Dal 7 al 20 aprile e dal 16 al 27 settembre Marco Vernaschi e Nikon School organizzano due workshop fotografici nell'affascinante Quebrada de Humahuaca, in Argentina.
Nikon School organizza e sponsorizza Workshop, Masterclass, Webinar, incontri one-to-one, oltre chiaramente a viaggi fotografici ai quattro angoli della Terra in compagnia di fotografi di livello internazionale. È in questo ultimo contesto che si inseriscono i due Workshop organizzati dall’artista, direttore creativo e produttore italiano Marco Vernaschi, che abbiamo contattato per farci illustrare più nel dettaglio il programma di questi viaggi in Argentina.
Partiamo da Cosmovision: spiegaci da dove viene questo nome e perché hai deciso di utilizzarlo per il tuo workshop.
Nella Cosmovisione convivono in armonia idee, punti di vista, simboli e valori delle culture indigene con quelli dei conquistatori. È una cultura rivoluzionaria perché antitetica rispetto a quella che poi è stata la storia. Nei fatti non è una religione, ma una filosofia di vita. La parte rituale esiste ma non è dogmatica; è una maniera di vivere, improntata sull’armonia. Si basa sulla visione centrale di rispetto verso il prossimo, che sia la natura, un essere umano… è, insomma, una filosofia poco complessa che però si basa su valori molto interessanti. E attraverso questi valori – più che con la fotografia – i partecipanti del workshop riusciranno a entrare in contatto con le persone che incontreremo durante il viaggio per capirne ancora meglio la loro cultura.
Che tipo di esperienza pensi di regalare ai partecipanti
Ho immaginato un workshop non troppo verticale, che dia ad ogni partecipante la possibilità di esprimere una visione e stile personale. L’ho sviluppato basandomi sul mio ultimo lavoro “Ahícito Nomás” in cui è molto forte, appunto, il tema della Cosmovisione. Volevo evitare di portare le persone “a fotografare gli indigeni” per cui ho cercato il modo di farle entrare direttamente in contatto con la vita rurale e le persone di questi luoghi. Al di là degli scenari fotograficamente molto interessanti, vorrei che i partecipanti al workshop vivessero un’esperienza multisensoriale.
Il workshop però non è economico...
In questo viaggio, i partecipanti avranno l’opportunità di imparare a fotografare mescolandosi con la cultura dell’Altipiano e vivendola in maniera genuina e diretta, lontano dalle contaminazioni e dai limiti di un approccio turistico.
Inoltre, tenendo in conto il tenore dei servizi a disposizione dei partecipanti, tra cui il trasporto privato in 4×4 e il soggiorno in una posada incantevole, il prezzo è assolutamente adeguato.
Leggiamo che sei in Argentina dal 2005. Come ci sei finito e, soprattutto, perché hai deciso di stabilirti lì. Quanto è responsabile la fotografia di questa tua scelta di vita?
Sono arrivato in Argentina a 31 anni dopo aver ottenuto un lavoro su commissione dal National Geographic. Per loro ho lavorato 6 mesi ed è proprio in quel periodo che ho visto per la prima volta i luoghi che toccheremo quest’anno con il workshop di Nikon School. Non conoscevo nulla dell’Argentina, ma devo dire che mi ha colpito come nessun altro posto. È vero che dal 2001 una serie ricorrente di crisi economiche ha messo in grosse difficoltà il Paese, nonostante ciò – anche grazie a lavori su commissione che realizzo per clienti internazionali – riesco a vivere qui senza problemi.
Sbirciando sul tuo profilo Instagram e nel tuo sito, si nota che in molti tuoi scatti ritrai civiltà molto distanti dalla nostra per cultura e stile di vita. Tutti i tuoi soggetti guardano dritti nell’obiettivo e questo perché, senz’altro, sei riuscito a entrare in contatto con loro non solo attraverso la fotocamera. Credo sia parte del lavoro di chi non vuole limitarsi a scattare foto, ma vuole raccontare storie. Nel tuo workshop insegnerai anche questo ai partecipanti?
