Verona
Dal 10 maggio al 23 giugno 2024
“Chi è l’autore di queste immagini sconvolte dal tempo, dall’aria, dall’acqua e dalle manipolazioni? È un fotografo degli anni ’20 di cui si sono perse le tracce e il nome? Oppure sono i microrganismi che hanno trasformato le immagini in oggetti di contemplazione estetica?” chiede Luce Lebart.
Luce Lebart è una storica della fotografia e curatrice il cui lavoro riguarda l’archivio, gli immaginari scientifici, le tecniche e la materialità delle immagini.
Sua la mostra Mold is Beautiful, ospitata nello spazio veronese de Il Meccanico fino al 23 giugno 2024. L’esposizione è incentrata su una raccolta di immagini rimaste chiuse e dimenticate per quasi cento anni in una scatola di legno che porta le tracce di un’inondazione. I microrganismi si sono impadroniti delle fotografie e le hanno attivate, vitalizzate e trasformate.
“Meraviglie dell’oblio, successo della incuria e del disinteresse”, dichiara Lebart, “queste immagini, danneggiate da un’inondazione, sono state private della luce del giorno per anni. L’abbandono, sommato alle risorse organiche insite nella loro composizione (gelatina, fecola di patate), ha fornito il terreno ideale per una proliferazione creativa casuale”.
Un’autocromia a dominante verde era in origine la foto di un giardino scattata negli anni Venti, altre immagini mostravano un incendio boschivo, uno spettacolo pirotecnico sulla banchina, la volta celeste, la riva del lago di Ginevra e delle nuvole che preannunciavano una tempesta.
L’incontro tra la tecnica (la fotografia) e il vivente (i microrganismi) ha generato nuove forme che hanno la particolarità – e qui risiede la loro bellezza – di entrare in dialogo con il contenuto delle immagini ed ampliarne le forme. Il giardino, il fuoco nella foresta, la costellazione, i fuochi d’artificio e le nuvole sono raddoppiati: appaiono nuovi fiori sconosciuti, pezzi di legno bruciati galleggiano, una nuova Via Lattea emana dalle distorsioni della gelatina. L’immagine tecnica è divenuta un terreno per la proliferazione del vivente.
“Le muffe sono il nemico numero uno degli archivi”, spiega Luce Lebart, “Sono fattori di rischio, agenti di degradazione contro i quali la lotta è d’obbligo. In fotografia il loro potenziale creativo è ingiustamente trascurato. Eppure, l’uomo si serve del potere di trasformazione dei microrganismi per produrre il pane quotidiano, il vino, la birra e tutti i formaggi”.
Lebart riflette sulle molte vite delle fotografie (che vengono amate, disprezzate, perdute, esposte), sulla materialità delle immagini analogiche e su come il tempo sia capace di lavorare e dialogare con esse. Mold is beautiful può essere definita un nuovo ecosistema nel quale coesistono artefatti ed esseri viventi.
Luce Lebart. Mold is Beautiful
- Il Meccanico, via San Vitale, 2b – Verona
- dal 10 maggio al 23 giugno 2024
- lun-ven su prenotazione (327.7341027), sab 10-12 e 16-19, dom 16-19
- ingresso gratuito
- grenzearsenalifotografici.com
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