La street è una bella via d'accesso al reportage, si può fare sotto casa, non richiede necessariamente attrezzature costose ed è una scuola di discrezione, di composizione, di tempismo e di ricerca dell'originalità.
Abbiamo rivolto qualche domanda e chiesto qualche consiglio a chi questo genere lo pratica quotidianamente, in alcuni casi da decenni, e ad altissimi livelli, sperando di riuscire a contagiare qualcuno di voi lettori a intraprendere la “strada della fotografia di strada”. Ecco cosa ci hanno risposto Francesca Chiacchio, Giorgio Galimberti, Stefano Mirabella, Eolo Perfido e Martin Parr, che ringraziamo per aver trovato il tempo e l’entusiasmo per condividere con noi e i lettori, esperienza e passione per la fotografia.
Francesca Chiacchio
Francesca ha iniziato a scattare e sviluppare foto mentre studiava ancora architettura a Napoli, in Italia. Si è avvicinata alla Street Photography nel 2017, è membro di un collettivo internazionale chiamato “Through the Lands” e nel 2022 ha ricevuto la Menzione d’Onore da Vineet Vohra nell’ambito della Open Call EYESHOT.
Quale fotocamera usi e perché la ritieni quella più adatta per affrontare questo genere di ripresa?
Scatto con una Fujifilm X-T20, che ritengo essere un buon compromesso per dimensioni, peso ed ergonomia. Inoltre è a ottica intercambiabile, per me un vantaggio rispetto alle fotocamere con obiettivo fisso spesso utilizzate per praticare questo genere di fotografia. Mi sono accostata a Fujifilm principalmente per il timbro immagine, in termini di colori e contrasti, delle sue fotocamere, che a mio avviso si sposa alla perfezione con il genere della street photography.
Particolari preferenze riguardo la focale?
Io utilizzo un 18 mm (che equivale a un 27mm su full frame): di questa focale mi piace l’ampiezza dell’inquadratura e il fatto che si possa fotografare con una profondità di campo tanto estesa da rendere perfettamente a fuoco (e quindi parimenti importanti nell’immagine), ad esempio, due soggetti posti su piani differenti. Cosa meno scontata già con il 35mm, figuriamoci con le focali più lunghe.
Che consiglio daresti a chi volesse approcciare a questo genere fotografico?
La street è come uno sport agonistico, più lo pratichi e più diventi bravo. Consiglio di scattare il più possibile e nelle condizioni più disparate, sia come luce che come contesto. Per me il migliore allenamento è stato partecipare ad eventi, dove le persone sono di solito ben disposte a essere fotografate e si scatta senza avere la pressione della reazione di chi si fotografa. Inoltre, durante gli eventi ci sono anche più occasioni per comporre scene più complesse, con più soggetti all’interno dell’inquadratura.
Le tue immagini sono spesso caratterizzate dalla presenza di luce flash, anche in pieno giorno. Ci spieghi perché?
Dopo i primi anni a scattare in strada, ho iniziato a provare a utilizzare il flash, incuriosita dagli effetti (tra cui quello del “congelamento” del soggetto) ottenibili con questo accessorio. Padroneggiarne l’uso non è stato così immediato e semplice come pensavo, ma ora non riesco quasi più a farne a meno. Mi piace molto, ad esempio, illuminare i soggetti principali della scena lasciando gli altri in penombra, sortendo in questo modo quasi un effetto cinematografico.
Giorgio Galimberti
Giorgio Galimberti nasce a Como il 20 marzo 1980. Da ragazzo si avvicina alla fotografia abbracciando una visione del mondo incentrata prevalentemente sugli effetti della luce sui corpi e sui paesaggi urbani, riprendendo alcuni elementi tipici della street photography. Numerose le sue partecipazioni a mostre personali e collaborazioni con importanti gallerie d’arte Italiane e Internazionali.
Quale fotocamera usi e perché la preferisci ad altre?
Uso Lumix da sempre, da quando Panasonic è entrata nel mondo della fotografia digitale. La prima è stata una GX1 portata a casa da mio padre (Maurizio Galimberti, n.d.r.) che aveva realizzato una campagna per la Casa. Successivamente sono passato a una GX7 mentre ora utilizzo la Lumix G9, che alterno con la GX9II recentemente annunciata. Questa fotocamera (G9) nasce per sport e caccia fotografica ed è quindi molto rapida in fatto di raffica e di risposta dell’autofocus. Entrambi questi fattori, secondo me, risultano utili anche quando si fotografa in strada.
