Il DJI Mini 5 Pro rappresenta un punto di svolta nel panorama dei droni amatoriali, perché è il primo dispositivo del produttore cinese a integrare un sensore da 1 pollice pur mantenendo il peso complessivo al di sotto della soglia critica dei 250 grammi. In pratica, è in grado di offrire una qualità d’immagine tipica dei droni presenti in segmenti di fascia più alta, mantenendo una stazza che a livello normativo lo fa rientrare nella categoria Open A1 con marcatura C0, permettendo il sorvolo occasionale di persone non coinvolte e non richiedendo il patentino A1/A3. Quindi, rispetto al modello di precedente generazione, a parità di peso e dimensioni il Mini 5 Pro aumenta la superficie del sensore di circa il 23%, e ancora più interessante è il fatto che, posizionandosi di listino a 799 euro in configurazione “base”, costa esattamente quanto il Mini 4 Pro, al lancio.
Implicazioni normative e operatività nella classe C0
Come anticipato, il rispetto del limite di peso inferiore ai 250 grammi colloca di diritto il DJI Mini 5 Pro nella classe C0 secondo i regolamenti europei, un fattore determinante per la sua appetibilità commerciale. L’appartenenza a questa categoria esonera l’utente dall’obbligo di conseguire il patentino, sebbene rimanga imperativa la registrazione dell’operatore presso l’autorità competente, che per il territorio italiano è identificata nel portale d-flight, unitamente alla sottoscrizione di una polizza assicurativa. I privilegi operativi della classe C0 consentono il sorvolo in contesti urbani, nel rispetto delle cartografie presenti su d-flight, mantenendo un’altezza massima di 120 metri e il volo a vista (VLOS). È consentito il sorvolo accidentale di persone non coinvolte, fatto salvo il divieto assoluto sugli assembramenti. La dotazione di luci di segnalazione integrate estende l’operatività anche alle ore notturne, superando il limite del tramonto imposto ad altri dispositivi privi di tale equipaggiamento, fermo restando il rispetto delle normative sulla privacy applicabili a qualsiasi strumento di ripresa.
Analisi ottica e criticità nella gestione del rumore periferico
Il comparto fotografico si articola su un sensore da 1″ e 50MP abbinato a un’ottica autofocus con lunghezza focale equivalente a 24mm e apertura f/1,8. In termini di profondità di campo, tale apertura corrisponde a un f/5 su formato full frame. Il sistema permette di sfruttare l’alta risoluzione per simulare una focale da 48mm, riducendo l’output a 12MP. Sul fronte della sensibilità, il range operativo spazia da 100 a 6400 ISO a 12MP e si limita a 3200 ISO scattando a piena risoluzione, con la possibilità di gestire l’otturatore da 1/8000s fino a 2 secondi e raffiche a 7fps.
Sebbene la gamma dinamica del file RAW (DNG) risulti a dir poco ottima, un’analisi dell’immagine più accurata evidenzia qualche limite nella gestione del rumore cromatico: tale difetto è particolarmente marcato ai bordi del fotogramma, risultando visibile anche a bassi ISO. L’ipotesi tecnica più plausibile è che questo decadimento qualitativo derivi da un intervento dell’elettronica per correggere la vignettatura e i difetti intrinseci dell’ottica agli angoli; tale compensazione, amplificando il segnale ai bordi, genera rumore che qualsiasi post-produzione successiva tende inevitabilmente ad esacerbare, creando una discrepanza qualitativa netta rispetto alla pulizia d’immagine presente al centro del fotogramma.
Specifiche del flusso video
In ambito video, il drone supporta la registrazione in 4K (3840×2160) con frame rate variabile fino a 60 o 120fps, mentre in risoluzione FullHD è possibile spingersi fino a 240fps per la realizzazione di slow motion più spinti. Il campionamento colore è 4:2:0 a 10 bit, una specifica che garantisce una buona malleabilità del file in color correction. La gestione della sensibilità in questa modalità di ripresa si estende da 100 a 12.800, tuttavia subisce limitazioni tecniche in base al profilo scelto: selezionando i profili logaritmici D-LOG e HLG il tetto massimo scende a 3.200 ISO, mentre in modalità slow motion si ferma a 6.400 ISO.
Per quanto riguarda la gestione del rumore, la sensibilità fino a 800 ISO produce risultati accettabili in entrambi i formati di scatto (12MP e 50MP). È fondamentale tenere in considerazione, tuttavia, l’amplificazione elettronica del segnale rilevata in fase di test, che potrebbe accentuare le problematiche di rumore, in particolare quello cromatico ai bordi, man mano che si incrementano gli ISO. I dettagli sono una porzione di 2400×1600 pixel ricavati dall’originale da 50MP di risoluzione.
Stabilità meccanica e gestione dell'autonomia
La stabilizzazione delle riprese è affidata a un gimbal meccanico a 3 assi con un’ampia escursione angolare, capace di inclinarsi da -135° a 80° e di gestire velocità di rotazione fino a 100°/s. Questi movimenti non servono solo a garantire la fluidità, ma operando in sinergia con gli spostamenti del drone, abilitano l’esecuzione di contenuti automatizzati. In modalità fotografica, l’escursione del gimbal permette la realizzazione di immagini sferiche a 360° o panoramiche classiche composite. In modalità video, la combinazione dei movimenti del gimbal con la traiettoria di volo del drone è essenziale per l’esecuzione dei QuickShot.
