Grazie all’intelligenza artificiale si possono ormai creare immagini partendo da semplici istruzioni di testo (cosa non sempre priva di inconsuete implicazioni). Non si tratta di tecnologie-gadget: il loro potenziale va ben oltre. Ecco perché non sorprende che Shuttestock, gigante statunitense che distribuisce fotografie, video, musica e risorse per l’editing attraverso l’omonima piattaforma web, abbia annunciato di voler ampliare i suoi accordi con OpenAI.
Lo scopo a breve termine di Shutterstock è di integrare nel proprio sistema l’ultima release di DALL-E, il tool di sintesi generativa text-to-image (acronimo T2I) dei laboratori OpenAI. È il caso di ricordare OpenAI è nata nel 2015 come organizzazione non-profit per promuovere la ricerca etica sull’intelligenza artificiale, con la finalità di ridurre i rischi a quest’ultima connessi e di renderne l’operato utile e amichevole per l’umanità (perciò si parla di friendly AI); fra i fondatori annovera Elon Musk, e dà libero accesso ai propri brevetti e studi, oltre a collaborare con ricercatori ed enti.
In realtà è già dal 2021 che Shutterstock partecipa allo sviluppo dell’algoritmo DALL-E (che nasceva giusto il 5 gennaio di quell’anno), necessariamente istruendolo con immagini (e relativi metadati) realizzate da esseri umani. Nell’attesa che gli allievi artificiali superino i loro maestri biologici, si dovrà capire come e dove, nel futuro scenario, si collocheranno la fotografia professionale e le fotoagenzie.
Va da sé che sotto il profilo della tutela del diritto morale d’autore, sia di attribuzione che commerciale, la confusione è globale, anche perché le normative in materia non tengono conto delle nuove tecnologie. E sarebbe un paradosso se i creatori umani di contenuti accettassero supinamente che le proprie opere possano essere liberamente estratte dal web e usate per istruire macchine che, in futuro, potrebbero far loro concorrenza.
Nel frattempo, pare che Shutterstock non venderà più immagini generate dall’AI a meno che queste non siano state create utilizzando il generatore che sarà integrato nella piattaforma, ossia il nuovo DALL-E 2. Inoltre, è disposta a creare un fondo per retribuire gli autori umani quando le loro opere vengono utilizzate come materiale d’addestramento degli algoritmi T2I: una soluzione inedita, che dimostra considerazione per l’attività di fotografi, designer e videomaker, ma che nel lungo termine potrebbe rivelarsi una foglia di fico rispetto alla portata del problema.