Roma
Dal 27 maggio al 5 novembre 2023
“Letizia Battaglia è riconosciuta come una delle figure principali nella storia della fotografia internazionale. Viene universalmente ricordata soprattutto per il coraggio, manifestato al tempo della collaborazione con il quotidiano L’Ora di Palermo, per le immagini realizzate durante la sanguinosa guerra di mafia degli anni Settanta e Ottanta”.
Con queste righe si apre il comunicato stampa di Letizia Battaglia. Senza Fine, la mostra fotografica visitabile alle Terme di Caracalla di Roma fino al 5 novembre 2023.
Letizia Battaglia in mostra su cavalletti di cristallo
Senza Fine è un omaggio anche all’architetta Lina Bo Bardi (1914-1992) e all’allestimento realizzato nel 1968 per la collezione d’arte del MASP-Museu de arte de São Paulo in Brasile, che prevedeva la sospensione delle opere tramite l’utilizzo di cavalletti di cristallo. Alle Terme di Caracalla i cristalli creano una sorta di foresta sospesa, con fotografie bifacciali di grande formato che abitano quattro differenti ambienti, in un’installazione aperta, senza gerarchie.
Non solo Sicilia
Le immagini più note di Letizia Battaglia consegnano alla storia una delle pagine più sanguinose, poetiche, struggenti e drammatiche della Sicilia. Ma questa mostra intende aprirsi a un universo di fotografie realizzate fuori dalla terra della fotografa, tappe di viaggi fondamentali per comprendere in modo più profondo l’insieme della sua opera e del suo pensiero. Fotografia, cronaca e vita privata confluiscono in unico percorso non cronologico, che mette in luce la straordinaria sensibilità e umanità della fotografa palermitana. Alla sua città è dedicata una selezione di lavori realizzati all’ospedale psichiatrico, dove Battaglia coinvolgeva e rendeva protagonisti i pazienti. Un appuntamento che ha rinnovato più volte negli anni. Graziella, del 1983, è uno di questi scatti e apre la mostra.
Gli esordi di Letizia Battaglia
Letizia Battaglia (Palermo, 5 marzo 1935 – Palermo, 13 aprile 2022) è stata una fotografa autodidatta. Agli inizi, pur non conoscendo la tecnica, si avvicina alla fotografia come spinta da una necessità, e da subito sviluppa una spiccata sensibilità compositiva. Sempre al centro della scena, a contatto diretto con i suoi soggetti, fotografa in modo incisivo con una Pentax K 1000 e un grandangolo.
Negli anni perfeziona la tecnica e accresce la propria conoscenza dei grandi maestri, mantenendo tuttavia uno stile molto personale. Battaglia comincia l’attività di fotoreporter agli inizi degli anni Settanta, a Milano. Collabora con la rivista Le Ore e con il periodico ABC.
Di quegli anni gli scatti della prima manifestazione del movimento femminista, Pier Paolo Pasolini al Cinema Turati ritratto durante un doloroso dibattito contro la censura. Franca Rame e Dario Fo sul palco della Palazzina Liberty. A Genova fotografa il processo contro il quotidiano L’Ora.
Nel 1974 torna a Palermo, e da quel momento fino al 1991 dirige il team fotografico del quotidiano pomeridiano L’Ora, fotografando di tutto, dalla cronaca nera agli incidenti d’auto, dai comizi politici allo spettacolo.
Letizia Battaglia e Franco Zecchin
Nel 1975 Battaglia conosce a Venezia il giovane attore milanese Franco Zecchin, con il quale nasce un grande amore. Iniziano a fotografare insieme a Palermo e, durante diciotto anni, hanno scritto una delle pagine più struggenti della storia della fotografia italiana.
L’ascesa del clan dei Corleonesi con Totò Riina e Bernardo Provenzano al vertice della famiglia mafiosa e poi della “Commissione”, la struttura che comanda Cosa Nostra, apre una terribile stagione di sangue, che dal 1977 assorbe totalmente la vita dei due fotografi. Una carneficina che colpisce a morte non solo i mafiosi in guerra tra loro per il dominio del territorio e del traffico di stupefacenti, ma che scatena una guerra contro lo Stato e contro tutti coloro che contrastano il potere dei clan.
Ultimi scatti di mafia
Dopo le stragi di Falcone e Borsellino e dei loro agenti di scorta nel 1992, e dopo la barbara uccisione di Padre Pino Puglisi a Brancaccio, Letizia Battaglia decide di non fotografare più i fatti di mafia. L’ultima immagine, un ritratto che diventa icona contemporanea nella lotta alla mafia, è del 1993 e ritrae Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani ucciso nell’attentato contro il giudice Giovanni Falcone, il 25 maggio 1992.
Letizia Battaglia ritrae la società
Letizia Battaglia penetra nel cuore di Palermo dove ricchezza e povertà convivono con rassegnata indifferenza. Entra nei vicoli, nei rioni, nei palazzi dell’aristocrazia. Realizza immagini forti e dolci, poetiche e drammatiche, che descrivono con rispetto la realtà sociale. Dopo gli anni delle immagini di mafia, le bambine tornano ad essere tra le protagoniste della costellazione visiva della fotografa. Immagini e sguardi pieni di dignità, con cui Battaglia e le “sue” bambine costruiscono un dialogo empatico, intimo e profondo. Le bambine e i bambini sono protagonisti non solo in Sicilia. Dalla Russia alla Turchia Battaglia insegue il loro sogno, i loro sguardi, la profondità di una giovane e fragile esistenza.
Tra gli ultimi progetti di Letizia Battaglia, prima della sua scomparsa nell’estate del 2022, una serie di nudi femminili: immagini poetiche e d’amore. Tra queste Olimpia a Mondello, del 2020, che chiude il percorso di mostra.
Letizia Battaglia. Senza Fine
- Terme di Caracalla, viale delle Terme di Caracalla, 52 – Roma
- dal 27 maggio al 5 novembre 2023
- martedì-domenica, 9-19.15
- intero 13 euro, ridotto 7 euro
- coopculture.it