Più in alto vi mostriamo un’immagine sferica realizzata e confezionata dal DJI Mini 5 Pro, che è possibile navigare direttamente dallo smartphone tramite le comuni App Galleria, o sul PC grazie a servizi web come quello offerto da Koola. Qui sopra, un breve QuickShot con Tracking del soggetto realizzato da posizione zenitale. Questo e altri automatismi, anche grazie alla presenza di sensori anticollissione posti su ognuno dei lati del drone, permettono di realizzare clip con movimenti e inquadrature anche molto dinamiche, con relativa tranquillità.
Le performance di volo indicano una velocità orizzontale massima di 19m/s in modalità Sport, configurazione che tuttavia disabilita i sensori anticollisione. Un dato di rilievo per l’utenza professionale è l’autonomia dichiarata di 36 minuti. Questo valore non rappresenta solo un dato cronometrico, ma si traduce in un vantaggio operativo concreto per fotografi e videomaker che prediligono il controllo manuale: un tempo di volo esteso permette di raggiungere il punto di interesse e dedicare i minuti necessari al settaggio fine dei parametri di scatto tramite il monitor del radiocomando, senza l’ansia di dover rientrare per il cambio batteria. Droni con autonomie inferiori costringono spesso a una gestione frettolosa delle impostazioni o all’utilizzo obbligato di due accumulatori distinti per la fase di setup e quella di ripresa.
Integrazione del sistema LiDAR e sicurezza omnidirezionale
Sotto il profilo della sicurezza attiva, il Mini 5 Pro introduce per la prima volta nella serie un sistema di rilevamento ostacoli omnidirezionale, la cui efficacia è garantita anche in condizioni di scarsa illuminazione o volo notturno. L’architettura dei sensori è complessa e si basa su un modulo LiDAR frontale coadiuvato da obiettivi fisheye anteriori e posteriori, sistemi binoculari e un sensore a infrarossi 3D posizionato nella parte inferiore.
Per valutare l’affidabilità del sistema anticollisione, abbiamo condotto un test sul campo all’interno di una pineta. Il drone è stato pilotato intenzionalmente in direzione degli alberi, dimostrando la capacità del sistema di rilevamento di elaborare il complesso scenario 3D e di reindirizzare il velivolo autonomamente, evitando l’impatto.
L’integrazione di queste tecnologie non serve solo a prevenire impatti in ambienti densi di ostacoli, ma è fondamentale per garantire l’affidabilità delle procedure di ritorno automatico al punto di partenza (RTH) senza l’intervento diretto del pilota.
La schermata illustra la funzionalità di Ritorno Automatico alla Base (RTH). Una traccia virtuale verde indica il percorso che il drone seguirà a ritroso. Questa visuale anticipata fornisce al pilota un’indicazione precisa della traiettoria di rientro verso il punto di partenza (Home Point), contrassegnato dal segnaposto giallo con la lettera “H”, che avviene in maniera completamente autonoma e con il supporto attivo dei sensori anticollisione.
Prezzo e configurazioni di vendita
Il DJI Mini 5 Pro mantiene un posizionamento di prezzo decisamente aggressivo, replicando il costo di lancio del modello precedente nonostante l’incremento dimensionale del sensore e l’aggiunta di diversi sensori. La configurazione base, che include il drone e il radiocomando DJI RC-N3 (che necessita dello smartphone), è proposta a 799 euro. Per l’utenza che necessita di maggiore operatività, la versione Fly More Combo è disponibile a 999 euro e aggiunge due batterie supplementari, hub di ricarica, tre filtri nd, borsa e ricambi. Infine, il pacchetto più completo, che sostituisce il radiocomando base con il DJI RC 2 dotato di monitor integrato ad alta luminosità, si attesta sui 1.129 euro.
A chi consigliamo il DJI Mini 5 Pro
Al DJI Mini 5 Pro va riconosciuto il merito di saper offrire una qualità d’immagine superiore svincolandola dalle complessità burocratiche dei velivoli più pesanti. Il mantenimento del prezzo di lancio del predecessore (a fronte di un hardware potenziato e dell’introduzione del sistema LiDAR) ne certifica inoltre l’ottimo posizionamento sul mercato. Tuttavia, la miniaturizzazione estrema ha comportato compromessi ottici ineludibili, manifestati in una gestione del rumore perimetrale che, pur accettabile per la maggior parte degli utilizzi, potrebbe non soddisfare i puristi della fotografia alla ricerca della perfezione ottica assoluta su tutto il campo visivo. Il dispositivo è dunque consigliato al creatore di contenuti evoluto e al viaggiatore che necessitano della massima portabilità senza rinunciare a una gamma dinamica estesa e a opzioni di ripresa manuale, nonché a chi opera frequentemente in scenari urbani dove la classe C0 garantisce margini di manovra normativi inarrivabili per i modelli superiori.
Vi lasciamo al video di sintesi che abbiamo montato interamente da smartphone utilizzando l’applicazione ufficiale DJI. Questa breve clip raccoglie alcuni dei video realizzati durante i nostri test di volo, offrendo un riscontro visivo diretto e di qualità sulle capacità di ripresa e sulla stabilità del Mini 5 Pro.
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