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Home CULTURA INTERVISTE

Mangeremo insetti? Forse in Italia non così presto. Ma le mosche soldato fotografate da Luigi Avantaggiato già lavorano a tempo pieno

“Millennium Bugs” è un progetto fotografico che mappa le migliori sperimentazioni e ricerche italiane legate all’introduzione di fonti proteiche a base di insetti nell’alimentazione di animali ed esseri umani.

Jessica Barresi di Jessica Barresi
22 Gennaio 2024
in INTERVISTE
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In un prototipo di voliera, Marco Meneguz, entomologo e ricercatore, controlla la riproduzione sessuale di esemplari di mosche soldato (Hermetia illucens) nei laboratori di "BEF Biosystem" presso Calalnoceto, Alessandria, Italia. La voliera ha un'estensione di 24mq e può ospitare sino a 240.000 mosche. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs

Le farfalle nello stomaco, si sa, sono solo metaforiche e tutto sommato gradite. I grilli nel piatto, al contrario, sono una realtà sempre più concreta e piuttosto malaccetta… o forse non più?
Luigi Avantaggiato, fotografo che da circa dieci anni documenta sistematicamente le soluzioni sostenibili e innovative del terzo millennio, ha scrutato la crescente attività delle migliori start-up italiane impegnate nella produzione di componenti alimentari a base di insetti. Ne è nata Millenium Bugs, la serie fotografica che include un’immagine valsa all’autore il titolo di vincitore della categoria Immagine singola dell’Italian Sustainability Photo Award 2023, premio italiano incentrato sul tema della sostenibilità. Sebbene l’idea di portate a base di insetti sarà lenta da digerire per la cultura occidentale, c’è chi ha già abbracciato il cambiamento in vista di un’economia circolare.
Abbiamo intervistato il fotografo a proposito del suo lavoro avveniristico.

Esemplari adulti di mosca soldato nera si riproducono nella voliera della bugsfarm "Bugslife" a Bevagna, Perugia, Italia. La voliera è alimentata e riscaldata da un un impianto di biogas interno che produce 1MW. La foto ha vinto la categoria "Foto singola" dell'ISPA 2023. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Esemplari adulti di mosca soldato nera si riproducono nella voliera della bugsfarm "Bugslife" a Bevagna (PG). La voliera è alimentata e riscaldata da un un impianto di biogas interno che produce 1MW. La foto ha vinto la categoria "Foto singola" dell'ISPA 2023. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs

Partiamo dalla fotografia vincitrice del premio ISPA. Cosa vediamo?

Vediamo una voliera sperimentale finalizzata all’allevamento di mosche soldato nere. Si tratta di un ambiente scientifico, e più precisamente della nursery di una bugsfarm di Bevagna (PG), in cui le mosche si corteggiano, si accoppiano e depongono le uova, che si dischiudono in un arco temporale di circa settantadue ore. Il processo prosegue poi nei bioconverter, dove vengono create le migliori condizioni di crescita delle larve.

Hai scattato la foto durante il corteggiamento?

Sì, sono entrato nella voliera durante quello che in entomologia viene definito il lek mating, una specie di rito nuziale in cui gli esemplari maschi danzano vorticosamente e lottano tra di loro per catturare l’attenzione delle femmine, che sceglieranno il pretendente migliore. È stato molto emozionante osservare esseri viventi dall’aspetto tutt’altro che affascinante, intenti a compiere una sorta di danza romantica. A rendere il momento ancora più suggestivo ha contribuito la luce blu che viene utilizzata negli spazi di riproduzione. Si tratta di una fonte luminosa il cui spettro consente alle mosche di vedersi meglio, stimolando l’inizio del rituale di corteggiamento.

Due esemplari di mosche soldato (Hermetia illucens) si riproducono su una rete di contatto nei laboratori di "BEF Biosystem" presso Calalnoceto, Alessandria, Italia. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Due esemplari di mosche soldato (Hermetia illucens) si riproducono su una rete di contatto nei laboratori di "BEF Biosystem" presso Calalnoceto, Alessandria, Italia. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
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Questi insetti possono essere pericolosi per l’uomo?

