Il ruolo dei costruttori di obiettivi universali nella storia della fotografia è stato finora determinante. I vari Vivitar, Tamron, Sigma, Soligor, Mitakon, Tokina, come più di recente Laowa, 7Artisans, TTartisan, Samyang, Viltrox (e l’elenco potrebbe continuare) hanno proposto alternative economiche agli obiettivi originali, ossia prodotti dagli stessi fabbricanti delle fotocamere.
Se per decenni, salvo eccezioni, le prestazioni degli “universali” sono state inferiori a quelle degli originali, l’avvento del calcolo computerizzato degli schemi ottici, e di tecniche economiche per la produzione di lenti speciali come quelle asferiche, ha portato a una sensibile riduzione del divario. Anzi, a dirla tutta, negli ultimi quindici o venti anni non sono mancati gli universali migliori degli originali: citiamo Sigma su tutti, che con la sua serie Art ha dimostrato una maturità indiscutibile.
Stimoli
Le grandi case produttrici di fotocamere hanno sempre mal sopportato la concorrenza “universale”, ma nessuno ha mai negato che quella fastidiosa spina nel fianco stimolasse la competizione, mantenendo l’intero settore vivace e attrattivo per i fotografi.
Con l’avvento delle mirrorless il panorama è cambiato. I produttori universali hanno avuto campo libero sul fronte Sony, che ha lasciato sostanzialmente aperto lo standard del suo innesto E. Mossa controintuitiva, dato che la Casa arancio nell’ultimo decennio ha dominato il settore giocando d’anticipo sulle mirrorless full frame, e avrebbe potuto sfruttare la posizione dominante. Invece ha “aperto” alle alternative universali, più economiche o più particolari, con il risultato che milioni di fotografi hanno visto nel sistema Sony Alfa un enorme parco giochi nel quale divertirsi a personalizzare il proprio corredo con un occhio anche al budget.
Canon e Nikon, invece, hanno dapprima portato a esaurimento l’eterna sfida sul fronte delle reflex, per poi scendere in campo con le loro mirrorless, trovando Sony già in fuga e il consorzio L-Mount (Leica, Panasonic e Sigma) con ottime proposte, ma numeri ridotti. La strategia iniziale è stata la chiusura verso i produttori di ottiche universali, e vuoi per la complessità dei nuovi protocolli di comunicazione tra fotocamera e ottica, vuoi per il timore di violare brevetti, poche aziende si sono cimentate con gli innesti Canon RF e Nikon Z, complici i numeri di mercato ancora esigui. E chi ci ha provato si è limitato a proporre obiettivi con interfaccia esclusivamente meccanica (Laowa, per esempio). In verità c’è chi, come Samyang, ha proposto qualche ottica autofocus con innesto RF, ma si trattava di obiettivi nati per il sistema reflex (Eos con innesto EF), e adattati alle nuove mirrorless, cosa che pure si evinceva dai relativi dati Exif!
Aria nuova
Ma ora qualcosa sta cambiando. Se negli anni passati Fujifilm aveva destato la curiosità dei produttori di universali senza peraltro stimolare una massiccia proposta di ottiche compatibili con l’innesto X, recentemente il grande lavoro svolto dalla Casa verde con le mirrorless APS-C ha attirato vera e propria attenzione. Perciò sarà molto più probabile vedere una Fujifilm con un universale innestato, il che non è segno di debolezza del marchio: i produttori indipendenti investono laddove più alta è la probabilità di successo, e questo può essere considerato un indicatore dello stato di salute di un marchio “originale”. Parafrasando un motto, tanti universali, tanto onore.
Se il consorzio L-Mount fa quasi storia a sé, comprendendo Sigma che produce sia fotocamere, sia ottiche universali, Nikon sembra stia voltando pagina. Qui diamo notizia del primo universale autofocus con innesto Z. Viene prodotto da Tamron, i cui stretti rapporti con Nikon non sono un segreto. Ciò non implica che Tamron abbia avuto i “codici” in esclusiva: è di questi giorni l’annuncio di alcuni obiettivi Voigtländer con innesto Z, sì a fuoco manuale e diaframma stop-down, ma con il chip per trasmettere distanza e lunghezza focale alla fotocamera, che sarà quindi in grado di assistere nella messa a fuoco e attivare il VR con maggiore precisione. Probabile che a breve altri noti marchi universali si uniranno con le loro proposte, e secondo noi questo favorirà… la diffusione delle mirrorless Nikon.
E Canon?
Al momento quello dell’innesto Canon RF appare come l’ultimo fortino da espugnare, non sappiamo se a causa di brevetti “paralizzanti”. Di certo incide la complessità di un’ingegnerizzazione inversa affidabile nel lungo periodo.
Canon, sin dagli anni Novanta, è sempre stata molto abile a proteggere il proprio innesto EF dagli “attacchi” universali, e appare evidente che con l’innesto per le sue nuove mirrorless questa capacità sia stata ulteriormente affinata. Ma se anche Nikon, dopo Sony e Fujifilm, dovesse confermarsi al centro delle attenzioni dei produttori di ottiche universali, per quanto ancora Canon potrebbe restare un’isola?