Forlì
Dal 18 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026
Dopo un inizio tutto parigino, è in mostra a Forlì Letizia Battaglia. L’opera: 1970-2020. Precedentemente esposta nella Ville Lumière, presso la Galleria Jeu de Paume, la mostra dedicata alla combattiva fotografa siciliana si è spostata in Italia, al Museo Civico San Domenico di Forlì, dove sarà visitabile fino all’11 gennaio 2026.
Letizia Battaglia in mostra a Forlì
Il percorso espositivo comprende più di duecento fotografie, libri, giornali, ventidue riviste con cui la fotografa ha collaborato – o delle quali, in alcuni casi, è stata fondatrice ed editrice – e un docufilm sulla sua vita. L’insieme di questi materiali esplora l’intero percorso creativo di Letizia Battaglia (1935 – 2022), passa per la sua vita privata, testimonia la varietà dei suoi interessi e la continuità del suo impegno civile.
Le vicende della fotografa che ha lasciato un segno profondo nella storia della fotografia e della società italiana sono ormai note al grande pubblico, ma ne offriremo comunque una sintesi in questo articolo, perché è sempre piacevole pensare che qualche giovane appassionato di fotografia trovi nelle nostre pagine virtuali uno strumento utile a scoprire o conoscere meglio i grandi nomi della fotografia.
La storia di Letizia Battaglia e delle sue iconiche fotografie
Letizia Battaglia nasce a Palermo nel 1935 e in quella stessa città, nel 1969, bussa alla porta del quotidiano L’Ora per offrire una collaborazione da giornalista. Dopo una parentesi milanese insieme al fotografo Santi Caleca torna a Palermo nel 1974, dopo che i due hanno ricevuto da L’Ora la proposta di occuparsi dei servizi fotografici del quotidiano. Letizia Battaglia unisce magistralmente parole e fotografie, anche se di fotografia all’inizio sa veramente poco. Da autodidatta e spinta da una forte necessità comunicativa, sviluppa immediatamente una spiccata sensibilità compositiva e con un grandangolo montato su una Pentax K 1000 racconta con passione ogni capitolo della sua terra e della sua gente: le sfaccettature sociali, le tradizioni, la quotidianità, le feste religiose, le occasioni di svago, le problematiche.
Letizia Battaglia, Franco Zecchin e la mafia
I tragici fatti di mafia che insanguinano la città sono il dolente soggetto dei suoi scatti più noti, realizzati a partire dalla metà degli anni Settanta.
Letizia Battaglia è tempestiva, coraggiosa, aggiornata, sa trovarsi nel posto giusto al momento giusto persino nei contesti più pericolosi e presto le sue immagini diventano icone e simboli di un territorio che, seppur fiero, è profondamente ferito e intriso di contraddizioni.
Dal 1976 al 1991 è affiancata – per i servizi de “L’Ora” – da Franco Zecchin, con il quale fonda il gruppo Informazione Fotografica e il Laboratorio d’IF, oltre a iniziare una storia d’amore. Per diciotto anni, dal 1977, la vita dei due fotografi è totalmente assorbita dalla documentazione della stagione di sangue aperta dall’ascesa del clan dei Corleonesi con Totò Riina e Bernardo Provenzano al vertice della famiglia mafiosa e poi della “Commissione”, la struttura che comanda Cosa Nostra.
Nel 1977 Letizia Battaglia è tra i fondatori del “Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato”. Tra gli anni Settanta e Ottanta frequenta il corso di regia della scuola teatrale Teatés e dirige spettacoli e laboratori teatrali all’ospedale psichiatrico di Palermo. È la prima donna europea a ricevere, nel 1985 a New York, il W. Eugene Smith Grant per la fotografia sociale, ex aequo con Donna Ferrato. Dalla metà degli anni Ottanta Battaglia affianca all’attività fotografica un impegno civile diretto, che offre una nuova prospettiva sulla sua storia e produzione.
Nel 1986 si candida a Palermo come consigliere comunale nella lista dei Verdi. Nel 1987 diventa assessore alla Vivibilità Urbana nella giunta di Leoluca Orlando e nel 1991 è deputato regionale con La Rete. Nel 1992, dopo l’assassinio dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, decide di non volere più fotografare crimini mafiosi. Nel 1986 fonda il mensile di cultura e politica Grandevu – Grandezze e bassezze della città di Palermo, nel 1991 co-fonda con Simona Mafai e altre donne Mezzocielo, bimestrale pensato e realizzato da sole donne e nel 1992 la casa editrice Edizioni della Battaglia.
Nel 2009 viene nuovamente premiata a New York con il Cornell Capa Infinity Award. Nel novembre del 2017 fonda a Palermo il Centro Internazionale di Fotografia, tra il 2020 e il 2021 l’amico regista Roberto Andò realizza un film in due puntate dal titolo Solo per passione – Letizia Battaglia fotografa. Nel 2021 fonda insieme ai nipoti Matteo e Marta Sollima l’Associazione Archivio Letizia Battaglia con l’obiettivo di promuovere e tutelare il suo lavoro. Letizia Battaglia è morta nella sua Palermo il 13 aprile 2022. La cura del suo archivio è affidata all’Associazione Archivio Letizia Battaglia.
La mostra, a cura di Walter Guadagnini, è ideata e prodotta da CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia e dal museo Jeu de Paume di Parigi, con la collaborazione dell’Archivio Letizia Battaglia, ed è organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e dal Comune di Forlì.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore.
Titolo Letizia Battaglia
A cura di Walter Guadagnini
Formato 23,7×27,9cm
Pagine 264
Lingua italiano
Prezzo 38 euro
Editore Dario Cimorelli Editore
Data di pubblicazione dicembre 2024
ISBN979-1255611196
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Letizia Battaglia. L’opera: 1970-2020
- A cura di Walter Guadagnini
- Museo Civico San Domenico, piazza Guido da Montefeltro – Forlì
- dal 18 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026
- mar-ven 9.30-19, sab-dom e festivi 9.30-20
- intero 12 euro, ridotto 10 euro
- mostrefotograficheforli.it
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