in kit con l’XF18-55mm, mentre al costo di 2.550 viene abbinata all’XF 16-80mm. La fotocamera somiglia molto al modello di precedente generazione ma, rispetto a questo, è leggermente più compatta, leggera (circa 50g), pur con un’impugnatura leggermente più profonda e meglio sagomata: l’ergonomia è buona nel complesso, ma la X-H2 a nostro avviso resta la scelta migliore per chi scatta regolarmente con obiettivi lunghi e pesanti. D’altro canto questa mirrorless resta fedele alla linea tracciata a partire dal 2014 con la X-T1: conserva quindi le geometrie di una reflex d’altri tempi, mantiene l’impostazione classica con ghiere separate per la regolazione dei tempi, degli ISO e della compensazione dell’esposizione, oltre quella dei diaframmi oramai integrata su tutte le ottiche Fujinon di recente progettazione (sono quelle che nel nome includono la sigla R, che sta per Ring, anello). Insomma, mentre la serie X-H strizza l’occhio ai generi d’appostamento e al ritratto in studio con un’impronta decisamente più moderna e congeniale al professionista, il DNA della X-T5 resta saldamente ancorato alla fotografia “mordi e fuggi”, quindi con la predisposizione verso generi come la street photography e il reportage.

Struttura e comandi: com'è fatta la Fujifilm X-T5
Alle ghiere per la regolazione di tempi, ISO e compensazione dell’esposizione, la X-T5 affianca due selettori (uno anteriore e uno posteriore) a cui assegnare alcune di queste funzioni qualora si volesse rinunciare all’impostazione classica della fotocamera. Di fabbrica, diversamente, sono programmate per consentire di regolare il tempo di scatto o l’apertura del diaframma entro i 2/3 di stop sopra e sotto i valori riportati sulle rispettive ghiere dedicate (che indicano invece solamente gli stop interi). Vicino alla flangia d’innesto ritroviamo il comodissimo selettore fisico per la selezione della modalità di messa a fuoco, curiosamente non presente sulle due X-H2. La mira sulla X-T5 è affidata a un EVF con risoluzione ancorata a quota 3,64MP (la stessa della X-T4), ma in grado di offrire un ingrandimento di ben 0,8x; può funzionare a 100fps in modalità boost (ma non a 120fps come sulla X-H2) oppure essere regolato per limitare il consumo della batteria. In una nota Fujifilm fa sapere di aver lavorato anche sul sensore di prossimità per la commutazione automatica dell’immagine tra mirino e monitor, rendendo questo passaggio circa il doppio più veloce rispetto al modello di precedente generazione. A proposito di monitor: quello della X-T5 (3” e 1,84MP) torna a essere basculabile solamente in orizzontale e in verticale come sulla X-T3, rinunciando allo snodo classico con ribaltamento laterale utilizzato sulla X-T4 e sulle due X-H2.


Connettività e autonomia
Per mantenere distinte le due serie Fujifilm ha deciso di non includere la presa delle cuffie sulla X-T5: l’ascolto del parlato in diretta resta tuttavia possibile utilizzando un adattatore USB incluso nella confezione. Manca, inoltre, la contattiera sul fondello per alimentare un Battery Grip opzionale; ci sarà invece una basetta opzionale in metallo (MHG-XT5) per dare po’ più di “sostanza” all’impugnatura della fotocamera qualora se ne sentisse il bisogno. Nonostante la X-T5 utilizzi lo stesso accumulatore al litio tipo NP-W235 della X-T4 (e rispetto a questa offra 1,5 volte in più di risoluzione), l’ottimizzazione elettronica ha permesso di aumentare l’autonomia della fotocamera: con una ricarica completa si riescono a realizzare circa 580 scatti utilizzando i sistemi di mira in modalità classica e fino, rispettivamente, a 500 e 570 scatti utilizzando il mirino (100fps) o il monitor (60fps) in modalità Boost. La batteria, oltre che con l’alimentatore di rete incluso nella confezione può essere caricata anche tramite un power bank.

