Che i prezzi negli ultimi anni abbiano reso la fotografia un hobby da ricchi è sotto gli occhi di tutti. Per questo appaiono subito più simpatici quei prodotti che, almeno nelle intenzioni, cercano di non rendere impossibile restare al passo con il progresso tecnologico.
I due zoom Canon in prova rientrano in questa categoria. Sia chiaro, costano circa 1.370 euro ciascuno, ma basta fare un salto sullo store online di Canon per rendersi conto che se si ci si vuole elevare dagli zoom di primo equipaggiamento non c’è nulla di più economico. E come ben sappiamo, non esistono ancora alternative universali full frame, nonostante la recente apertura di Canon.
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I due zoom nella gamma Canon RF
Ma facciamo un passo indietro per inquadrare la bella coppia che vedete in apertura d’articolo. Lo zoom innestato sulla fotocamera è il Canon RF 28-70mm F2.8 IS STM: il più vicino per prezzo, anche se assai poco paragonabile per classe, focale e luminosità, è il Canon RF 24-105mm F4 L IS USM, che di listino costa 1.570 euro. È infatti un serie L, ha una maggiore escursione, ma è meno luminoso di uno stop. Se si vuole a tutti i costi un f/2,8 bisogna guardare al Canon RF 24-70mm F2.8 L IS USM, che costa la bellezza di 2.880 euro. È appena il caso di avvisare che se f/2,8 risultasse “buio”, Canon offre un RF 28-70mm F2 L USM a 3.310 euro.
Lo zoom languidamente appoggiato al binomio Eos R5-RF 28-70mm F2.8 IS STM è l’altro protagonista della prova, ossia il Canon RF 16-28mm F2.8 IS STM: anche in questo caso, se escludiamo il “basico” RF 15-30mm F4.5-6.3 IS STM da 640 euro, il più vicino al 16-28mm è il Canon RF 14-35mm F4 L IS USM che costa 1.740 euro (recentemente aumentato di 100 euro). Chi vuole prospettive ancora più esasperate punti dritto al Canon RF 10-20mm F4 L IS STM (2.850 euro) mentre chi pretende il “dueotto” dovrà optare per l’RF 15-35mm F2.8 L IS USM (2.880 euro).
Insomma, non scherzavamo: i due zoom in prova sono il primo gradino per accedere, in casa Canon, alle ottiche luminose. A quale rinuncia obbligano per risultare così “economici”?
Zoom sì, ma con moderazione
Il primo dato che balza agli occhi è la contenuta escursione focale. Il 16-28mm ha un fattore di moltiplicazione 1,75x, il più basso tra gli zoom grandangolari Canon dedicati alle mirrorless full frame serie R. Il 28-70mm è un 2,5x che in assoluto non è un fattore “avaro”, ma posto di fianco agli altri zoom trans-standard (ossia che includono la focale normale 50mm) sembra un’ottica di altri tempi. Crediamo però che Canon abbia concepito questi due zoom come complementari, lasciando intuire anche che presto saranno affiancati da un 70-200mm f/2,8 stabilizzato. Si avrebbe quindi la tanto agognata “trinità” f/2,8 spendendo la metà rispetto a quella in serie L.
Manca la linea rossa: è grave?
E a proposito di serie L, la non appartenenza alla famiglia nobile di ottiche Canon comporta qualche rinuncia su vari fronti. Ad esempio, manca la ghiera di controllo rapido, che è in condominio con quella della messa a fuoco. Quindi chi lavora costantemente in AF non ne sentirà la mancanza, chi ama personalizzare la messa a fuoco invece dovrà farne a meno.
Dal punto di vista ergonomico, però, le differenze finiscono qui. Sebbene sotto la scocca i serie L possano vantare una struttura più raffinata e meno “plasticosa” di quella riscontrata sui due zoom in prova, l’esperienza d’uso è positiva.
I due zoom, che a bocce ferme sono quasi indistinguibili, raggiungono il minimo ingombro portando la ghiera dello zoom oltre la focale minima. Sono quindi zoom cosiddetti collassabili, una soluzione che non compromette la resistenza alle intemperie ed è volta a contenere gli ingombri a riposo. È un escamotage che non troviamo nelle ottiche spiccatamente professionali, studiate per essere sempre pronte all’uso.
Curioso notare che il 16-28mm raggiunge la massima lunghezza a 16mm e si accorcia a 28mm, mentre il 28-70mm ha un comportamento più “naturale”, allungando al massimo la sezione telescopica per arrivare alla focale mediotele da ritratto. Identici per diametro massimo (76,5mm) e passo filtri (67mm), si differenziano apena per lunghezza (1,2mm in più sul 28-70mm) e peso, 445g per il 16-28mm, 490g per il 28-70mm.
