Non lasciatevi ingannare dall’apparenza mite dell’allocco degli Urali: all’occorrenza sa essere molto aggressivo. Nel libro Ali nel buio di Mike Unwin e David Tipling si legge che pochi altri uccelli difendono il nido con la stessa ferocia di una femmina di allocco degli Urali e che i ricercatori che si arrampicano sugli alberi per inanellare i nidiacei indossano sempre caschi e indumenti protettivi.
Sarà facile intuire, quindi, che è necessario evitare qualsiasi tipo di interazione con un nido o con la giovane prole sotto custodia della mamma guardinga per godere in santa pace della bellezza di questo rapace notturno… ammesso che si riesca ad avvistarne un esemplare tra le foreste e i boschi di conifere o latifoglie in cui vive.
Gian Luca Tognon – fotografo naturalista già passato sulle pagine virtuali di fotocult.it – ci è riuscito nell’autunno 2024, avventurandosi nelle foreste slovene, anche se il limite occidentale dell’areale della specie in Europa meridionale include, ormai, anche una piccola porzione di Italia e più precisamente le regioni del Friuli Venezia Giulia e del Veneto.
Una guida naturalistica italiana residente in Slovenia, conosciuta frequentando gruppi social dedicati alla fotografia naturalistica, si è offerta di accompagnare il fotografo per tre giorni alla ricerca di un esemplare da ritrarre.
“Ho organizzato un viaggio fotografico – ha raccontato Gian Luca – partendo da Padova e recandomi a Novo Mesto, non distante da Lubiana. I tre giorni di ricerca hanno riguardato sia zone di pianura che zone di leggera collina, ma mi sono spinto fino a quote più elevate, intorno ai 1000 metri. Ci muovevamo con un fuoristrada, lungo vie più o meno sterrate, ai bordi della foresta, dalle otto del mattino fino a metà pomeriggio. Perlustravamo a piedi piccole aree cercando di individuare l’inconfondibile richiamo del rapace, solitamente lanciato dalla sommità degli alberi e nell’intrico dei rami”.
Attrezzatura e impostazioni per fotografare l'allocco degli Urali
A questo punto è doverosa una precisazione: come giustamente segnalato dal fotografo, l’allocco degli Urali è prevalentemente notturno, ma è spesso attivo anche durante le ore del giorno. Se avvistare un rapace notturno in pieno giorno è complicato, riuscire a scattarne una fotografia soddisfacente lo è ancora di più: lo strigide, infatti, trascorre gran parte della giornata fermo sugli alberi (spesso molto alti), richiedendo l’utilizzo di obiettivi luminosi e con una lunghezza focale di almeno 400mm.
“Anche con un’attrezzatura adeguata”, aggiunge Gian Luca, “può rendersi necessario utilizzare tempi di scatto lunghi per via della scarsità di luce, o ricorrere alla messa a fuoco manuale per evitare che il sistema autofocus si lasci confondere dalla vegetazione. Un monopiede o un treppiedi possono rivelarsi estremamente utili”.
Le rare volte in cui l’avifauna agevola la caccia fotografica
Il 1° novembre 2024, giorno in cui ha scattato la fotografia che apre questo articolo, Gian Luca è stato fortunato: ha avvistato un allocco degli Urali che con un breve volo ha raggiunto un ramo sul limite della strada, fermandosi in un contesto luminoso e dalla visibilità agevolata, davanti a uno sfondo colorato dal foliage di fine autunno.
Il fotografo ha immortalato il soggetto – sorprendentemente collaborativo – scattando a mano libera, con un Canon RF 400mm abbinato a un Canon extender 1.4x RF, che ha “trasformato” l’obiettivo in un 560mm. Dell’utilizzo del moltiplicatore di focale nella fotografia di avifauna avevamo già parlato proprio in occasione di un articolo illustrato con le fotografie di Gian Luca, in cui esponevamo pro e contro dell’utilizzo di questo accessorio fotografico (qui sotto il collegamento diretto all’articolo).
La scorpacciata di fotografie portate a casa da Gian Luca dimostra, ancora una volta, quanto sia importante affrontare la fotografia naturalistica con preparazione e conoscenza della specie che si desidera ritrarre e farsi guidare, se necessario, da esperti che ne conoscano le abitudini e sappiano muoversi con rispetto nel suo habitat. Anche la tecnica vuole la sua parte, naturalmente, ma su questo fronte il fotografo dimostra da tempo di sapersi destreggiare in autonomia.
- mirrorless full frame Canon Eos R5 Mark II
- Canon RF 400mm f/2.8 L IS USM + Canon extender 1.4x RF
- 1/500sec
- f/4,5
- 1600
- sovraesposizione +0.3
- ritaglio e lieve ottimizzazione di luminosità e colore tramite Adobe Lightroom
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Titolo Ali nel buio
Fotografie di David Tipling
Testi di Mike Unwin
Prefazione di Marco Mastrorilli
Formato 24,5x29cm
Pagine 288
Prezzo 14,15 euro
Lingua italiano
Editore Atlante
Data pubblicazione 23 febbraio 2017
ISBN 978-8874551323
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