E se non fosse la Lumix G9, quali alternative prenderesti in considerazione?
Andrei su una Leica M (Type 240), oppure una M11 Monochrom.
C’è una focale che ti è più congeniale delle altre?
Scatto preferibilmente con il 12mm f/1,4 Lumix, quello realizzato in collaborazione con Leica. Su full frame equivale a un 24mm. A ogni modo ritengo che ognuno debba usare l’ottica con cui si trova meglio, o grazie alla quale riesce a esprimersi meglio, anche in considerazione del tipo di fotografia che ha in mente di realizzare. Io ad esempio, indipendentemente dalla focale, mi sono affezionato al bianco e nero, che realizzo già direttamente in macchina e a volte senza abbinare il RAW al JPG, tanto sono soddisfatto del timbro immagine che riesco a ottenere con la mia Lumix.
Un tuo pensiero per gli aspiranti fotografi di strada…
Consiglio a chi sa già usare la macchina fotografica di lasciarla un attimo per mettersi alla ricerca di autori da fissare come riferimento. Studiarli, guardare le loro immagini… Cercare di scovare nei loro scatti i loro pensieri. A questo punto sicuramente non mancherà l’ispirazione e la consapevolezza di uno stile da far proprio. In più suggerisco di fidarsi della propria macchina fotografica. Va bene padroneggiare la tecnica, ma certe occasioni non consentono tentennamenti, quindi meglio lavorare in semiautomatismo.
Stefano Mirabella
Stefano Mirabella è un pluripremiato street photographer, Leica Ambassador e docente di fotografia per Leica Akademie e numerose altre realtà fotografiche. Scatta prevalentemente a a Roma, città in cui attualmente vive e lavora.
Quale fotocamera usi e perché la preferisci ad altre?
Dal 2015 uso una Leica Q, con la quale ho un ottimo feeling e che trovo leggera, maneggevole, poco invasiva e molto veloce. Sono tutte caratteristiche che aiutano il fotografo di strada a calarsi con discrezione nelle situazioni che il quotidiano offre per coglierne le infinite sfumature.
C’è una focale che ti è più congeniale delle altre?
La fotografia di strada, per come la intendo io, è un’occasione irripetibile per immergersi nel quotidiano, per osservarlo, viverlo, coglierlo e all’occorrenza reinterpretarlo. Alla luce di questo pensiero, non posso che prediligere focali corte, con le quali entrare direttamente nella scena. Trovo il 35mm un’ottima focale soprattutto per iniziare, mentre il 28mm è sicuramente più impegnativo, ma è quello che personalmente mi regala le migliori soddisfazioni. Uso questa focale da diversi anni, ma ammetto di aver faticato un po’, all’inizio, per abituarmi. Ora non potrei più lavorare in strada senza un 28mm. In pratica questa focale ti “obbliga” ad avvicinarti come e quanto non ti sarebbe mai venuto in mente prima e questo, alla lunga, può diventare un plus non da poco. Se non ti avvicini a sufficienza, con il 28mm rischi di non riempire perfettamente il fotogramma e di conseguenza la tua visione del quotidiano risulterà priva di empatia e di contenuto.
Quale consiglio daresti a chi vuole avvicinarsi a questo genere di fotografia?
Il consiglio migliore che posso dare è quello di prendere la street photography come un’opportunità. Un’occasione per stare tra la gente, per riscoprire la propria città, per tornare ad essere curiosi, attenti, creativi. Chi si innamora della street photography non dà più nulla per scontato e torna ad apprezzare moltissime cose che riteneva ormai di poco valore. Consiglio vivamente, ancor prima di iniziare a fare fotografie in strada, di osservare tutto e sempre, farlo con uno sguardo diverso rispetto al solito. Osservare è tutto!
Eolo Perfido
Eolo Perfido è un fotografo ritrattista e direttore creativo italiano con sede a Roma, Italia. Gestisce uno dei più grandi studi fotografici in Italia e negli ultimi decenni ha collaborato con diverse agenzie di pubblicità e comunicazione internazionali.
Quale fotocamera usi e perché la preferisci ad altre?
