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Home MOSTRE & CONCORSI MOSTRE FOTOGRAFICHE ARCHIVIO

Viaggio tra i viaggi di Luigi Ghirri

Al MASI Lugano una mostra fotografica dedicata ai viaggi reali e immaginari di Luigi Ghirri, fotografo e pensatore della fotografia.

Redazione Fotocult di Redazione Fotocult
14 Agosto 2024
in ARCHIVIO
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Luigi Ghirri, Rimini, 1977. © Eredi di Luigi Ghirri. Mostra fotografica MASI Lugano
Luigi Ghirri, Rimini, 1977. © Eredi di Luigi Ghirri

Lugano (Svizzera)

Dall’8 settembre 2024 al 26 gennaio 2025

Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 – Reggio Emilia, 1992) è stato un pioniere e influente pensatore della fotografia e del ruolo del mezzo fotografico nella cultura moderna. La mostra fotografica Luigi Ghirri. Viaggi/Fotografie 1970-1991, in programma al MASI Lugano dall’8 settembre 2024 al 26 gennaio 2025, si concentra sulla fascinazione del fotografo italiano per il viaggio, sia reale che immaginario.

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Attraverso un’accurata selezione di circa centoquaranta fotografie a colori, per lo più stampe vintage degli anni Settanta e Ottanta provenienti principalmente dagli Eredi di Luigi Ghirri e dalla collezione dello CSAC di Parma, la mostra offre al pubblico l’occasione di scoprire non solo gli scatti più noti, ma anche quelli meno conosciuti.

Luigi Ghirri, Versailles, 1985. © Eredi di Luigi Ghirri. Mostra fotografica MASI Lugano
Luigi Ghirri, Versailles, 1985. © Eredi di Luigi Ghirri

Luigi Ghirri: la fotografia per analizzare tutti i volti del viaggio

Fin dai suoi primi progetti, all’inizio degli anni Settanta, Ghirri si è ispirato al viaggio, sia come concetto che come fonte di immagini, dalle gite domenicali nei dintorni della sua città natale, Modena, che egli definiva “avventure minime”, fino ai viaggi verso le mete turistiche più frequentate. Ghirri ha inoltre indagato l’idea stessa di viaggio attraverso fotografie di mappe, atlanti, pubblicità per il turismo e cartoline, nonché di turisti che si godono il panorama in vacanza. Le sue fotografie suscitano una riflessione sul modo in cui la fotografia sia arrivata sempre più ad inquadrare e condizionare l’esperienza di un luogo.

Luigi Ghirri. Viaggi/Fotografie 1970-1991: andata e ritorno

Il percorso espositivo al MASI invita il pubblico a stabilire liberamente pause, collegamenti e connessioni tra pensieri e immagini. In questa scelta risuona l’approccio di Ghirri verso l’opera fotografica, concepita come viaggio che continua oltre la singola fotografia e richiede l’approccio critico e l’interpretazione di chi la osserva. Terminata la visita, l’invito è quindi a percorrere l’itinerario della mostra anche a ritroso, ubbidendo a quelli che Ghirri definiva gli “strani grovigli del vedere”.

Luigi Ghirri, Alpe di Siusi, 1979. © Eredi di Luigi Ghirri. Mostra fotografica MASI Lugano
Luigi Ghirri, Alpe di Siusi, 1979. © Eredi di Luigi Ghirri

I primi viaggi di Luigi Ghirri

Fin dai primi brevi viaggi all’inizio degli anni Settanta nelle città dell’Emilia-Romagna, in Italia settentrionale o in Svizzera, Luigi Ghirri è stato attratto da immagini “trovate” nell’ambiente quotidiano, come manifesti e cartoline. Una selezione di questi “Paesaggi di cartone” apre il percorso della mostra al MASI, dimostrando come dei cartelloni pubblicitari possano trasportare un’esotica cascata tra le montagne svizzere o un panorama alpino a Reggio Emilia o, ancora, un mare scintillante a Modena.

