New York
Dal 23 febbraio all’8 aprile 2023
Come abbia fatto Mitch Epstein (1952, Holyoke, Massachusetts) a trovarsi di fronte a tante scene inverosimili rimarrà probabilmente uno dei grandi misteri della storia della fotografia. Non solo le sue composizioni sono spesso dense di soggetti compressi nell’esiguo spazio delimitato dalla cornice di un fotogramma, ma si sviluppano attorno ad attività bizzarre e personaggi a dir poco strambi.
Per cinquant’anni Mitch Epstein ha puntato l’obiettivo sull’America, producendo immagini iconiche dei suoi connazionali intenti a godere del loro tempo libero in un’epoca pre-digitale, un tempo in cui ancora non si presagiva l’impatto massivo che l’immagine fotografica avrebbe avuto sulla quotidianità di lì a pochi anni. Meno consapevoli e più spensierati, gli americani di Epstein si sono lasciati fotografare nelle occasioni più inusuali tra il 1973 e il 1988, in una serie intitolata Recreation, che sarà in mostra presso la galleria Yancey Richardson di New York dal 23 febbraio all’8 aprile. La serie completa è stata pubblicata nel 2022 da Steidl in un’edizione aggiornata che amplia la prima pubblicata dalla stessa casa editrice nel 2005.
La nascita di “Recreation”
Con spirito arguto l’autore ritrae un’America di fine Ventesimo secolo a caccia di divertimento e relax, ottenuti il più delle volte per mezzo di soluzioni curiose, divertenti e persino discutibili.
A proposito di Recreation, Epstein ha recentemente dichiarato: “il lavoro nasce tra i primi anni Settanta e i primi anni Novanta dal mio entusiasmo per la fotografia e per il tempo trascorso in mezzo al mondo e alle sfaccettate attività di svago con cui le persone sceglievano di impiegare il loro tempo libero”. Facendo suo l’insegnamento di Garry Winogrand – “Il preconcetto non è tuo amico” – il fotografo approccia il mondo con uno sguardo libero e creativo, iniettando una buona dose di pura energia in tutti i suoi scatti.
La palette di Mitch Epstein
Tra i pochi fotografi che scelsero la via del colore negli anni Settanta, quando la definizione di fotografia fine art era prerogativa delle sole immagini in bianco e nero, Epstein si divertiva a sfruttare una palette di tinte molto sature per enfatizzare l’energia delle sue composizioni. Durante i suoi studi alla Cooper Union di New York, il suo insegnante Garry Winogrand gli disse: “Metti la pellicola a colori nella fotocamera e poi dimentica di avere il colore a tua disposizione”. A partire da quel momento il colore divenne parte del suo linguaggio.
Qualcosa in più su Mitch Esptein
Mitch Epstein (1952 in Holyoke, Massachusetts) ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il Prix Pictet (2011), il Berlin Prize (2008) e un Guggenheim Fellowship (2003). È entrato a far parte della National Academy of Design nel 2020 e il suo lavoro è stato ampiamente esposto e pubblicato negli Stati Uniti. Tra i suoi 17 libri ricordiamo Silver + Chrome (Steidl, 2022), Recreation (Steidl, 2022 e 2005), American Power (Steidl, 2009) e Family Business (Steidl, 2003).
Le sue fotografie fanno parte delle collezioni del Museum of Modern Art, Metropolitan Museum of Art, Whitney Museum of American Art di New York, San Francisco Museum of Modern Art, J. Paul Getty Museum di Los Angeles e della Tate Modern di Londra. Nel 2022 a esposto a Les Rencontres d’Arles, in Francia. Attualmente vive a New York.
Mitch Epstein. Recreation
- Yancey Richardson Gallery, 525 West 22nd Street (New York)
- dal 23 febbraio all’8 aprile 2023
- martedì-sabato, 10-18
- ingresso gratuito
- yanceyrichardson.com