Ha risposto così Nicola Galetto, giovane appassionato di fotografia naturalistica, quando gli abbiamo domandato cosa lo avesse spinto a praticare questo genere. Classe 1989, l’autore ricorda di aver sempre viaggiato con la fotocamera a portata di mano, anche quando si trattava di modelli usa e getta con cui immortalare le prime gite scolastiche da bambino.
Oggi Nicola ha messo a punto il suo corredo fotografico selezionando con cura l’attrezzatura che meglio risponde alle fondamentali esigenze di un fotografo di natura: un corpo macchina capace di restituire immagini di buona qualità ad alti ISO, alcuni teleobiettivi luminosi dotati di un rapido sistema di messa a fuoco e un treppiedi stabile. A questi elementi basilari ha affiancato importanti accessori, quali un buon binocolo che consenta di monitorare la scena in maniera rapida e agevole, e capanni o teli mimetici che riescano a rendere impercettibile, o quasi, la presenza del fotografo sul campo.
Con un’apertura alare media di 1,4 metri la poiana è un soggetto molto affascinante per i fotografi naturalisti. Rapace attento e diffidente, tende a non abbassare mai la guardia e a monitorare a lungo una zona prima di atterrarvi. Nicola è solito fotografare questo animale con teleobiettivi adeguati e con tempi di scatto compresi tra 1/400sec e 1/1000sec, cercando di incrementare la sensibilità ISO il meno possibile. In caso di soggetti in volo, o di conflitto tra due esemplari, tuttavia, l’autore riduce il tempo di esposizione fino a 1/3200sec per non rischiare di ottenere fotografie mosse. In quest’ultimo caso Nicola predilige un diaframma impostato a f/8 in condizioni di buona luminosità.
- Dolomiti Bellunesi
- reflex full frame Nikon D850
- Nikkor 300mm f/2,8 ED
- 1/3200sec
- f/2,8
- 125
Appostamenti
“Per vincere l’elusività tipica degli animali selvatici – spiega il fotografo – è buona norma piazzare il capanno mobile con largo anticipo o, meglio ancora, sfruttarne uno fisso. Solo così i soggetti che intendiamo fotografare avranno modo di abituarsi alla presenza del nascondiglio e di sondarne l’eventuale pericolosità prima di abbassare la guardia e decidere di avvicinarsi”. E se occorre giocare d’anticipo per far sì che gli animali accettino il capanno è altresì necessario essere prudenti nel raggiungere l’appostamento prescelto senza alterare minimamente l’ambiente circostante, muovendosi silenziosamente e, possibilmente, al buio. Il sacrificio è all’ordine del giorno e Nicola non nega di aver trascorso spesso la notte in auto nei pressi del capanno, per potervisi introdurre prima delle luci dell’alba, o di aver camminato per ore, nel cuore della notte, per trovarsi al posto giusto nel momento giusto.
A volte capita di puntare l’obiettivo su un soggetto ed essere sorpresi da qualcosa di inaspettato. Durante una sessione fotografica sulle Dolomiti Bellunesi, Nicola è riuscito a fotografare un capriolo pochi istanti prima che questo riuscisse a schivare un cervo in corsa il quale, a sua volta, era determinato a scacciarlo dal proprio territorio.
- Dolomiti Bellunesi
- reflex full frame Nikon D850
- Tamron SP 150-600mm f/5-6,3 Di VC USD G2 a 300mm
- 1/320sec
- f/6,3
- 5000
Effetto sorpresa
La scelta dei soggetti da riprendere è sempre pianificata preventivamente, ma il più delle volte sono gli scatti inaspettati a conquistare un posto d’onore tra i ricordi più emozionanti collezionati dal fotografo. “Non molto tempo fa – racconta Nicola – ero in appostamento per fotografare un capriolo maschio che si trovava su una collinetta, a circa trenta metri di distanza. Improvvisamente ho avvertito il suono di un galoppo, e dopo pochi istanti un cervo in corsa è apparso mostrando uno splendido palco e puntando il capriolo senza alcuna esitazione. Quest’ultimo è riuscito a evitare lo scontro grazie a una sorprendente prontezza di riflessi, ed è fuggito al di fuori del campo d’azione del cervo, animale estremamente territoriale”.
È sempre più raro riuscire a fotografare un esemplare di ibis eremita. Si tratta, infatti, di una specie a rischio di estinzione, principalmente minacciata dal bracconaggio e dalle variazioni dell’habitat provocate dall’uomo. Attualmente, in Italia, l’ibis eremita è oggetto di un importante progetto di reintroduzione.
- Colli Berici (VI)
- reflex full frame Nikon D850
- Tamron SP 150-600mm f/5-6,3 Di VC USD G2
- 1/500sec
- f/6,3
- 1600
Re indiscusso del bosco, il cervo è l’animale preferito da Nicola, che definisce gli esemplari incontrati sulle Alpi decisamente schivi, specialmente se maschi.
