Giusto qualche giorno prima che Leica riportasse in vita la sua leggendaria M6 a pellicola, i fan dell’immagine chimica s’erano rinfrancati con le dichiarazioni che Quentin Tarantino aveva rilasciato nel corso di un’intervista in verità non recentissima: in quell’occasione, il regista statunitense paragonava il digitale a un “veggie burger”, ossia a un hamburger vegano.
A rafforzare il concetto, Tarantino (sopra in un cameo nel suo Pulp Fiction) faceva anche l’esempio di un tofu (digitale) al sapore di bistecca (analogica), con ciò intendendo un qualcosa che imita qualcos’altro che in sostanza non è.
Mentre i sostenitori del politically correct discettavano sulla delicata questione dell’accezione negativa indirettamente attribuita a determinate scelte alimentari, i contenuti di quell’intervista sono tornati attuali essendo stati di recente rilanciati da alcune testate straniere.
In realtà Tarantino, nell’ambito di una critica al direttore della fotografia britannico Roger Deakins, fa un discorso un po’ più complesso e articolato, oltre che irriverente come gli si conviene. E contrappone in maniera efficace le due tecnologie, digitale e chimica, ironizzando pure sul fatto che spesso la prima cerchi, con particolari effetti, di imitare la seconda: in particolare se la prende con le aggiunte di grana posticcia o dei finti sfarfallii degli otturatori vintage. Provate a dargli torto…