Le moderne fotocamere sono dotate di sistemi AF pressoché perfetti, in grado di riconoscere soggetti umani, persino di spalle, animali e molti altri elementi, soprattutto mezzi di trasporto. Perché allora molti fotografi scollegano l’autofocus dal pulsante di scatto, “relegandolo” al pulsante AF-ON?
La funzione autonoma di “attivazione autofocus” è talmente importante che nelle fotocamere di fascia alta le viene assegnato un pulsante specifico, di solito indicato con AF-ON. In altre, perché più compatte o perché dedicate a un pubblico meno esigente, può trovarsi in condominio, normalmente con il blocco dell’esposizione automatica (AE-L). In ogni caso non ci sovviene alcun modello di fotocamera di un certo livello che non preveda la possibilità di assegnare la funzione AF ON a uno dei tasti personalizzabili.
Perché scollegare scatto e autofocus?
Sottrarre l’autofocus al pulsante di scatto di fatto rende la nostra fotocamera a fuoco manuale, quindi sempre pronta allo scatto, cosa che non accade se si imposta l’autofocus singolo, una modalità AF che normalmente inibisce l’esposizione se ritiene non raggiunta la massima nitidezza sul punto prescelto. E questo è inaccettabile in molte situazioni. Pensiamo a quei generi fotografici dinamici come la street photography o il reportage dove è fondamentale cogliere l’attimo anche a costo di non ottenere una fotografia perfettamente a fuoco.
Autofocus on demand
Svincolare l’esposizione dalla messa a fuoco, però, non vuol dire rinunciare all’autofocus, ma semplicemente renderlo disponibile alla bisogna, limitarne il carattere “invadente” che può assumere in certi frangenti. In particolare, oltre a collegare l’AF al pulsante dedicato AF-ON, è fondamentale attivarlo in modalità continua e non singola: più avanti vedremo perché. Ora analizziamo altri esempi in cui è bene tenere a bada l’autofocus, oltre ai citati reportage e street photography.

Caccia fotografica e fotografia sportiva
In fotografia naturalistica, genere che può assumere caratteri “sportivi” o “ritrattistici”, l’autofocus continuo oggi è ritenuto fondamentale, ma si presentano casi in cui è necessario correggere manualmente la messa a fuoco. Capita, ad esempio, quando gli animali sono nascosti tra rami, foglie o canneti e l’AF fatica a riconoscerli e agganciarli. In tali casi, avere la messa a fuoco scollegata dall’esposizione evita che la pressione a metà corsa del pulsante di scatto vanifichi le regolazioni manuali appena effettuate dal fotografo. E se l’AF torna improvvisamente utile, basta un rapido tocco col pollice sul prezioso tasto AF-ON.
Questa stessa logica può ovviamente essere adottata nella fotografia sportiva, i cui più grandi interpreti sono tra i principali utilizzatori del pulsante AF-ON.


Utile anche nel microcosmo
In passato l’uso dell’autofocus in macrofotografia era considerato un’eresia, perché effettivamente era inefficace o inutile. Nella macro da campo, però – soprattutto con i moderni obiettivi dotati di messa a fuoco interna e motori rapidissimi, uniti a mirrorless estremamente sensibili e reattive – può tornare utile a piccole dosi: ad esempio per un controllo rapido o per uno scatto estemporaneo a un insetto in volo nei pressi di un fiore. In macro, però, se l’AF perde il soggetto ci vogliono interminabili istanti (secondi) per ritrovarlo. Meglio quindi operare in manuale, sempre pronti allo scatto, e usare l’AF continuo con il pollice solo per piccoli aggiustamenti.


E nel ritratto?
Premesso che al giorno d’oggi il ritratto spontaneo con obiettivi superluminosi e minima profondità di campo va a braccetto con gli autofocus più performanti che riconoscono gli occhi del soggetto e li mantengono a fuoco in continuo e fino ai quattro angoli del fotogramma, non sempre è necessario ricorrere a tale potenza di fuoco (di cui peraltro non tutti dispongono). Ad esempio, chi è solito utilizzare l’area singola o anche un solo punto di rilevazione centrale, troverà prezioso il pulsante AF-ON perché, dopo aver messo a fuoco il soggetto potrà ricomporre l’inquadratura senza timore che il pulsante di scatto inneschi nuovamente l’AF.


AF ON: tre anime a portata di pollice
Abbiamo detto che non basta assegnare la messa a fuoco automatica al pulsante AF ON, ma che questa deve essere impostata in modalità continua. In questo modo la nostra fotocamera sarà commutabile in fuoco manuale, automatico singolo e automatico continuo con il minor numero di operazioni concepibile. Ossia una. Tralasciando il pulsante AF-ON la nostra fotocamera sarà di fatto a fuoco manuale e torneremo padroni di quella bella ghiera che gli ingegneri hanno installato sul nostro caro obiettivo. Premendo costantemente il pulsante AF-ON la fotocamera opererà in autofocus continuo. Infine, per emulare l’autofocus singolo sarà sufficiente sollevare il pollice dal tasto AF-ON non appena riscontreremo la massima nitidezza. Ovviamente questa impostazione di base, che consigliamo di lasciare sempre attiva perché si adatta a qualunque genere fotografico, dal più dinamico al più statico, può essere personalizzata con ulteriori interventi via menu, come ad esempio la commutazione del riconoscimento del soggetto o dell’area di rilevazione, assegnando tali funzioni ai tanti tasti che popolano le nostre fotocamere e molte ottiche moderne.
Se abbiamo il pollice opponibile…
I vantaggi operativi appena descritti, senza pretesa di esaustività, richiedono comunque un certo periodo di apprendistato, volto a coordinare l’azione dell’indice con quella del pollice, normalmente incaricato di serrare la fotocamera o, al più, di selezionare il punto di messa a fuoco con il joystick. Secondo noi il gioco vale la candela e se avete altri suggerimenti per mettere a frutto il prezioso pulsante AF-ON, fatecelo sapere nei commenti.
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