Al di là della fotografia bisogna sempre calarsi nella cultura e comprendere il modus vivendi di questi popoli. Un soggetto che guarda in camera, in realtà guarda diretto negli occhi chi osserva la fotografia, ponendosi al suo stesso livello di osservazione. Non necessariamente bisognerà avere questo approccio durante il workshop, ma sarà senz’altro uno di quelli possibili. Nel mio percorso, ho avuto l’opportunità di spaziare tra vari generi fotografici, dal documentario al fine art, approfondendo diversi tipi di linguaggio. Credo semplicemente che sia più interessante connettere e esplorare le storie personali delle persone, da un punto di vista empatico, piuttosto che documentare eventi.
Chi partecipa a questi viaggi è solitamente una persona che vuole regalarsi un’esperienza – magari perché già padroneggia la tecnica – oppure c’è anche chi approda per la prima volta alla fotografia prendendo parte a un workshop dall’altra parte del mondo?
La fotografia è esercizio di ricerca individuale e personale, per cui ognuno sarà libero di raccontare la propria esperienza di viaggio nel formato e con l’attrezzatura che predilige. Pur essendo un’attività di gruppo, i racconti fotografici che verranno confezionati dai partecipanti saranno personali e tutti diversi tra loro per caratteristiche tecniche e genere.
Quali sono i punti più interessanti del programma per i quali, secondo te, vale la pena investire in questo “viaggio fotografico”?
Beh, senz’altro l’incontro con Julia Lamas, la matriarca Gaucha più stimata dell’argentina per il suo carattere e per la sua storia. Passeremo la giornata nel suo ranch in compagnia anche della sua famiglia. Li vedremo lavorare con gli animali, svolgere rituali che sono presenti praticamente in ogni loro attività… Fotograficamente sarà una giornata veramente ricca di spunti perché ognuno potrà approcciarvisi in maniera diversa. I partecipanti saranno incentivati a sperimentare generi narrativi diversi, spaziando dal reportage al documentario, fino al concettuale di stampo fine art, potendo costruire uno story-telling assolutamente personale. Tengo a precisare che non si tratta di un qualcosa di organizzato per far fotografare le persone, ma per far vivere loro un’esperienza genuina, come quella che ho vissuto a mia volta nel conoscere questa meravigliosa famiglia. Ci sarà poi una seconda giornata a Purmamarca con un ritmo più leggero, ma che si concluderà con un’esperienza magica di fotografia notturna in un posto davvero unico…
Il tuo Workshop rientra tra quelli affiliati alla Nikon School Travel; viaggi fotografici organizzati in diversi periodi dell’anno e in molte città nel mondo. Alcuni di questi sono molto verticali per il genere fotografico trattato (street photography a Londra, fotografia naturalistica nelle Galápagos, in Namibia, Kenia…) Nel tuo Cosmovision invece, si spazierà dunque dal reportage al ritratto, senza trascurare il paesaggio… anche notturno. Consigli di partire con lo zaino bello pieno di attrezzatura?
Consiglio di mettere nello zaino tutto ciò che si ritiene necessario, perché ci sarà modo sicuramente di utilizzarlo. Ma vi assicuro che anche i partecipanti che arriveranno con un’attrezzatura essenziale avranno modo di divertirsi. Io stesso, per una campagna che ho realizzato per Apple, ho fotografato questi posti con solo un iPhone.
Bio
Marco Vernaschi è un artista visivo, direttore creativo e produttore italiano, conosciuto nel mondo per le sue campagne di comunicazione ed il suo stile spesso provocativo. ll suo lavoro fa parte di diverse collezioni private e museali, mentre i suoi lavori editoriali sono pubblicati regolarmente dai media più prestigiosi, tra altri National Geographic e TIME. Nel corso degli anni, oltre a ottenere diversi riconoscimenti a livello internazionale, tra cui il World Press Photo Award, ha sviluppato una amplia varietà di produzioni, spaziando dal documentario a campagne d’impatto sociale, passando per l’arte contemporanea, che lo ha portato alla Biennale Di Venezia.