La mia preferita è la Leica Q3, perché è compatta, offre un’eccezionale qualità dell’immagine, ha un autofocus reattivo ed è ergonomicamente ben progettata. ll 28mm f/1,7 può essere regolato velocemente in iperfocale e questa caratteristica per me è fondamentale. Non ultimo il sensore da 60MP, di qualità secondo me altissima anche a ISO elevati.
E se dovessi scegliere una fotocamera alternativa?
La mia seconda scelta cadrebbe sulla Leica M11 abbinata al 21mm Leica Super-Elmar f/3.4 ASPH.
La terza, invece, sulla Ricoh GR III, fotocamera ultracompatta che tra l’altro possiedo e che porto sempre con me.
Quale focale trovi più adatta al tuo modo di fotografare?
Il 28mm è un obiettivo estremamente versatile per la fotografia di strada perché mi permette di “costruire” scene complesse, ma pure di realizzare ritratti ambientati efficaci, dove sia percepibile l’essenza del luogo; il contesto gioca un ruolo fondamentale nel definire l’immagine in questo genere fotografico. Al tempo stesso, sebbene non restituisca lo stesso stacco dei piani di un teleobiettivo, con il 28mm della Leica Q3 riesco a realizzare anche ritratti più intimi, complici i 60MP di risoluzione del sensore che mi permettono di realizzare discreti crop dell’immagine.
Chi o cosa ti ispira o ti ha ispirato?
L’imprevedibilità della strada è uno degli aspetti più affascinanti di questo genere. La strada è un palcoscenico in continuo mutamento, dove ogni istante è potenzialmente quello giusto per raccontare storie e immortalare momenti unici. La capacità di costruire immagini diventa un esercizio di osservazione acuta e di intuizione. Come fotografo di strada, impari a scrutare con attenzione tutto ciò che ti circonda, cogliendo dettagli che molti altri trascurano. Ogni persona che incontri, ogni scena che osservi, può trasformarsi in un soggetto fotografico ricco di significato. Un’attenta osservazione ti permette di catturare l’essenza anche delle situazioni quotidiane, trasformando momenti ordinari in immagini straordinarie. E poi non nascondo che poche cose riescono a farmi stare meglio della piacevole sensazione di girovagare senza meta lungo le strade delle città.
Quale consiglio daresti a chi vuole avvicinarsi a questo genere di fotografia?
La street photography è una disciplina intrisa di sfide e fallimenti. I fotografi più abili, in realtà, non fanno altro che sbagliare meno degli altri. Le immagini più significative e potenti emergono spesso in quel delicato equilibrio tra un tentativo e l’altro, trovandosi a metà strada tra la perseveranza e l’ispirazione spontanea. Non si può aspirare all’eccellenza senza immergersi in un processo costante di pratica e apprendimento. Così come impari ad accettare e gestire i momenti di sfortuna, devi imparare a riconoscere e accogliere anche quelli di fortuna. In questa arte, ogni passo, ogni scatto mancato, è un tassello essenziale nel cammino verso la maestria.
Martin Parr
Martin Parr è un fotografo inglese, riconosciuto tra quelli meno politicamente corretti di sempre e di certo tra i più influenti. Negli anni ’90 viene presentato da Cartier-Bresson alla prestigiosa agenzia di fotografia Magnum, alla quale viene ammesso anche se con non poche controversie. Molto attento alle questioni politiche, Parr ha scattato fotografie in quasi tutti gli angoli del mondo.
Quale fotocamera usi e perché la preferisci ad altre?
Uso ancora una Canon Eos 5D, abbinata al Canon EF 24-70mm f/2,8 L. Trovo questa combinazione adatta a coprire qualsiasi situazione.
E c'è una focale che trovi più congeniale rispetto alle altre?
Solitamente scatto con focali intorno a 35mm. Quelle che secondo me riflettono in modo più simile possibile ciò che vede l’occhio umano.
Cosa o chi ti ha ispirato nella tua carriera?
È osservare il mondo reale qui fuori che mi ispira. Se invece parliamo di altri fotografi ti rispondo Tony Ray-Jones e Garry Winogrand. Mi fanno emozionare.
Qualche trucchetto o consiglio ai giovani street photographer?
Non arrendetevi mai, alla fine capiterà una situazione che renderà la vostra foto fantastica.
Ecco i link ai siti dei fotografi che hanno contribuito a questo articolo.