Se c’è una cosa che non ci va giù è l’assenza del paraluce nella dotazione di serie: sullo store Canon quello dedicato allo zoom grandangolare costa 36 euro, mentre per quello compatibile con lo zoom 28-70mm servono addirittura 77 euro. Esistono fortunatamente paraluce non originali a buon mercato per entrambi gli zoom (prendete nota dei codici nelle rispettive schede tecniche).
Sotto la pelle
I due nuovi zoom montano motori di messa a fuoco STM (passo-passo) più che adeguati a muovere in rapidità e nel silenzio assoluto i gruppi di lenti deputati. Lo zoom grandangolare mette a fuoco fino a 20cm dal piano focale, con un rapporto di riproduzione (RR) 1:3,8 a 28mm. Lo zoom standard si ferma a 27cm e offre un RR pari a 1:4,1 a 70mm di focale. In entrambi i casi, ottimi valori.
Non manca lo stabilizzatore d’immagine IS, che troviamo utilissimo soprattutto nello zoom 28-70mm, ma che non disprezziamo neanche nel 16-28mm, soprattutto se impiegato in video o in foto alle sue focali maggiori. A quelle più corte, infatti, gli 8 stop promessi con fotocamere stabilizzate sono inutilizzabili, portando a tempi di esposizione durante i quali anche i fotografi più rocciosi introdurrebbero vibrazioni non compensabili dall’IS.
Infine il diaframma, composto da 9 lamelle in entrambi i casi: ricordiamo che lo sfocato è influenzato dal diaframma solo quando questo è in funzione, quindi con l’obiettivo non a tutta apertura, mentre il carattere di un’ottica a nostro avviso va valutato a tutta apertura.
Scheda tecnica Canon RF 16-28mm F2.8 IS STM
- Prezzo 1.369 euro
- Apertura massima f/2,8
- Apertura minima f/22
- Schema ottico 16 lenti in 13 gruppi
- Stabilizzatore incorporato sì, 5,5 stop (8 stop con IBIS)
- Angolo di campo (full frame) 108°-75°
- Minima distanza di messa a fuoco 0,2m
- Rapporto di riproduzione 1:3,8 (a 28mm)
- Lamelle del diaframma 9
- Diametro filtri 67mm
- Paraluce EW-73E (opzionale)
- Dimensioni diametro 76,5mm, lunghezza 91mm
- Peso 445g
- Innesti disponibili Canon RF
- Importatore Canon Italia
Scheda tecnica Canon RF 28-70mm F2.8 IS STM
- Prezzo 1.369 euro
- Apertura massima f/2,8
- Apertura minima f/22
- Stabilizzatore incorporato sì, 5,5 stop (7,5 stop con IBIS)
- Schema ottico 15 lenti in 12 gruppi
- Angolo di campo (full frame) 75°-34°
- Minima distanza di messa a fuoco 0,27m
- Rapporto di riproduzione 1:4,1 (a 70mm)
- Lamelle del diaframma 9
- Diametro filtri 67mm
- Paraluce EW-73D (opzionale)
- Dimensioni diametro 76,5mm, lunghezza 92,2mm
- Peso 490g
- Innesti disponibili Canon RF
- Importatore Canon Italia
Le prove sul campo
Prima di lanciarci nel commento alle immagini, diamo un’occhiata agli schemi ottici pubblicato qui sopra. Il 16-28mm è composto da 16 lenti in 13 gruppi e include 4 lenti UD e 2 lenti asferiche. Il 28-70mm conta 15 lenti in 12 gruppi, 2 lenti UD e altrettante asferiche.
Entrambi gli zoom hanno lo strato antiriflessi più semplice di Canon, il Super Spectra, mentre sono orfani dello strato al fluoro sulla lente frontale che aiuta a repellere olio, acqua e ditate.
È molto importante sottolineare che entrambi gli zoom si appoggiano sulla correzione digitale della distorsione, che difatti non è disattivabile in camera, mentre gli altri difetti ottici, come caduta di luce ai bordi, aberrazioni cromatiche laterali e diffrazione, lo sono.
Le immagini di questo paragrafo dedicato alla nitidezza sono RAW sviluppati abilitando le correzioni così da far vedere la resa ottica al netto di distorsione e caduta di luce ai bordi.
