Al Google I/O, conferenza annuale dedicata agli sviluppatori, Google ha annunciato che su Android 14 – in uscita in autunno – sarà introdotto un nuovo formato di immagine chiamato Ultra HDR.
Se da un lato Apple ha introdotto l’EDR con immagini salvate nel “nuovo” formato HEIF, Google ha optato per un approccio più conservativo decidendo di rimanere sul formato JPEG.
Ma perché mai scegliere un formato obsoleto come il JPEG? Sicuramente è il più diffuso, ma con altrettanta certezza possiamo affermare che questo formato è tecnologicamente superato ormai da una decina d’anni dai nuovi formati, come il WebP sviluppato dalla stessa Google. Per quanto possa sembrare strana questa scelta, la logica che sta alla sua base potrebbe essere la chiave per dare il via definitivo alla diffusione delle immagini HDR.
Ultra HDR in JPG? Strano ma vero...
Il principio alla base dell’Ultra HDR in formato JPEG è simile a quello dell’HDR HLG per il video, ovvero la retrocompatibilità del formato. Un JPEG standard non può supportare più di 8 bit e tutte le informazioni necessarie per descrivere un’immagine HDR, ecco perché questi dati extra vengono salvati a parte nel file, trattando il JPEG come se fosse un formato “container”. In questo modo un qualsiasi software (browser, app, sistema operativo, ecc.) che non supporta l’HDR leggerà comunque i dati del JPEG “standard” e sarà in grado di visualizzare l’immagine come sempre. Un software aggiornato invece sarà in grado di decodificare anche i dati extra, visualizzando così un’immagine a gamma estesa a 10 bit!
Ultra HDR in JPG: la "colpa" è di Android
A differenza di iOS, l’ecosistema Android è decisamente frammentato e ingestibile in un frangente di questo tipo. Se Google avesse introdotto le immagini in HDR con un nuovo formato come ha fatto Apple, la gestione dei media da parte di tutti i produttori di smartphone e tablet Android sarebbe stata veramente difficoltosa. In questo modo invece hanno brillantemente superato il problema rendendo al 100% retrocompatibile il formato e dando la possibilità a tutti di utilizzare immagini Ultra HDR senza la minima preoccupazione, anche se al costo di utilizzare un formato meno efficiente in termini di compressione e peso del file.
Questa mossa di Google lascia ben sperare anche per la diffusione di questo formato sul web. Di solito l’adozione di nuovi standard da parte di Google Chrome è abbastanza veloce, quindi nel giro di poco tempo potrebbe arrivare il supporto alle immagini HDR in questo nuovo formato da parte del browser più utilizzato al mondo (e di conseguenza di tutti gli altri basati su Chromium).
Già oggi Google Chrome (dalla versione 108) supporta immagini in HDR nel formato AVIF.
Vista in quest’ottica molto probabilmente è il passo che serviva da parte di un gigante come Google per lanciare l’HDR nelle foto: la retrocompatibilità è la chiave di questo nuovo formato, anche se il destino del JPEG è già segnato da tempo e il futuro ricadrà su formati ben più performanti come l’AVIF.