Cortona (AR)
Dall’11 luglio al 3 novembre 2024
Quando si parla di morte, spesso, la cultura occidentale impone di viverla come un tabù, qualcosa collegato al dolore e alla religione. Tuttavia, non è così in tutti i Paesi del mondo. In Asia, ad esempio, o in Africa, la morte e i morti fanno parte della vita e come tali sono salutati tramite canti e rituali gioiosi. Inclusa nella programmazione espositiva del festival Cortona On the Move, a Cortona dall’11 luglio al 3 novembre, c’è la mostra collettiva This Is the End, a cura di Irene Opezzo e Paolo Woods, una riflessione a tutto tondo sulla figura della “Triste Mietitrice”.
I progetti esposti sono vari e gli usi della fotografia per analizzare la morte sono altrettanto diversificati: come elaborazione di un lutto, ad esempio, nel progetto di Nausicaa Giulia Bianchi, o come documentazione del passaggio dalla vita alla sua fine, nel lavoro di Walter Schels e Beate Lakotta.
Fanno parte dell’esposizione anche delle immagini che richiamano alla mente la curiosità di antichi ruoli relativi al rito della morte, come la fotografia di Armando Rotoletti, in cui sei donne sono attorno ad un cadavere vestito di bianco, piangenti, doloranti, trasudanti disperazione. L’immagine è stata scattata a Fiumefreddo di Sicilia, in provincia di Catania, e ricorda quelle donne che, per professione, comparivano ai funerali per partecipare alla funzione con il loro pathos e la loro espressività, inscenando la tristezza dovuta. In Occidente la morte è vissuta con lacrime e disperazione, l’elaborazione del lutto avviene anche attraverso questa fase, ma la prospettiva cambia se ci allontaniamo un po’.
Fotografare la morte con "leggerezza"
La curatrice della mostra Irene Opezzo ha selezionato per noi immagini e progetti che, pur incentrandosi su riti e tradizioni relativi all’elaborazione del lutto in tutto il mondo, riescono a infrangere il tabù della morte, trattandola con una dose di “leggerezza”, in modo atipico rispetto alle usanze occidentali.
Il primo esempio di cui ci parla Irene Opezzo – nel file audio che trovate dopo le immagini – è il lavoro di Klaus Bo, Dead and Alive. Si tratta di un’indagine in giro per il mondo, condotta dal fotografo di stanza a Copenhagen, sulla simbologia relativa alla morte. Nello specifico la curatrice fa riferimento a una particolare sequenza di immagini che raccontano di un rituale indonesiano che potrebbe risultare inquietante per la cultura occidentale.
I feretri stravaganti fotografati da Regula Tschumi
La seconda storia raccontata da Opezzo, invece, riguarda l’antropologa Regula Tschumi, che da molti anni documenta fotograficamente una particolare tradizione ghanese, quella di dare ai feretri funebri delle curiose forme che richiamano l’identità del defunto: scarpe, pesci, ortaggi… ce n’è di tutti i tipi. Le bare richiamano, in questo modo, un’iconicità pop e danno al concetto della morte un retrogusto divertente e scanzonato.
Come terzo progetto su cui soffermarsi Irene Opezzo ha scelto No seconds del neozelandese Henry Hargreaves. La ricerca di Hargreaves si concentra abitualmente sulla rappresentazione del cibo, spesso animandolo di nuance pop. Nel caso specifico del lavoro esposto per This Is the End, invece, il fotografo mette il cibo in relazione con la morte tramite la riproduzione fotografica delle ultime cene dei condannati a morte in America.
C’è poi spazio per analizzare un’altra immagine, prodotta da un maestro di fama internazionale che è entrato nella storia della fotografia per il suo pensiero rivoluzionario: Duane Michals. In un certo senso, Michals nell’immagine Self-Portrait as if I were Dead utilizza la tematica della morte in funzione del suo stile, infrangendo, come è solito fare, le convenzioni della società occidentale.
This Is the End è una mostra illuminante, profonda, che apre gli occhi su una tematica che può essere intesa anche in maniera leggera, anzi leggerissima. La morte, in una parte del mondo, è salutata con gioia e sfarzosità di colori, con un moto vitale che sarebbe da prendere maggiormente in considerazione come approccio esistenziale.
This Is the End/Cortona On the Move
- A cura di Irene Opezzo e Paolo Woods
- Fortezza del Girifalco, via di Fortezza – Cortona (AR)
- dall’11 luglio al 3 novembre 2024
- orari disponibili su cortonaonthemove.com
- intero 7 euro; 18 euro per tutte le mostre del festival
- cortonaonthemove.com
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