- Dolomiti Bellunesi
- reflex full frame Nikon D850
- Tamron SP 150-600mm f/5-6,3 Di VC USD G2
- 1/400sec
- f/6,3
- 560
Storie da rivivere
Conoscere il comportamento animale è fondamentale per un fotografo naturalista, perché gli consente di operare in modo rispettoso, di ridurre al minimo il disturbo e, perché no, di ottenere immagini migliori facendosi trovare preparato. Grazie alla sua passione e al paziente studio dei soggetti, ad esempio, Nicola ha imparato che i bacini d’acqua attirano moltissimi animali, che parecchi rapaci predano uccelli più piccoli intenti ad abbeverarsi, e che gli ungulati vanno matti per il sale. Dopo aver immortalato frammenti di vita selvatica attraverso la fotocamera, l’autore condivide le sue immagini nella speranza di regalare qualche emozione a chi le osserverà. “Ma soprattutto – aggiunge – amo guardarle e riguardarle per poter rivivere ogni singolo momento, perché a ogni scatto corrisponde una storia che non potrò dimenticare”.
È sempre emozionante e gratificante riuscire a fotografare un animale selvatico, e ancora di più lo è immortalare due specie che dimostrano una pacifica convivenza. In questo scatto una ballerina bianca ha deciso di sostare sul dorso di un cervo, aggiungendo una nota empatica a una fotografia già di per sé molto affascinante.
- Prealpi Venete
- reflex full frame Nikon D850
- Tamron SP 150-600mm f/5-6,3 Di VC USD G2
- 1/640sec
- f/6,3
- 640
Durante una gita fotografica sulle Alpi Orobie, Nicola è riuscito a fotografare uno stambecco alpino intento ad alimentarsi. Sebbene la ridotta profondità di campo non ne aiuti la lettura, la porzione chiara sullo sfondo corrisponde al suggestivo scenario di una cascata.
- Alpi Orobie (BG)
- reflex full frame Nikon D850
- Tamron SP 150-600mm f/5-6,3 Di VC USD G2
- 1/250sec
- f/8
- 100
Abile scalatore, il camoscio predilige territori impervi e poco praticabili dai suoi principali predatori. Raggiungere le zone scoscese che costituiscono il suo habitat risulta spesso complicato per un fotografo, ma una volta conquistato l’appostamento si possono ottenere immagini molto suggestive.
- monte Grappa (TV), a circa 1700 metri d’altezza
- reflex full frame Nikon D850
- Tamron SP 150-600mm f/5-6,3 Di VC USD G2
- 1/250sec
- f/8
- 720
A differenza della maggior parte degli animali selvatici, il camoscio si mostra spesso curioso e confidente nei confronti dell’uomo. Capita infatti che percepisca e tolleri la presenza del fotografo, decidendo addirittura di avvicinarlo. Tuttavia è sufficiente un impercettibile movimento per farlo fuggire improvvisamente.
- monte Grappa (TV), a circa 1700 metri d’altezza
- reflex full frame Nikon D850
- Tamron SP 150-600mm f/5-6,3 Di VC USD G2
- 1/800sec
- f/8
- 250
Tra gli accessori di un fotografo naturalista di rispetto non mancano un solido treppiedi, che metta al riparo dall’effetto mosso e dall’obbligo di trascorrere molto tempo sostenendo a mano attrezzature pesanti, e un binocolo per perlustrare agilmente l’area circostante in cerca di soggetti da fotografare.
Nicola Galetto si serve di un treppiedi Manfrotto MK190XPRO4-3W e di un binocolo Nikon Action EX 10X50 CF.
In molti generi di ripresa, e specialmente nella fotografia naturalistica, capita spesso di avere a disposizione una frazione di secondo per catturare un momento irripetibile. Per farsi trovare preparati, e non sprecare nessuna delle preziose occasioni offerte dalla natura, è bene scegliere il luogo di appostamento senza lasciare nulla al caso.
Qui sopra, un paio di soluzioni messe in atto da Nicola Galetto per fotografare comodamente e senza rischiare di essere notato dai suoi soggetti causandone la fuga. Partendo da sinistra, una rete con effetto camouflage perfettamente integrata con l’ambiente circostante, mostrata prima frontalmente e poi dall’interno del nascondiglio arrangiato sotto un albero, e un capanno situato a circa 1100m di altitudine sulle Dolomiti Bellunesi.
Quest’ultima struttura, proprietà di un amico di Nicola, ha una capienza di due persone, è isolata acusticamente grazie a uno specifico materiale che ne riveste le pareti interne, ed è dotata di un sistema di vetri specchiati che consente di osservare gli animali senza disturbarli, anche a distanza molto ravvicinata. Perciò, proprio per attrarre i soggetti, di fronte al capanno sono stati collocati alcuni posatoi naturali, spesso sfruttati da esemplari di rapaci come astore e poiana.
“Studiare anticipatamente l’effetto del posizionamento del punto di ripresa rispetto al probabile soggetto di ogni sessione – spiega Nicola – non solo permette di essere nel posto giusto al momento giusto, ma anche di avere un maggior controllo sulla composizione dell’immagine. Inoltre è più accurata anche la gestione di luci e ombre, cosa che torna utile a chi, come me, preferisce il formato non compresso. Di conseguenza, il file RAW registrato dalla fotocamera sarà perfetto per ottimizzare la fotografia in postproduzione senza dover attuare forzature”.