Come va il Canon RF 16-28mm F2.8 IS STM a 16mm
Lo zoom grandangolare è la vera sorpresa di questo test. Aiutato da un’escursione focale non esasperata, il 16-28mm mostra una nitidezza eccellente al centro a qualsiasi focale e diaframma. Ai bordi dà il meglio a f/5,6 ma anche a tutta apertura è più che buono. Da f/8 in poi la diffrazione inizia a manifestarsi.
La resa al centro
La resa ai bordi
28mm: focale comune solo sulla carta
La focale massima dell’uno e la minima dell’altra non generano immagini perfettamente sovrapponibili. Incuriositi, abbiamo calcolato le focali effettive scoprendo che il 16-28mm arriva a 27,8mm mentre il 28-70mm parte in realtà da 29,8mm. Le due fotografie in dissolvenza mostrano cosa comporti la differenza di 2mm in ambito grandangolare.
La nitidezza a 28mm
Dalle immagini sopra, ripetute ai vari diaframmi, abbiamo prelevato aree comuni per confrontare, per quanto possibile, i due zoom alla focale “comune”. Se al centro è difficile distinguerli, essendo entrambi eccellenti da f/2,8 a f/8, ai bordi è il 16-28mm a prevalere, con un contrasto maggiore e minori aberrazioni in generale. Il dettaglio del 16-28mm a f/2,8 è più scuro nonostante sia stato applicato il profilo di correzione in ACR di Photoshop, ma prestate attenzione ai rami in alto o alla griglia del condizionatore o ancora alla forma dei riflessi luminosi sulle foglie degli alberi: sono gli indici della notevole qualità dello zoom supergrandangolare che fanno sembrare “modesto” il 28-70mm. Quest’ultimo, dal canto suo, migliora nettamente fino a f/5,6, ma non raggiunge mai l’ottimo livello del “socio” 16-28mm. L’autoplay è disattivato per permettere la vista contemporanea dei dettagli desiderati.
28mm, centro
28mm, bordo
Come va il Canon RF 28-70mm F2.8 IS STM a 70mm
Alla focale massima, diremmo da ritratto, dello zoom standard riscontriamo ancora una volta una nitidezza eccellente al centro a qualsiasi diaframma (cala per diffrazione da f/8 in poi). Ai bordi troviamo una leggera morbidezza a f/2,8 che svanisce del tutto a f/5,6, diaframma ideale di questo zoom dove l’omogeneità con il centro è apprezzabile. La morbidezza a f/2,8 non dà il minimo fastidio nel ritratto o quando il soggetto non ha molti dettagli a fuoco negli angoli, mentre è apprezzabile la croccantezza generale a f/5,6 che apre la via a still life, paesaggio e architettura.
La resistenza al controluce dei due zoom Canon RF
Nonostante l’applicazione di un singolo strato antiriflesso Super Spectra, i due zoom in controluce vanno piuttosto bene. Ci è risultato difficile innescare riflessi invalidanti: qui vediamo l’RF 28-70mm alla focale minima, con lente schermata (da un cartoncino) e direttamente colpita dal sole. Si vedono immagini fantasma non troppo invadenti.
Per mostrare qualcosa riguardo il 16-28mm abbiamo dovuto includere il sole nell’inquadratura: solo un controluce fortissimo e diretto innesca qualche immagine fantasma, mentre il contrasto resta molto alto.
Il bokeh dei Canon RF 16-28mm e 28-70mm F2.8 IS STM
I due zoom hanno rapporti di riproduzione simili, ma è il 28-70mm a mantenere più che buone le prestazioni di nitidezza alle minori distanze di messa a fuoco. Lo zoom grandangolare a tutta apertura e a distanze prossime alla minima offre una resa fin troppo “sognante”. Questa svanisce ai diaframmi medi, dove però resta un bel bokeh, descrittivo ma non ruvido.
Ottimo a nostro avviso lo sfocato del Canon RF 28-70mm F2.8 IS STM che tanto davanti quanto dietro il piano di messa a fuoco resta pastoso anche su soggetti contrastati.
Il Canon RF 16-28mm a 28mm
Il Canon RF 28-70mm a 70mm
Le misure complementari
Come anticipato, i due zoom si avvalgono della correzione digitale per ottimizzare le prestazioni. Di seguito mostriamo la distorsione non corretta con caduta di luce ai bordi corretta e viceversa, ossia caduta di luce ai bordi non corretta con distorsione corretta.