Assolutamente no. Le mosche soldato nere, originarie degli Stati Uniti d’America, sono diverse dalle mosche comuni e non sono per niente invadenti. Da adulte sono addirittura prive di bocca, dunque non possono mordere né mangiare. Il loro ciclo vitale da adulte non supera le novantasei ore e si basa unicamente sulle riserve di grasso che hanno accumulato sull’addome durante la fase larvale e che si manifestano come piccole macchie chiare dalle quali deriva il loro epiteto scientifico: hermetia illucens. Durante questi tre o quattro giorni di maturità l’esistenza delle mosche soldato nere è finalizzata esclusivamente all’accoppiamento, al termine del quale muoiono.

Caterina Luppa, agronoma, osserva la riproduzione di esemplari adulti di mosca soldato nera nella voliera della sua bugsfarm "Bugslife" a Bevagna, Perugia, Italia. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Caterina Luppa, agronoma, osserva la riproduzione di esemplari adulti di mosca soldato nera nella voliera della sua bugsfarm "Bugslife" a Bevagna, Perugia, Italia. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
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In alcuni Paesi del mondo le larve di mosca soldato nere vengono usate per eliminare le larve delle altre mosche, ma per l’uomo sono del tutto innocue, a dispetto del loro nome. L’origine dell’appellativo non scientifico della loro specie risiede nel fatto che da adulte, se osservate di profilo, somigliano a soldati con l’elmetto in testa.

A che scopo vengono allevate le mosche soldato nere?

Io definisco queste mosche ‘i soldati della sostenibilità’, non tanto per il loro breve e triste destino da adulte – che le vede morire subito dopo la riproduzione per poi essere trasformate in una farina ad altissimo valore proteico – ma soprattutto per la loro impressionante capacità di smaltire rifiuti organici durante lo stato larvale. Le larve di mosca soldato nera sono vere e proprie divoratrici di scarti di produzione dell’industria alimentare e sono dunque sfruttate per la bioconversione di sottoprodotti alimentari.

Un bioconverter nei laboratori di "BEF Biosystem" presso Calalnoceto, Alessandria, Italia. Al suo interno 90kg di larve trasformano il substrato di coltivazione in un residuo organico simile a un terriccio, ricco di proprietà fertilizzanti e ammendanti. Il residuo organico può essere utilizzato come compost in agricoltura oppure come risorsa energetica per alimentare impianti a biogas. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Un bioconverter nei laboratori di "BEF Biosystem" presso Calalnoceto, Alessandria, Italia. Al suo interno 90kg di larve trasformano il substrato di coltivazione in un residuo organico simile a un terriccio, ricco di proprietà fertilizzanti e ammendanti. Il residuo organico può essere utilizzato come compost in agricoltura oppure come risorsa energetica per alimentare impianti a biogas. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Il substrato di semina delle larve di mosca soldato (Hermetia illucens) viene versato in un bioconverter nei laboratori di "BEF Biosystem" presso Calalnoceto, Alessandria, Italia. La dieta di allevamento è una miscela composta da sottoprodotti di origine vegetale come frutta, verdura, trebbie di birra, scarti di soia e altro materiale organico di scarto della filiera alimentare recuperati dall'economia locale. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Il substrato di semina delle larve di mosca soldato (Hermetia illucens) viene versato in un bioconverter nei laboratori di "BEF Biosystem" presso Calalnoceto, Alessandria, Italia. La dieta di allevamento è una miscela composta da sottoprodotti di origine vegetale come frutta, verdura, trebbie di birra, scarti di soia e altro materiale organico di scarto della filiera alimentare recuperati dall'economia locale. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Al termine del processo di bioconversione Trent Barber aspira le larve cresciute e il materiale organico digerito presso "BEF Biosystem" presso Calalnoceto, Alessandria, Italia. Dopo due settimane di digestione le larve sono mature per essere destinate al feeding animale e il substrato di crescita divenuto compost viene ceduto al settore agricolo. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Al termine del processo di bioconversione Trent Barber aspira le larve cresciute e il materiale organico digerito presso "BEF Biosystem" presso Calalnoceto, Alessandria, Italia. Dopo due settimane di digestione le larve sono mature per essere destinate al feeding animale e il substrato di crescita divenuto compost viene ceduto al settore agricolo. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs

La foto della voliera fa parte di una serie. Ce ne parli?

