Venezia
Dal 15 ottobre 2025 al 12 gennaio 2026
Una manciata di anni dopo la metà del 1800 i fratelli e fotografi “veneziani” Antonio e Felice Beato viaggiavano nel Mediterraneo verso il Medio Oriente, spostandosi tra l’Egitto, la Turchia e la Terra Santa. I due pionieri della fotografia di viaggio avevano già documentato le ostilità della guerra di Crimea (1853-1856) e subito dopo avrebbero fotografato la rivolta della popolazione indiana contro l’Impero britannico e la seconda guerra dell’oppio.
Pur rappresentando una tipica espressione culturale dei viaggiatori dell’Ottocento, le loro campagne fotografiche vanno oltre lo spirito del Grand Tour.
È del tutto lecito domandarsi cosa spingesse i due fratelli a intraprendere i loro lunghi viaggi e quali fossero le motivazioni che li portavano in luoghi remoti per affrontare progetti fotografici sorprendenti e innovativi.
Intorno al 1860, Antonio Beato arrivò dalla Cina al Cairo e per quasi quarant’anni realizzò, con dettagli meticolosi e un occhio acuto per la composizione, una serie di straordinarie immagini dei templi e dei siti archeologici dell’Egitto, della sofisticata architettura della Cittadella del Cairo, della dinamica complessità degli edifici dei Mamelucchi e dei paesaggi circostanti.
Stampate singolarmente o in deliziosi album con fotografie anche di Félix Bonfils, Adelphoi Zangaki o Pascal Sébah, queste immagini divennero oggetti di un Oriente solo immaginabile, che un’élite prevalentemente europea era ansiosa di acquistare. Questo segnò l’avvento della fotografia documentaria e, con tutta probabilità, l’inizio dello studio della prima architettura islamica.
In mostra Antonio Beato. Ritorno a Venezia. Fotografie tra viaggio, architettura e paesaggio
A circa duecento anni della nascita di Antonio Beato (ca. 1835–1905/1906) un’esposizione presso il Museo Fortuny riporta il lavoro del fotografo nella sua regione d’origine. La mostra, intitolata Antonio Beato. Ritorno a Venezia. Fotografie tra viaggio, architettura e paesaggio presenta un gruppo di fotografie di Beato individuate negli archivi della Fondazione Musei Civici di Venezia e in altre collezioni italiane e internazionali, accanto a immagini di autori che, nel corso della seconda metà del XIX secolo e fino ai nostri giorni, hanno raccontato gli stessi luoghi e testimoniato eventi storici. Inoltre, un’attenta selezione di libri dell’Ottocento offre ai visitatori un contesto culturale più ampio.
Antonio Beato e Mariano Fortuny
La mostra trova una sede congeniale nel Museo di Palazzo Fortuny non soltanto per il ruolo rivestito da questa istituzione nel panorama culturale veneziano e per il rapporto che lo collega alla fotografia, ma anche perché la storia di Mariano Fortuny sembra in qualche modo legata a quella di Antonio Beato. All’inizio del XX secolo, infatti, anche Fortuny visitò gli stessi luoghi ritratti da Antonio Beato, disegnandoli, fotografandoli e raccogliendone i ricordi in preziosi taccuini, tuttora conservati nella sua biblioteca privata, ora esposti per la prima volta.
I due autori erano accomunati da una curiosità intellettuale verso l’altro, da una straordinaria capacità di narrare il mondo e dalla conoscenza e attrazione per l’Oriente e la cultura islamica.
Le quattro sezioni della mostra
La mostra si articola in quattro sezioni. La prima, Il Mediterraneo, corrispondente agli anni di formazione, è dedicata ai viaggi che Antonio e Felice Beato, insieme al cognato James Robertson, hanno compiuto tra il 1854 e il 1857, con base a Costantinopoli, verso Atene, Malta, Gerusalemme e il Cairo. La seconda sezione, Le guerre, accoglie le immagini realizzate tra il 1855 e il 1859 nei teatri di guerra in Crimea e in India. Si tratta di scatti intensi e talvolta disturbanti, che testimoniano la nascita del reportage di guerra, oscillando tra attrazione estetica e crudezza documentaria e presentando all’Europa del XIX secolo una finestra rara e preziosa su un Oriente ancora in gran parte sconosciuto.
Il cuore della mostra è rappresentato dalla terza e più estesa sezione, Gli anni egiziani, che documenta il lungo soggiorno di Antonio Beato in Egitto, dal 1860 al 1905. Le fotografie sono organizzate per località e affiancate da disegni delle planimetrie dei principali siti archeologici. Queste mappe rivelano i monumenti non come entità isolate, ma come parte integrante del paesaggio e del contesto culturale che li accoglie.
In questa sezione spiccano gli scatti di luoghi iconici come Luxor, Abu Simbel, Il Cairo e Giza, accostati a immagini di altri autori sia coevi, come Pascal Sébah e Félix Bonfils, sia dello scorso secolo come l’emblematica fotografia della grande piramide di Cheope realizzata da Lee Miller nel 1938.
La quarta e ultima sezione, Dopo Beato, propone una riflessione sulle trasformazioni dello statuto disciplinare della fotografia. Qui il dialogo si apre agli sguardi di autori contemporanei che operano in Egitto, come Anthony Hamboussi, Paul Geday, Denis Dailleux e Bryony Dunne.
Completa questa sezione la piccola sala laterale dedicata al viaggio in Egitto di Mariano Fortuny e Henriette Nigrin nel 1938, dove sono esposti fotografie, taccuini e schizzi che raccontano un Egitto sospeso tra tradizione e modernità. Questi documenti visivi influenzarono profondamente l’arte tessile di Fortuny, che reinterpretò motivi decorativi egizi nei suoi celebri velluti stampati, dando vita a un dialogo senza tempo tra Oriente e Occidente.
Accanto a questi materiali, una video-intervista a Italo Zannier, grande storico della fotografia, chiude idealmente il percorso: un ritorno sull’opera dei fratelli Beato a quarant’anni dalla prima mostra veneziana, a Ikona Gallery, che ne riafferma la centralità nella storia della fotografia.
Antonio Beato. Ritorno a Venezia. Fotografie tra viaggio, architettura e paesaggio
presenta una selezione di stampe originali provenienti da prestigiose istituzioni internazionali, tra cui Archivi Alinari, Fondazione di Venezia, Lee Miller Archives e il Museo Egizio di Torino, affiancate da riproduzioni fotografiche di collezioni come il Getty Research Institute di Los Angeles, la National Gallery of Art di Washington e la New York Public Library.
La mostra è curata da João Magalhães Rocha e Marco Ferrari, con Cristina Da Roit, in collaborazione con Università IUAV di Venezia e Università di Évora e con il Patrocinio dell’ Ambasciata del Portogallo in Italia.
Antonio Beato. Ritorno a Venezia. Fotografie tra viaggio, architettura e paesaggio
- Museo Fortuny, San Marco 3758 – Venezia
- A cura di João Magalhães Rocha e Marco Ferrari, con Cristina Da Roit
- dal 5 dicembre 2025 al 1° marzo 2026
- lun-ven 9-16, sab-dom 9-13
- intero 10 euro fino al 31/12/2025, 15 euro dal 2026. Ridotto 7,50 euro
- https://fortuny.visitmuve.it/it/mostre/mostre-in-corso/antonio-beato-ritorno-a-venezia/2025/08/19804/antonio-beato/
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