Panasonic aggiorna la G9 dotandola di AF ibrido e sensore da 25MP stabilizzato fino a 8EV. Cambia anche il corpo macchina, che abbandona le linee del modello sul mercato dal 2017 per abbracciare quelle adottate dalla recentissima Lumix S5II.
Panasonic ha tolto il velo dalla sua nuova proposta in fascia alta nel segmento delle mirrorless con sensore QuattroTerzi. Si chiama Lumix G9II e subentrerà nel listino ufficiale al posto del modello lanciato nel terzo trimestre del 2017. Rivoluzione più che evoluzione, è il caso di dirlo, poiché di pari passo alle componenti mutano radicalmente anche lo chassis e, di conseguenza, l’ergonomia. Per aggiudicarsela serviranno 1.899,99 euro solo corpo, 2.099,99 euro abbinandola al Lumix G 12-60mm f/3,5-5,6 o 2.499,99 scegliendo il kit con il più specialistico pari focale targato Leica di luminosità f/2,8-4.
Noi di fotocult.it insieme ad altri colleghi della stampa specializzata eravamo presenti a Milano durante la presentazione della mirrorless; ecco dunque alcune nostre prime considerazioni (cui seguirà un test approfondito non appena riceveremo la fotocamera in prova) e un interessante contributo video realizzato in collaborazione con AV Magazine.
Panasonic Lumix G9II: arriva l'AF con rilevazione a contrasto di fase
Dopo aver portato l’AF ibrido sulle full frame è la volta delle QuattroTerzi. La nuova G9II è la prima tra le Lumix con sensore “piccolo” ad abbandonare l’AF a sola rilevazione del contrasto (con tecnologia DFD) per abbracciarne uno abilitato alla ricerca del contrasto di fase. Cresce esponenzialmente anche il numero di punti selezionabili per la ricerca automatica del fuoco, ora 779 selezionabili singolarmente o aggregabili in aree di dimensioni e forme tra le più disparate. La fotocamera è in grado altresì di riconoscere e inseguire animali (tra cui i volatili), cicli e motocicli. Restando in tema di autofocus, come sulla GH6 anche sulla G9II troviamo la modalità Transizione Fuoco, che permette di simulare l’effetto di un follow focus predeterminando tre distanze di messa a fuoco richiamabili durante la ripresa video alternando nella pressione i pulsanti WB, ISO e Compensazione dell’esposizione presenti sulla calotta in prossimità del comando di scatto.
Panasonic Lumix G9II: 25MP, ma anche 50 e 100
25MP in un sensore formato QuattroTerzi non sono una novità assoluta poiché già sdoganati dalla GH6, l’altra mirrorless evoluta targata Lumix e indirizzata prevalentemente alla ripresa video. Si tratta a ogni modo della maggiore densità disponibile per un sensore di dimensioni 13x17mm, sufficiente per garantire immagini con qualità di stampa in risoluzione tipografica (ossia 300dpi) fino al formato di 49x37cm circa. Il nuovo Live Mos della Lumix G9II può essere utilizzato, però, anche per confezionare immagini in risoluzione di 50MP (che si traducono in stampe 70x52cm a 300dpi) o 100MP (stampabili fino a 98x74cm a 300dpi), sempre con rapporto d’aspetto 4:3:. In questo caso il sensore registra otto fotografie in rapidissima sequenza effettuando traslazioni micrometriche in quattro direzioni, catturando informazioni più dettagliate sul colore e raddoppiando o quadruplicando la risoluzione nativa. Lo stabilizzatore posto alla base del Live Mos della Lumix G9II amplia ulteriormente la versatilità della fotocamera portando da 6,5 a 8EV dichiarati il guadagno teorico sui tempi di sicurezza imposti dalla focale utilizzata.
Panasonic Lumix G9II: fino a 75fps. 60 in AF-C
Nel rispetto della tradizione che vede la G9 spiccare per capacità di collezionare scatti a raffica, anche la G9II si presenta al pubblico di professionisti e aspiranti tali con doti “velocistiche” fuori dal comune. La fotocamera colleziona fino a 14fps con otturatore meccanico attivo (12fps abilitando anche la messa a fuoco continua), e raggiunge i 60fps con otturatore elettronico e inseguimento del soggetto. Alla massima cadenza di scatto di 75fps si accede, invece, disattivando la messa a fuoco continua. Non meno importante rispetto alle capacità di collezionare fotogrammi in rapida sequenza è il dato che interessa il buffer di memoria: tra 160 e 200 i file collezionabili senza rallentamenti indipendentemente dal formato immagine scelto, vale a dire RAW o JPG. Insieme al buffer di memoria aumenta pure l’intervallo di acquisizione della modalità Pre-Burst, che passa dai 0,4sec della G9 a 1,5 secondi.
Panasonic Lumix G9II: la ripresa fotografica
Sul fronte dell’elettronica, nonostante l’incremento di risoluzione (almeno in linea teorica, a parità di superficie un sensore più denso è meno efficiente in termini di gamma dinamica e tenuta alle alte sensibilità) è confermata la forbice della scala ISO di 100-25.600, con possibilità di estensione verso il basso fino a ISO 50. Valori, questi, disponibili non solo in modalità fotografica ma anche in video, a patto di non utilizzare i profili HLG o V-Log, nel caso dei quali il limite minimo è, rispettivamente, di 250 e 500 ISO.