Lo scatto è tratto dal progetto che ho intitolato Millenium Bugs, una serie che riflette sul nuovo ruolo che gli insetti hanno nel terzo millennio nella cultura occidentale, ossia quello di essere utilizzati come mangimi o altre fonti proteiche. Ho fatto una sorta di mappatura delle start-up coinvolte in queste tematiche sulla base di una selezione ristretta, scegliendo le realtà più cliniche e Hi-tech che si distinguono in questa nuova filiera in crescita in tutto il mondo e in particolare in Italia. Nello specifico ho fotografato alcune sperimentazioni, incluse quelle condotte presso uno stabulario dell’Università di Bologna in cui alcuni maialini destinati all’ingrasso per la produzione di carne vengono allevati con larve vive di mosche soldato nere, nonché con farina, olio, grassi e altri derivati dello stesso insetto.

Nella sperimentazione "Welfare and Use of Insects in Monogastric Diets (WISE)" Simona Belpiero, ricercatrice veterinaria, svezza alcuni suinetti con larve vive di mosca soldato presso lo stabulario sperimentale dell'Università degli Studi di Bologna, Bologna, Italia. La sperimentazione prevede l'utilizzo di larve vive e farina di mosca quale fonte proteica in sostituzione parziale della farina di soia. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Nella sperimentazione "Welfare and Use of Insects in Monogastric Diets (WISE)" Simona Belpiero, ricercatrice veterinaria, svezza alcuni suinetti con larve vive di mosca soldato presso lo stabulario sperimentale dell'Università degli Studi di Bologna. La sperimentazione prevede l'utilizzo di larve vive e farina di mosca quale fonte proteica in sostituzione parziale della farina di soia. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs

Perché si parla di fonti proteiche alternative?

Nel mondo degli allevamenti animali intensivi e non, la principale fonte attuale di sostentamento è la soia, una materia prima particolarmente ricca di nutrienti, ma decisamente impattante dal punto di vista ambientale. La produzione e il consumo di soia implicano aspetti poco sostenibili, quali l’impiego di sistemi monoculturali, la deforestazione, l’impoverimento del suolo, l’utilizzo di pesticidi e l’impatto ambientale legato al trasporto del prodotto. Dobbiamo considerare, infatti, che la maggior parte della soia viene coltivata negli Stati Uniti, in Canada e America Latina per poi essere importata in Europa.

Durante la sperimentazione per produrre farina di grillo per uso umano, il biologo Stefano Magnaghi, responsabile della novel food application "Cricket Flour, Acheta domesticus" controlla lo stato di essiccazione di un campione di grilli nei laboratori della bugsfarm "Italian Cricket Farm" a Scalenghe, Torino, Italia. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Durante la sperimentazione per produrre farina di grillo per uso umano, il biologo Stefano Magnaghi, responsabile della novel food application "Cricket Flour, Acheta domesticus" controlla lo stato di essiccazione di un campione di grilli nei laboratori della bugsfarm "Italian Cricket Farm" a Scalenghe (TO). © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs

Qual è la posizione dell’Unione Europea riguardo l’utilizzo delle proteine di insetti nei prodotti alimentari?

Qualche anno fa l’Unione Europea ha autorizzato l’introduzione delle proteine di insetti nei mangimi per pesci, pollame, suini e animali domestici. Quest’anno sono partite delle sperimentazioni che riguardano anche l’alimentazione dei bovini. Vale la pena di sottolineare che la farina ricavata dalle mosche soldato nere è composta al 90% da proteine, al 5% da grasso e al restante 5% da altre materie prime nobili destinate all’alimentazione. Un altro dato significativo riguarda gli allevamenti di grilli: per produrne un chilo servono meno di due chili di mangime, mentre per ottenere un chilo di carne ce ne vogliono dieci.