Fujifilm X-T5: come va nella fotografia dinamica
Fino a 15 per secondo a piena risoluzione: è il bottino di scatti collezionabili con la X-T5 durante la raffica con otturatore meccanico, esposimetro e autofocus attivi. Si tratta di prestazioni simili a quelle della X-H2, seppur supportate da un buffer di memoria moderatamente più pigro; 119 JPG, 39 RAW con compressione e 22 senza sono, grossomodo, i file collezionabili con la X-T5 prima che questa rallenti la cadenza di scatto per permettere alla CPU di smaltire la quantità di dati accumulati durante la raffica. Con otturatore elettronico attivo la fotocamera riesce a raggiungere anche i 20 fotogrammi per secondo, ma in questo caso bisognerà tollerare un restringimento dell’angolo di campo (quindi un crop del sensore) di 1,29x.

Multishot a 160 megapixel
La X-T5 offre la modalità ad alta risoluzione con spostamento dei pixel durante i 20 scatti consecutivi necessari per confezionare l’immagine finale da ben 160MP di risoluzione. Come la X-H2, tuttavia, non è in grado di combinare le immagini direttamente, che quindi andranno elaborate al computer tramite il software, scaricabile gratuitamente, Pixel Shift Combiner. A differenza di Sony, che su alcuni modelli come la recente A7R V prevede la correzione automatica del movimento, Fujifilm non integra l’opzione per la soppressione degli artefatti generati dai soggetti in movimento, limitando di fatto le situazioni in cui questa funzione può essere utilizzata con successo. Ricordiamo infatti che qualsiasi movimento registrato dalla fotocamera durante l’acquisizione degli scatti necessari alla realizzazione del DNG finale da 160MP sarà causa, su quest’ultimo, della comparsa di fastidiosi artefatti ineliminabili anche in post produzione. Per questo motivo consigliamo di limitare l’utilizzo del Multishot allo still life, alla fotografia di architettura e, con le dovute accortezza, a quella di paesaggio.


Ripresa video
Mentre sul fronte fotografico, come abbiamo visto, la X-T5 non ha praticamente nulla da invidiare alla sorella maggiore X-H2, su quello video si pone appena un passo indietro rispetto a quest’ultima, pur mantenendo capacità di ripresa tutt’altro che scarse. Anzitutto rinuncia alla risoluzione 8K, mentre quella appena inferiore, ossia il 6,2K, viene ottenuta sfruttando solamente una parte del sensore, con conseguente crop dell’immagine pari a circa 1,22x. Allo stesso modo la fotocamera realizza anche il metraggio 4K “HQ”, che deriva dal 6,2K ritagliato e non dall’8K come sulla X-H2. In qualità 4K/60p la X-T5 – al pari dell’ammiraglia – riesce invece a sfruttare l’intera superficie dell’X-Trans CMOS, ma rinuncia a utilizzare tutti e 40 i milioni di pixel a disposizione (line skipping). Anche le modalità di ripresa ProRes (RAW) non sono supportate se non abbinando alla fotocamera un registratore esterno, e questo perché entrambi gli slot per le schede di memoria accettano solamente le schede di memoria di tipo SD e non anche le più veloci CFexpress.