Appare evidente come sia lo zoom grandangolare a fare maggior ricorso alla correzione della distorsione: senza questa genererebbe immagini fortemente distorte, quasi da fish-eye, e con un oscuramento degli angoli evidentissimo.
Canon RF 16-28mm F2.8 IS STM: la distorsione
Canon RF 28-70mm F2.8 IS STM: la distorsione
Pur non potendo fare a meno della correzione digitale, lo zoom standard distorce di meno, con una migrazione dal barilotto al cuscinetto da un estremo all’altro dell’escursione focale.
Canon RF 16-28mm F2.8 IS STM: la caduta di luce ai bordi a 16mm
Canon RF 16-28mm F2.8 IS STM: la caduta di luce ai bordi a 28mm
Canon RF 28-70mm F2.8 IS STM: la caduta di luce ai bordi a 28mm
Canon RF 28-70mm F2.8 IS STM: la caduta di luce ai bordi a 70mm
Come va lo stabilizzatore degli RF 16-28mm e 28-70mm F2.8 IS STM?
Canon dichiara oltre 5 stop di efficacia dello stabilizzatore IS con corpi macchina senza IBIS e tra 7,5 e 8 stop con mirrorless dotate di sensore stabilizzato, come la Eos R5 utilizzata per il test.
Anche volendo abbreviare di uno stop il tempo di sicurezza per compensare l’elevata risoluzione della fotocamera (45 megapixel), se seguissimo alla lettera i dati dichiarati potremmo scattare a mano libera a 4 secondi di posa con il 16-28mm a 28mm e a 1,5 secondi con il 28-70mm a 70mm. Sono tempi così lunghi che anche il fotografo più roccioso innescherebbe movimenti non compensabili.
Noi, che siamo fotografi “normalmente stabili”, siamo riusciti a produrre immagini accettabili, ossia prive di mosso evidente, con tempi più rapidi.
Con il 16-28mm alla focale massima non siamo andati oltre il mezzo secondo, mentre con il 28-70mm a 70mm, coerentemente, ci siamo fermati a 1/4 di secondo.
Va però detto che, sebbene non mosse nel senso stretto del termine, le immagini non hanno lo stesso contrasto di quelle realizzate con tempi di scatto “sicuri”, diciamo 1/30sec con il 16-28mm e 1/60sec con il 28-70mm. Qui di seguito, i dettagli di 5 scatti nelle due condizioni di ripresa, realizzati con entrambi gli zoom.
RF 16-28mm a 28mm
RF 28-70mm a 70mm
Quanto respirano i due zoom Canon?
In video i due zoom hanno risoluzione da vendere. Sono appena meno che perfetti sotto il profilo del focus breathing, ossia la variazione di angolo di campo legata alla messa a fuoco.
Al netto di correzioni in post-produzione, che comportano gioco forza un ritaglio, preferiamo lo zoom normale 28-70mm, che mostra un respiro più contenuto dell’altro obiettivo in prova. Qui di seguito due brevi clip alla focale massima di ciascuno zoom.
Il focus breathing del Canon RF 16-28mm F2.8 IS STM a 28mm
Il focus breathing del Canon RF 28-70mm F2.8 IS STM a 70mm
Canon RF 16-28mm e 28-70mm F2.8 IS STM: il verdetto
Canon ha fatto, crediamo, del suo meglio per abbassare il gradino di ingresso alle ottiche “superluminose”. I 1.370 euro di listino necessari non sono spicci, ma come visto al momento non c’è di meglio. E crediamo che i due zoom meritino una chance.
Il 28-70mm ha prestazioni equilibrate e tutto sommato previste: la lieve morbidezza agli angoli estremi è facilmente risolvibile e potrebbe addirittura passare inosservata. Produce un bokeh molto gradevole e non sfigura in controluce. È insomma un obiettivo equilibrato che ben figura in un corredo di qualità. Il suo principale rivale è in casa e lo individuiamo nell’RF 24-105mm F4 L IS USM, nonostante il suo recente aumento di prezzo.
Il vincitore di questo test di coppia è comunque il 16-28mm, che ha una nitidezza sorprendente in qualsiasi situazione ed è altrettanto resistente in controluce. Paradossalmente, la sua forza viene dalla sua debolezza: l’elevata resa è infatti connessa anche alla modesta escursione focale. Chi è interessato soprattutto alla focale minima offerta dal 16-28mm potrebbe prendere in considerazione un altro obiettivo Canon, ma a focale fissa: parliamo dell’RF 16mm F2.8 STM, che costa quasi 1.000 euro in meno e ha una qualità altrettanto alta.
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