Torino
Dal 18 novembre 2022 al 12 febbraio 2023
Il PhMuseum Lab presenta una collettiva fotografica che mette in relazione il lavoro Probable Cause dell’artista visivo finlandese Henri Airo con 10:33 del duo italiano Gabriele Chiapparini & Camilla Marrese. Entrambi i progetti sono figli di una profonda riflessione sulla severa precisione del caso e sulla natura ontologica ed epistemologica della fotografia.
"Probable Cause" di Henri Airo
In Probable Cause Henri Airo affronta gli eventi legati alla morte di sua sorella, travolta nel 2012 da un guidatore ubriaco. A seguito dell’eco mediatico riservato alla vicenda, il fotografo ha avviato – nel 2019 – un progetto di ricerca sugli eventi di quel giorno, sia per riflettere sul modo in cui la polizia e i media hanno affrontato l’incidente stradale, sia per comprendere i fattori che l’hanno determinato, nonché le ripercussioni che esso ha avuto sulla società finlandese. Utilizzando immagini d’archivio, l’opera costruisce una narrazione documentaria del colpevole nel giorno dell’incidente mettendo in luce le cause sociali alla base dell’evento. Il progetto ha lo scopo di invitare la collettività a esaminare da vicino problematiche legate alla dipendenza, all’alcolismo e alla guida in stato di ebbrezza, questioni spesso trascurate dalla società finlandese.
“Mia sorella è stata uccisa da un guidatore ubriaco all’inizio del 2012. Questo evento ha cambiato tutto per me e la mia famiglia, tagliando le nostre vite in un prima e un dopo. Mentre stavamo imparando a gestire la perdita, l’incidente è stato indagato a fondo dalla polizia e ampiamente coperto dai media nazionali. Ho spesso ritenuto che queste indagini fossero incomplete e irrilevanti per ridurre morti simili causate dalla dipendenza. La polizia si concentrava su dettagli irrilevanti, mentre i media hanno presentato il caso quasi come un dramma d’intrattenimento. Queste indagini hanno creato una serie di documenti, materiali e narrazioni sulla guida in stato di ebbrezza e l’alcolismo nella società finlandese, ma spesso ignorando le circostanze sociali legate alla dipendenza”.
"10:33" di Camilla Marrese e Gabriele Chiapparini
Usando una strategia metodologica simile a quella di Henri Airo e mettendo in discussione l’obiettività del mezzo fotografico, in cui verità e post-verità coesistono, Camilla Marrese e Gabriele Chiapparini ripercorrono il disastro aereo dell’Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno (BO).
10:33 è l’orario in cui il 6 dicembre del 1990 un aereo militare in avaria, a seguito dell’abbandono del proprio pilota che si era paracadutato, colpì la scuola togliendo la vita a 12 studenti di età tra i 14 e 15 anni e lasciando altre 88 persone ferite. L’ultimo elemento a modificare la traiettoria dell’aereo fu il contatto con la punta di un albero, subito prima dello schianto.
Incrociando quella strage con una storia personale, si apre una riflessione sulla distanza che ci separa da certi eventi tragici, sui percorsi del caso, sul nostro rapporto difficile con l’idea della morte.
“La strage di Casalecchio, un taglio vivido nella memoria collettiva Bolognese, si fonde nelle nostre motivazioni con lo spettro di una storia personale. Un primo maggio di alcuni anni fa, Gabriele si trovava su un aeroplano scosso da forti turbolenze. Pochi giorni prima, la madre di un amico ne aveva pronosticato la caduta, aggiungendo però che i suoi sogni, da diverso tempo, non si avveravano più – e che quindi sarebbero potuti partire. A bordo di quell’aereo, per la prima volta e non per l’ultima, Gabriele percepiva che uno di quegli eventi dei quali sentiamo sempre parlare, sarebbe successo a lui. Era del tutto convinto che l’aereo sarebbe caduto.
Leggiamo le notizie, ne guardiamo le immagini sui nostri schermi e non riusciamo realmente a elaborarle, come se la carta e lo schermo fossero barriere fisiche che separano noi da loro: come se noi, rispetto a loro, agissimo e vivessimo in un ambiente che segue leggi fisiche differenti. Con 10:33 ci chiediamo se sia possibile colmare questa distanza, riconducendo gli eventi alla loro dimensione quotidiana e collettiva: linee che attraversano le vite di tutti, segnando un prima e un dopo. L’analisi degli eventi di quel 6 dicembre è qui punto di partenza per una riflessione più ampia: sui percorsi del caso, sul nostro rapporto difficile con l’idea della morte, sulla nostra impotenza e sull’eppure disperata, necessaria, continua ricerca di una qualche forma di comprensione”.
Unpredictable Certainty
- PhMuseum Lab, via Paolo Fabbri 10/2a (BO)
- dal 24 novembre 2022 al 12 gennaio 2023
- giovedì, 17,30-19,30
- ingresso gratuito
- phmuseumlab.it