Erica Reade, canadese trapiantata negli Stati Uniti, ha perlustrato chilometri di costa per rubare quei momenti in cui coppie di innamorati sembrano più immerse nel loro rapporto che interessate all’abbronzatura. Il risultato è un candido reportage su uno degli aspetti meno fotografati della vita di spiaggia.
Quando si parla di New York si pensa immediatamente ai grattacieli e alle strade trafficatissime. Spesso si tende a dimenticare che la Grande Mela è una città di mare affacciata sull’Oceano Atlantico, con circa ventidue chilometri di spiagge. La più famosa è quella di Coney Island, o per lo meno deve esserlo per chi ha interesse per la fotografia. Infatti, è la spiaggia che compare nel maggior numero di immagini-simbolo della città, comprese alcune che sono oramai diventate celeberrime.
Basti pensare allo scatto di Weegee del 1940, in cui la battigia è così affollata di gente che non si riesce a intravedere un singolo granello di sabbia. Oppure a quello coevo di Lisette Model, in cui compare una donna solitaria colta in una posizione da lottatore di sumo mentre guarda fuori dell’inquadratura, lasciando l’osservatore perplesso su quali saranno le sue prossime mosse. Per citare un progetto di più ampio respiro, invece, si può ricordare il reportage che Bruce Gilden ha iniziato alla fine degli anni Sessanta e ha portato avanti per circa tre decenni: in puro stile street photography, Gilden ha ritratto in bianconero la variegata umanità che si riversa su quella spiaggia per passare qualche ora lontano dal trambusto della metropoli.
Tratti di intimità
Ma non c’è solo Coney Island a offrire ai newyorkesi un affaccio sull’oceano. Ci sono anche altri tratti di costa, forse meno famosi, ma altrettanto ricchi di spunti per chi abbia voglia di cogliere situazioni comiche o momenti di inaspettato candore. Erica Reade, fotografa che vive a Brooklyn, ne ha percorsa una buona parte per ritrarre soggetti molto particolari: coppie di tutte le età, etnie e orientamento sessuale abbandonate a effusioni amorose, abbracciate, assopite fianco a fianco, che si tengono per mano o che si baciano. In poche parole, coppie catturate nella loro intimità, seppure esibita in un luogo pubblico e pieno di occhi indiscreti come una spiaggia. A tal proposito vale la pena notare quale stile di ripresa sia stato adottato da Reade. Nelle inquadrature compaiono quasi sempre solo i soggetti principali, vale a dire le coppie, e anche quando ci sono altre persone queste sono piccolissime e relegate sullo sfondo degli scatti.
Emblema universale
I volti non si vedono mai chiaramente, essendo tutti i soggetti ripresi di schiena o in posizioni nelle quali i lineamenti non sono chiaramente leggibili. Questi due fattori fanno in modo che l’occhio dell’osservatore cada subito lì dove l’autrice ha puntato l’obiettivo, senza tuttavia riuscire a penetrare la scena fino in fondo. È come se la fotografa abbia voluto preservare l’intimità delle coppie rendendole irriconoscibili. Tuttavia celandone l’identità non ne ha solo rispettato la privacy, ma le ha anche rese tutte molto più rappresentative degli atti che stanno compiendo. Omettendo di riprendere chiaramente i tratti dei loro volti, generalmente considerati le caratteristiche più espressive di una persona, ha spostato l’attenzione sulle altre parti dei corpi e sulle posizioni assunte da questi, rendendo ogni immagine emblematica delle interazioni amorose fra due individui. Di conseguenza ogni scatto diventa un’illustrazione delle infinite varianti in cui si manifesta l’affettuosità fisica, anziché essere lo specifico ritratto di qualcuno.
Inizio e fine
Il progetto fotografico di Erica Reade ha avuto inizio nel 2015, quando si trovava a passeggio su una spiaggia e per la prima volta si è imbattuta in una coppia di amanti che ha catturato la sua attenzione. Quel giorno l’autrice aveva con sé una vecchia macchina analogica, la Canon AE-1, caricata con una pellicola in bianconero. Così ha subito rubato una posa mentre i due erano sdraiati su un asciugamano sotto il sole, immersi in un abbraccio più rivelatorio del loro rapporto che qualsiasi dichiarazione d’amore. È stato quello lo scatto che ha segnato l’inizio del lavoro che Reade ha proseguito negli anni successivi, ogni estate andando a caccia di quelle coppie che esibivano la loro intimità in pubblico, forse più inconsapevoli che noncuranti di trovarsi esposti allo sguardo di una perfetta sconosciuta che usava il proprio obiettivo come in un safari fotografico, cioè silenziosamente e a distanza di sicurezza per non spaventare i propri soggetti e riuscire così a coglierli nei loro atteggiamenti più candidi e istintivi.
La lunga ricerca di Reade su e giù per le spiagge di New York ha da poco trovato la sua forma definitiva in un libro intitolato Beach Lovers, che può essere tradotto in italiano sia come “amanti della spiaggia” sia, più appropriatamente, come “amanti da spiaggia”. È un volume di una straordinaria coesione interna, che si sorregge non solo per la chiarezza del tema di fondo ma anche per l’uso sapiente del bianconero, che ha agevolato l’autrice nel suo lavoro per sottrazione allo scopo di concentrarsi esclusivamente sul linguaggio del corpo, e su come esso esprima in pochi gesti l’amore di coppia. Il risultato è un libro che, con un numero circoscritto di situazioni catturate in un unico paesaggio, riesce magistralmente a indagare le innumerevoli manifestazioni del più nobile dei sentimenti umani.
Titolo Beach Lovers
Autore Erica Reade
Illustrazioni 60
Pagine 120
Prezzo 45 euro
Editore Daylight Books, 2021