Alcuni esemplari di trota (Salmo ghigii) si nutrono con larve vive di mosca soldato (Hermetia illucens) presso l'incubatoio ittico di Luserna San Giovanni, Torino, Italia. Le larve e le farine di insetti possono diventare un'alternativa sostenibile ai mangimi tradizionali. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Alcuni esemplari di trota (Salmo ghigii) si nutrono con larve vive di mosca soldato (Hermetia illucens) presso l'incubatoio ittico di Luserna San Giovanni (TO). Le larve e le farine di insetti possono diventare un'alternativa sostenibile ai mangimi tradizionali. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
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Cosa puoi dirci a proposito dell’utilizzo di insetti nei prodotti destinati all’uomo?

L’entomofagia [pratica alimentare che prevede il consumo di insetti, n.d.r.] in qualche modo è stata scossa dalle recenti decisioni dell’Unione Europea e ha trovato terreno fertile per svilupparsi anche in Italia. Nel contesto in cui ho lavorato per Millenium Bugs c’è Italian Cricket Farm, l’unica azienda italiana che ha quasi completato la procedura per ricevere l’autorizzazione a produrre farina di grillo destinata al consumo umano da parte di EFSA [The European Food Safety Authority, n.d.r.], vale a dire l’organo europeo che autorizza il commercio di nuovi alimenti, cosiddetti novel food. Le altre farine di grillo che circolano in Italia e in Europa non sono di matrice europea, ma sono importate da un grosso fornitore vietnamita. L’Italia negli ultimi anni è stata teatro di diverse sperimentazioni culinarie con la farina di grillo. Alcune catene, ad esempio, ne hanno fatto uso per la produzione di panini per hamburger e chips, mentre un fornaio torinese ha prodotto del pane includendo nell’impasto il 20% di farina di grillo. Bisogna specificare che la farina di grillo è molto proteica, quindi è necessario mescolarla ad altri tipi di farina per evitare di produrre alimenti iperproteici e con consistenza e sapore poco appetibili.

Un campione di farina di mosca soldato nera prodotta nei laboratori della bugsfarm "Bugslife" a Bevagna, Perugia, Italia. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Un campione di farina di mosca soldato nera prodotta nei laboratori della bugsfarm "Bugslife" a Bevagna (PG). © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs

Perché parliamo solo di farina di grillo?

Perché al momento è l’unico tipo di farina derivata dagli insetti autorizzata dall’Europa nella produzione di cibi per l’essere umano per il suo valore proteico e perché contiene pochissimi allergeni.

Qual è la risposta degli italiani a queste soluzioni innovative?

Come sai, la cultura del cibo in Italia è quasi una religione e quella dell’entomofagia è una questione davvero spinosa. 

Un allevamento di Locusta Gregaria destinata all'alimentazione animale nella bugsfarm "Italian Cricket Farm" a Scalenghe, Torino, Italia. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Un allevamento di Locusta Gregaria destinata all'alimentazione animale nella bugsfarm "Italian Cricket Farm" a Scalenghe (TO). © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
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Qual è la destinazione d’uso delle fotografie che scatti in queste start-up?

Pubblico le mie foto su diversi quotidiani e riviste italiani e stranieri, come il Corriere della Sera, il venerdì di Repubblica, BBC Science Focus e New Scientist.

Lo scopo è puramente documentativo o intendi supportare la transizione?

Direi entrambe le cose. Mi interessa raccontare le soluzioni positive in relazione ai problemi del cambiamento climatico e alla sostenibilità. Trovo che mostrare la soluzione piuttosto che il problema sia altrettanto efficace. I miei progetti hanno spesso a che fare con scienze esatte e alta ingegneria e mi piace scoprire e documentare le attività di persone che non riescono a divulgare la propria conoscenza perché totalmente assorbite dal loro lavoro di ricerca.

