Amburgo
Dal 17 marzo al 18 giugno 2023
Natura spettacolare e condizioni di vita estreme: nelle fotografie di Ragnar Axelsson tutta la durezza e la fragilità di luoghi in cui sotto un leggero strato di neve si nasconde il futuro dell’intero Pianeta.
Il surriscaldamento globale è senza dubbio una delle questioni cruciali del ventunesimo secolo e giustamente investe tutte le piattaforme di discussione. Molti sono i fotografi che prendono parte al dibattito. Ognuno a modo suo, con il linguaggio che gli è proprio e dando risalto ai risvolti che reputa più significativi o da affrontare con maggiore urgenza. L’islandese Ragnar Axelsson si occupa da ormai oltre quarant’anni del cambiamento climatico e nello specifico delle sue ripercussioni sulle regioni situate all’estremo Nord del pianeta. Dal 1976 al 2020 ha lavorato per il quotidiano Morgunblaðið , una delle maggiori testate del suo paese. Ma i suoi reportage sono apparsi anche su periodici internazionali come LIFE, Stern, National Geographic, Newsweek e Time. Non ha mancato neppure di farsi conoscere in Italia con qualche mostra collettiva.
Ora però è arrivato il suo grande momento e in Germania sta per essere inaugurata una retrospettiva tratta da un libro che fa un sunto della sua carriera e contiene una serie di immagini inedite. Sia la mostra sia la pubblicazione si intitolano Where the World is Melting e nonostante il volume non sia più disponibile presso la casa editrice (la tedesca Kehrer) esso è reperibile nella sede espositiva, la Deichtorhallen di Amburgo, e ovviamente nel mercato dei libri d’arte usati e da collezione.
Fotografare in condizioni estreme fino ai confini della Terra
Axelsson, 65 anni appena compiuti, appartiene alla vecchia scuola. Incarna perfettamente l’ideale del fotografo che si spinge fino ai confini della Terra e delle proprie capacità. Nel suo caso le condizioni di lavoro estreme sono il freddo, l’isolamento dai centri urbani, l’adattamento a stili di vita che altri definirebbero ‘primitivi’, gli spostamenti in territori ricchi d’insidie – spesso usando mezzi di trasporto tutt’altro che sicuri. Egli stesso pilota d’aereo, raggiunge cacciatori e pescatori là dove solo gli scienziati si spingono: la Groenlandia, le isole Faroe, la Siberia, l’estremo Nord del Canada e della Scandinavia. Si reca in qualsiasi luogo situato sopra il circolo polare artico e la sua esperienza è tanta e tale che è a lui che Paolo Pellegrin dell’agenzia Magnum ha chiesto assistenza per un progetto sul cambiamento climatico.
Dalla neve alle fiamme
Negli scatti di Axelsson compaiono esseri umani e animali che si fanno largo a forza tra la neve per procurarsi da mangiare e che hanno quotidianità fatte di pochi gesti essenziali. E ci sono i paesaggi sconfinati sui quali è leggibile, per chi sa farlo, la portata del surriscaldamento globale. Ghiacciai che si sciolgono e terre che riemergono da sotto la neve, ovviamente, ma anche incendi in regioni dove fino a qualche anno fa erano impensabili. Mutazioni irreversibili, di cui si sono accorte le popolazioni locali che da decenni condividono le proprie preoccupazioni con il fotografo islandese il quale, da giornalista navigato, ne raccoglie e diffonde le storie in un contrappunto di immagini e parole.
La fascinazione di Axelsson per il grande Nord risale a quando era un bambino e per la prima volta sorvolò un ghiacciaio nei pressi del vulcano Öræfajökull, non distante dalla costa meridionale dell’Islanda. In quello stesso periodo si avvicinò alla fotografia, allorquando il padre gli prestò la propria Leica. Da allora non ha mai smesso di scattare in bianco e nero con rare concessioni al colore, come si evince anche dal suo profilo Instagram. Attualmente continua a usare apparecchiatura della casa tedesca e le sue opinioni sui vari modelli, per esempio la SL2 e la M Monochrom (Typ 246), si trovano online.
Lo sguardo attento e sensibile di Axelsson
Tuttavia i mezzi utilizzati dall’autore sono un dettaglio, ciò che conta veramente è il suo occhio e il suo è in grado di cogliere tutte le componenti di una parte di mondo dove pochi esseri viventi riescono a sentirsi a casa. Sa catturare gli sguardi di persone che nell’ambiente che le circonda incontrano ostilità e al tempo stesso dolcezza, oppure l’enigmaticità di animali domestici che poco si distinguono da quelli selvatici. Lo fa da oltre quarant’anni con un unico grande progetto articolato nel tempo e nello spazio, un lavoro che negli anni a venire potrà quasi sicuramente diventare impossibile da realizzare in quanto la terra non sarà più la stessa.
Ragnar Axelsson. Where the World is Melting
- Deichtorhallen Hamburg, Deichtorstrasse 1/2 – Amburgo
- dal 17 marzo al 18 giugno
- martedì-domenica, 11-18
- ingresso gratuito
- deichtorhallen.de
Titolo Where the World is Melting
Formato 24,5×29,4cm
Immagini 149
Pagine 224
Lingua inglese e tedesco
Prezzo 49,90 euro
Editore kehrerverlag.com