Fujifilm X-T5: le conclusioni
Se dovessimo giudicare la X-T5 semplicemente per la sua qualità dell’immagine spenderemmo le stesse parole usate per la X-H2. Che poi, guarda caso, è proprio la fotocamera che riteniamo essere la sua concorrente più insidiosa. 200 euro in più, con queste cifre in ballo, non sono tantissimi e valgono certamente il plus offerto dall’ammiraglia in termini di profondità del buffer di memoria e di capacità video. Senza considerare il fattore ergonomia, con possibilità di collegamento al corpo macchina sia della ventola di raffreddamento, sia del battery grip, opzioni precluse alla X-T5. Quanto alla piacevolezza d’utilizzo, invece, non possiamo sbilanciarci nel giudizio perché nonostante la X-H2 calzi meglio in mano, e questo è un dato di fatto, non possiede senz’altro il fascino puro dell’X-T5, che poi è proprio uno dei motivi per il quale questa fotocamera è molto ricercata soprattutto dagli appassionati. Insomma, per calarsi in strada con ottiche non troppo grosse o realizzare reportage di viaggio, senza considerare la possibilità di realizzare bellissimi ritratti con i fissi superluminosi di cui il catalogo Fujifilm è pieno, sceglieremmo senza ombra di dubbio l’ultima arrivata all’interno del sistema X. Crediamo invece che la fotografia d’appostamento a bordo campo, in pista o in oasi naturalistica, ma pure la ripresa fotografica e video in studio restino generi più facilmente praticabili con un corpo macchina come quello della X-H2 tra le mani.
Nitidezza
Il sensore da 40MP della Fujifilm X-T5 è la stessa unità utilizzata dall’ammiraglia della serie X-H2; questo significa che anche questa fotocamera può contare su una densità record, ossia 40 milioni di pixel sparsi un una superficie di 23,5×15,7mm. Come il più delle volte accade, confrontando i file JPG con i RAW associati abbiamo osservato una migliore abilità del file grezzo nel preservare i dettagli a trama finissima soprattutto nelle zone a basso contrasto. Si noti, a tal proposito, le venature del ripiano in legno nei due ingrandimenti pubblicati in alto: laddove nel JPG questo risulta eccessivamente privo di dettaglio, nel file grezzo vengono ottimamente rappresentate tutte le venature della superficie.
Multi Shot Hi-Res
20 scatti effettuati in rapida sequenza in modalità Multi Shot Hi-Res permettono al fotografo di ottenere (via computer) immagini da ben 160MP di risoluzione in formato DNG. Come al solito vale la regola di ritrarre solamente soggetti statici, così da evitare la comparsa di artefatti nel caso qualcosa si muova nell’inquadratura tra uno scatto e l’altro (si noti, per esempio, la lancetta dei minuti dell’orologio).
Gamma dinamica DR


I margini di recupero offerti dal RAW sono decisamente più ampi rispetto a quelli, peraltro buoni, ottenibili scattando in JPG con DR attivo. Pur mostrando, infatti, una discreta capacità nel riportare in gamma soprattutto le alteluci (cosa che ci spinge a suggerire a chi scatta solamente in JPG di privilegiare le ombre di fronte a scene con forti contrasti), il sistema DR della X-T5 non riesce a pareggiare per intensità il recupero ottenibile in entrambi gli estremi della gamma sviluppando un file RAW al computer.
Alte sensibilità