Carola Mileto, biotecnologa industriale, nutre degli avannotti di trota con mangime arricchito da farina di larva di mosca soldato (Hermetia illucens) presso l'incubatoio ittico di Luserna San Giovanni (TO). «I mangimi tradizionali destinati all’itticultura – ha dichiarato – sono costituiti anche da farina di pesce, un prodotto non più sostenibile a causa dell’overfishing che impoverisce gli ecosistemi marini». © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Carola Mileto, biotecnologa industriale, nutre degli avannotti di trota con mangime arricchito da farina di larva di mosca soldato (Hermetia illucens) presso l'incubatoio ittico di Luserna San Giovanni (TO). «I mangimi tradizionali destinati all’itticultura – ha dichiarato – sono costituiti anche da farina di pesce, un prodotto non più sostenibile a causa dell’overfishing che impoverisce gli ecosistemi marini». © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs

Nel caso di Millenium Bugs si può davvero agevolare il cambiamento mostrando delle fotografie a chi è riluttante all’idea di “rivoluzionare” la propria dieta?

È molto probabile che chi è contrario all’introduzione di insetti nella propria alimentazione continui ad esserlo dopo aver visto delle fotografie su questo tema. Specialmente in Italia il percorso di accettazione sarà molto lento, per via della cultura culinaria di cui parlavamo poco fa. La strada più facilmente percorribile, al momento, è quella dedicata alla produzione di mangimi per animali, non solo da allevamento ma anche domestici. Il pet food già contiene, sebbene in bassissima percentuale, materie prime a base di insetti e questo, oltre a essere sostenibile per l’ambiente, comporta diversi benefici per l’animale stesso. Il professore che segue la sperimentazione nello stabulario di Bologna mi ha spiegato che l’introduzione delle larve vive nell’alimentazione dei suini da allevamento svolge anche un’importante funzione psicologica. 

Nello stabulario sperimentale dell'Università degli Studi di Bologna, il Prof. Luca Sardi monitora il comportamento alimentare dei suini coinvolti nella sperimentazione "Welfare and Use of Insects in Monogastric Diets (WISE)". Oltre a essere una fonte di proteine, le larve di mosca soldato vive sono una risorsa di arricchimento ambientale e di stimolazione psicologica poichè innescano curiosità e gioco nei suini rinchiusi in allevamento. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Nello stabulario sperimentale dell'Università degli Studi di Bologna, il Prof. Luca Sardi monitora il comportamento alimentare dei suini coinvolti nella sperimentazione "Welfare and Use of Insects in Monogastric Diets (WISE)". Oltre a essere una fonte di proteine, le larve di mosca soldato vive sono una risorsa di arricchimento ambientale e di stimolazione psicologica poichè innescano curiosità e gioco nei suini rinchiusi in allevamento. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
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I maialini, infatti, si divertono a cacciare le larve e questo riduce il diffusissimo fenomeno della ‘morsicatura della coda’. Normalmente i maiali, quando inseriti in unità di allevamento, si svagano esclusivamente mordendo la coda degli altri esemplari e questo provoca infezioni e altri problemi a cascata, non ultimo l’utilizzo di antibiotici per arginare i danni. Le larve vive rappresentano una soluzione naturale e sana e il mio lavoro, fotografico e di scrittura, punta alla diffusione di informazioni come questa.

C’è il rischio che i nuovi cibi di cui parliamo contribuiscano all’aumento degli allevamenti intensivi nel mondo?

Sì, ma a mio avviso il problema è l’allevamento intensivo in sé e non ciò che mangiano gli animali al suo interno. L’Italia, rispetto ad altri scenari, occupa una posizione fortunata in tal senso. Recentemente in Cina è stato inaugurato il Pig Palace, un palazzo di ventisei piani che punta a macellare sino a un milione di suini all’anno. Lo standard qualitativo della produzione italiana è decisamente alto rispetto a queste realtà, anche se sono altrettanto importanti le scelte dei consumatori in merito alla qualità e alla quantità di carne richiesta.