Panasonic Lumix G9II: le caratteristiche video
Sul fronte video la Lumix G9 II può registrare fino al 5,7K/60p 4:2:0 a 10-bit sfruttando l’intera larghezza del sensore e in formato Cinema 4K e 4K fino a 60p con campionamento colore 4:2:2 a 10-bit. Collegando poi una SSD alla fotocamera si accede al 5,7K/30p in formato 17:9 con codifica Apple ProRes 422 HQ e alla risoluzione Cinema 4K/60p, sempre in 17:9. Come anche sulla recente Lumix S5, ma pure sulla più datata GH6, il formato Apple ProRes HQ può essere registrato anche sulla scheda di memoria scendendo con la risoluzione al Full HD/60p.
Panasonic Lumix G9II: struttura e comandi
GIà ben equipaggiata sul fronte dei dispositivi di mira fin dagli esordi, l’evoluzione della G9 del 2017 vede crescere appena solamente la risoluzione del monitor articolato sul dorso, ora pari a 1,84MP distribuiti su una diagonale di 3″. Il mirino elettronico, invece, resta l’ottima unità da 3,68MP e 0,8x di ingrandimento equivalenti, con eyepoint fissato a quota 21mm. Una piccola modifica ha interessato, in verità, il sensore di prossimità per la commutazione automatica, che passa dalla parte bassa a quella alta dell’oculare per ridurre gli spegnimenti accidentali del monitor (e la conseguente attivazione del mirino) avvicinando la fotocamera al petto. Come già accennato nell’introduzione, la G9II è strutturalmente identica alla Lumix S5I (perde quindi il monitor di servizio sulla calotta) fatta eccezione chiaramente per l’innesto, che in questo caso non è l’L-Mount, ma il MicroQuattroTerzi. Anche le connessioni sono le stesse della Lumix con sensore da 35mm, quindi troviamo il microfono e le cuffie, l’HDMI di taglia standard e la USB-C. Sul fondello spazio al più recente accumulatore DMW-BLK22, grazie al quale la Lumix G9II riesce a garantire fino a 920 scatti in modalità risparmio energetico e circa 380 inneschi con la funzione Power Safe disattivata.
Panasonic Lumix G9II: prezzo e opzioni d'acquisto
La Panasonic Lumix G9II è disponibile in configurazione solo corpo a 1.899,99 euro, abbinata al Lumix G 12-60mm f/3,5-5,6 a 2.099,99 euro e a 2.499,99 in kit con il Leica 12-60mm f/2,8-4. panasonic.it
Panasonic Lumix G9: primo contatto
Panasonic Lumix G9II: nitidezza e MultiShot Hi-Res
Nell’esempio in alto mostriamo la risoluzione dello scatto singolo da 25MP a confronto con quella del MultiShot Hi-Res da 100MP; come facilmente osservabile visualizzando l’immagine a tutto schermo, il divario a vantaggio del file multiscatto è eclatante (si concentri l’attenzione, in particolare, sul disco di Siemens proiettato dal display dello smartphone). Lo stesso banco di prova è utile per apprezzare l’efficacia del sistema di attenuazione degli artefatti generati dai soggetti in movimento presenti nell’inquadratura durante il Multishot. Sia i passanti sullo sfondo, sia il ramoscello agitato da Emidio Frattaroli, direttore di AV Magazine, sono perfettamente rappresentati nell’immagine (ancorché non perfettamente nitidi per via del tempo di scatto lento utilizzato).
Panasonic Lumix G9II: alte sensibilità
La gamma standard di sensibilità ISO della Lumix G9II va da 100 a 25.600, con possibilità di espanderla verso il basso di un ulteriore EV, quindi fino a 50 ISO. I dettagli al 100% vedono affiancate alcune sensibilità comprese tra 100 e 6400 ISO in JPG. Si noti soprattutto il netto deterioramento nel passaggio tra 3200 e 6400 ISO. È qui che fissiamo la soglia limite di accettabilità per quanto riguarda la qualità d’immagine alle alte sensibilità del formato compresso.
Panasonic Lumix G9II: lo stabilizzatore
Lo stabilizzatore integrato nella Lumix G9II accreditato di 8EV di efficacia nella compensazione del mosso soggettivo ci ha permesso di realizzare questi scatti scendendo fino a 1 secondo di esposizione con l’obiettivo regolato a 100mm (200mm equivalenti). Chiaramente non tutti i fotogrammi della sequenza sono perfettamente nitidi, ma la maggior parte è utilizzabile evitando di esagerare con l’ingrandimento. Valga come esempio l’immagine di riferimento pubblicata per intero (apparentemente perfetta), dalla quale abbiamo tratto uno dei 5 ingrandimenti mostrati nella sequenza in alto.
Panasonic Lumix G9II: l'autofocus










Indipendentemente dal tipo di soggetto selezionato, la Lumix G9II con AF aggiornato con rilevazione del contrasto di fase ha mostrato doti eccezionali in fatto di riconoscimento e di inseguimento. A conferma di quanto affermato ecco due banchi di prova: il primo realizzato grazie alla collaborazione del collega Lino Palena, l’altro approfittando del traffico milanese nell’ora di punta. Che sia un soggetto umano o un mezzo a motore – anche parzialmente eclissato come nel caso del furgoncino marchiato Peugeot – una volta agganciato non è mai più stato perso di vista dalla mirrorless, che ha completato le due sequenze registrando la quasi totalità dei fotogrammi con il soggetto perfettamente a fuoco.

























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