Data la risoluzione in ballo non si possono chiedere a questa X-T5 prestazioni eccellenti lungo tutta la scala delle sensibilità. E infatti, è tra 1600 ISO in JPG e 3200 ISO in RAW che possiamo fissare il limite massimo oltre il quale la qualità delle immagini inizia a peggiorare. Mentre il rumore di crominanza è mantenuto perfettamente sotto controllo fino a fondo scala, quello di luminanza comincia a farsi più evidente a partire proprio dalle sensibilità appena elencate. Proporzionalmente all’aumentare del rumore, iniziano a scomparire i dettagli più fini: si noti a tal proposito il “disegno” del
Autofocus
La Fujifilm X-T5 può scattare tenendo traccia del soggetto (in questo caso un’auto lanciata alla velocità di 50km/h) fino a 15 fotogrammi per secondo con otturatore elettronico attivo. Nella impegnativa sequenza che vedete pubblicata in alto, abbiamo regolato la fotocamera non solo per riconoscere e agganciare un soggetto noto alla CPU sfruttando tutti i punti AF a disposizione, ma pure per mantenerlo agganciato il più possibile qualora fra questo e il fotografo si sia frapposto un elemento di disturbo. Il passaggio dell’auto dietro la siepe oscura completamente e per parecchio tempo il soggetto principale all’occhio della fotocamera, motivo per il quale riteniamo normale lo sgancio della messa a fuoco avvenuto a metà della sequenza. Ciò che invece è interessante sottolineare, è la velocità con la quale la X-T5 ha individuato nuovamente l’auto non sbucata nuovamente da dietro la siepe: poco meno di mezzo secondo (vale a dire appena una manciata di scatti) è un risultato decisamente ottimo. Nella classica sequenza con auto lanciata in rettilineo a velocità da codice della strada (in basso) l’affidabilità del sistema AF della X-T5 non ha deluso le aspettative, mantenendo agganciato il soggetto dall’inizio alla fine. Va detto tuttavia che quando il soggetto è molto piccolo all’interno dell’inquadratura, non sempre la fotocamera si mostra reattiva nell’individuarlo.
Secondo gli standard CIPA, la Fujifilm X-T5 compensa il mosso entro i 7 stop rispetto a quello di sicurezza. Nel caso di un 30mm, questo significa scattare almeno con un tempo di scatto di 1 secondo per tenere conto dell’elevatissima densità del sensore. I nostri redattori hanno ottenuto una media del 50% di scatti accettabili con questo tempo di scatto e dell’80% impostando l’otturatore a 1/2sec. Solo a 1/4 di secondo, invece, tutte le immagini sono perfette. Pur inferiore al dichiarato, ci sembra comunque un risultato eccezionale. I dettagli della chitarra sono al 100%
Galleria
Scheda tecnica Fujifilm X-T5
- Prezzo 2.040 euro solo corpo Importatore Fujifilm Italia Strada Padana Superiore, 2/B – 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) internet fujifilm.it
- Tipo mirrorless full frame di taglia piccola
- Materiale lega di magnesio con inserti in policarbonato e alluminio
- Dimensioni (LxAxP) e peso 129,5x91x63,8mm; 557g con batteria
- Innesto obiettivi Fujifilm X
- Flash incorporato no
- Supporto di memoria doppio slot SD
- Alimentazione accumulatore al litio NP-W235 con autonomia di circa 740 scatti
- Connessioni USB tipo C 3.2, HDMI tipo A, cuffie, telecomando, Presa PC, Wi-Fi, Bluetooth
- Sensore CMOS formato APS-C da 40,2 megapixel, stabilizzato (fino a 7EV) e con sistema di pulizia automatica
- Processore X-Processor 5
- Gamma ISO 125-12.800 (espandibile a 64-51.200, ISO Auto)
- Video fino a 6,2K 30p
- Monitor TFT LCD basculabile da 3” e 1,84 megapixel, touch
- Mirino OLED da 3,69MP, copertura 100%, ingrandimento effettivo 0,8x, eyepoint 24mm
- Messa a fuoco ibrido, articolato su 425 punti selezionabili singolarmente o in gruppi. Rilevamento di viso, occhi, corpo (umano o animale), riconoscimento e tracking di auto, moto, cicli, treni e aerei, area singola o singola di precisione, zona, totale; fuoco manuale assistito
- Esposimetro sensore immagine (256 zone) con misurazione valutativa, collegata ai punti AF, ponderata al centro, spot
- Modi di esposizione manuale, programmata, automatica, a priorità dei tempi, a priorità dei diaframmi
- Modi di scatto singolo o continuo fino 15fps (otturatore meccanico); 20fps (otturatore elettronico e crop dell’immagine di 1,29x)
- Tempi di esposizione da 1/8000sec a 30sec, posa B, fino a 1/180.000 con otturatore elettronico; autoscatto a 2, 5 o 10 secondi
- Sincro flash 1/250sec modalità
- Extra Simulazione pellicola; Effetto grana; Effetto pelle morbida; Bracketing su messa a fuoco, esposizione, gamma dinamica, stile immagine, sensibilità ISO, bilanciamento del bianco; Esposizione multipla, HDR, Pixel Shift Multi Shot..

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