Alcuni suinetti si nutrono di larve vive di mosca soldato presso lo stabulario sperimentale dell'Università degli Studi di Bologna, Bologna, Italia. Negli allevamenti zootecnici, la competizione per la gestione degli spazi e per il cibo possono portare a comportamenti “anomali” che si esprimono con la morsicatura della coda. Le larve vive agiscono anche come elemento di arricchimento ambientale riducendo le competizioni nei confronti degli altri conspecifici. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Alcuni suinetti si nutrono di larve vive di mosca soldato presso lo stabulario sperimentale dell'Università degli Studi di Bologna, Bologna, Italia. Negli allevamenti zootecnici, la competizione per la gestione degli spazi e per il cibo possono portare a comportamenti “anomali” che si esprimono con la morsicatura della coda. Le larve vive agiscono anche come elemento di arricchimento ambientale riducendo le competizioni nei confronti degli altri conspecifici. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
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Come è nata l'idea di lavorare a Millenium Bugs?

Ho iniziato a lavorare a Millenium Bugs nel dicembre 2022. La start-up della fotografia con cui ho vinto la categoria Immagine Singola dell’ISPA preleva l’energia termica ed elettrica necessaria all’allevamento di mosche soldato da un impianto biogas di un’azienda vicina. Avevo fotografato questo impianto per un’altra serie, intitolata Isole di energia, che racconta realtà aziendali, dalle più piccole alle multinazionali, che producono autonomamente l’energia di cui hanno bisogno per la loro attività, attraverso fonti rinnovabili. Un impianto biogas è un grande digestore in cui si inserisce materiale organico che viene fatto macerare per produrre energia attraverso la digestione anaerobica. Dal contatto tra le due aziende è nata l’idea di sviluppare un progetto che si è concluso più o meno nel luglio 2023.

Un campione di farina di grillo prodotta nei laboratori della bugsfarm "Italian Cricket Farm" a Scalenghe, Torino, Italia. Da un punto di vista nutrizionale l'alimento è composto dal 66,6% di proteine, 16,6% di lipidi e il 5% di chitina perciò ed è proposto come alimento alternativo umano per ridurre il consumo di carne. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
Un campione di farina di grillo prodotta nei laboratori della bugsfarm "Italian Cricket Farm" a Scalenghe (TO). Da un punto di vista nutrizionale l'alimento è composto dal 66,6% di proteine, 16,6% di lipidi e il 5% di chitina perciò ed è proposto come alimento alternativo umano per ridurre il consumo di carne. © Luigi Avantaggiato, Millennium Bugs
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Qual è la tua attrezzatura fotografica?

Scatto con una Canon Eos 5D Mark III e una Mark IV, alle quali abbino un 24mm, un 35mm e un 50mm. A volte mi servo di un drone o dell’attrezzatura per riprese subacquee, ma non uso niente di ipertecnologico. Non fotografo mai con luce flash, scatto in luce naturale al mattino presto o nel tardo pomeriggio.

Hai mai mangiato qualcosa a base di insetti?

Ho assaggiato un cucchiaino di farina di grillo: sa di nocciola…

Bio e contatti

Luigi Avantaggiato (Zurigo, 1984) è un fotografo freelance. Dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in studi visivi, ha iniziato a lavorare come fotografo documentarista, con un forte interesse per le tematiche legate alle trasformazioni socio-antropologiche e ambientali. Le sue fotografie e i suoi scritti sono stati pubblicati su giornali e riviste scientifiche internazionali, come Technology Review, BBC Science Focus, New Scientist, il Venerdì di Repubblica, il Corriere della Sera, Cosmos e GEO. Ha esposto le sue fotografie in mostre e festival in Italia e all’estero ed è autore di libri e saggi sulla fotografia, il cinema e le arti visive. Rientrano tra le sue pubblicazioni Home Stories – una monografia sulla fotografia di famiglia e sull’uso dei filmini di famiglia come pratica artistica contemporanea – e diversi saggi sulle interazioni tra cinema, fotografia e nuovi media. Avantaggiato ha vinto una borsa di studio della SISF (Società italiana per lo studio della fotografia) con una monografia sulla fotografia di architettura e di paesaggio di Roberto Bossaglia, dalla quale è nato un altro saggio sulle intersezioni tra la produzione di un fotografo di architettura e la sua ricerca artistica.

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