Con la loro asciutta presenza, questi paesaggi effimeri raccontano l’ubiquità dell’immagine fotografica negli spazi odierni: “La realtà in larga misura si va trasformando sempre più in una colossale fotografia e il fotomontaggio è già avvenuto: è nel mondo reale”, scriveva Luigi Ghirri nel 1979, evidenziando già allora, con un’analisi precorritrice dei tempi odierni, il rischio di uno svuotamento di senso, “una strana forma di depauperazione sensoriale” legata all’iperproduzione di immagini.

Luigi Ghirri, Modena, 1973. © Eredi di Luigi Ghirri
Luigi Ghirri, Marina di Ravenna, 1972. © Eredi di Luigi Ghirri

Alla profondità di un nitido pensiero critico Ghirri associava l’attrazione verso i luoghi che esemplificano le complesse relazioni della fotografia con la realtà, come nella serie di fotografie In Scala, realizzate a più riprese (tra il 1977 e il 1978, e nel 1985) nel parco a tema Italia in Miniatura a Viserba (Rimini). Il suo interesse per le duplicazioni e le moltiplicazioni della realtà trova qui l’ambiente ideale: le Dolomiti, il Grattacielo Pirelli e la Basilica di San Pietro a Roma possono essere visitati in un rapido tour in cui storia e geografia sono fortemente compresse.

In mostra, una selezione di immagini più esplicitamente dedicate al viaggio raffigura persone in vacanza: il panorama a Hergiswil in Svizzera, uno scivolo e una giostra vuoti al Lido di Spina, un ombrellone ad Orbetello, piccoli specchi in cui controllare il proprio aspetto a Marina di Ravenna. Si tratta di immagini di calma silenziosa, in cui raramente accade qualcosa.

Luigi Ghirri, Rifugio Grosté, 1983. © Eredi di Luigi Ghirri. Mostra fotografica MASI Lugano
Luigi Ghirri, Rifugio Grosté, 1983. © Eredi di Luigi Ghirri

Luigi Ghirri: Viaggi in casa e Identikit

Una sezione intitolata Viaggi in casa comprende la serie Atlante (1973), con dettagli ravvicinati di mappe che Ghirri ha tratto dal suo atlante, “luogo” che per lui descrive tutti i viaggi possibili. A queste immagini si aggiungono quelle di Identikit (1976-1979), un autoritratto privato del fotografo composto da fotografie degli scaffali della sua libreria che mostrano i dorsi dei suoi libri, dischi, mappe, cartoline, ninnoli e souvenir.

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Per tutti gli anni Ottanta, Ghirri ha viaggiato in quasi tutta Italia, realizzando diversi servizi per enti turistici e per il Touring Club Italiano. In quel periodo, il passaggio a una macchina fotografica di medioformato conferì maggiore profondità e chiarezza e colori più vivaci alle sue fotografie, anche se Ghirri continuava a inquadrare i panorami nello stesso modo tranquillo e misurato. Destinati a un vasto pubblico, questi lavori su commissione combinano le immagini stereotipate del genere divulgativo con altre più insolite e particolari.

Luigi Ghirri, Capri, 1981. © Eredi di Luigi Ghirri
Luigi Ghirri, Marina di Ravenna, 1986. © Eredi di Luigi Ghirri
Luigi Ghirri, Lago Maggiore, 1984. © Eredi di Luigi Ghirri
Luigi Ghirri, Arles, 1979. © Eredi di Luigi Ghirri

Così, ad esempio, all’interno del libro Capri (1983) Ghirri ritorna più volte su un particolare ben noto ai turisti, i celebri Faraglioni. Dalla composizione classica alle vedute in cui le rocce si frammentano in specchi, fino alla loro riproduzione su una mappa dipinta su ceramica, i diversi modi in cui Ghirri fotografa questa immagine turistica simbolica rivelano la sua delicata sovversione del genere. “Se le fotografie ‘di viaggio’ di Ghirri sembrano talvolta affini alle foto scattate dai turisti, sono tuttavia sempre diverse. Non mira a creare una raccolta di momenti memorabili, né a sottolineare la bellezza o l’importanza di un luogo, ma a costruire un quadro riflessivo di una cultura definita e modellata dalle immagini e dalla loro creazione”, ha dichiarato il curatore della mostra James Lingwood.

La mostra Luigi Ghirri. Viaggi/Fotografie 1970-1991 sarà accompagnata da un catalogo in due edizioni separate (italiano e inglese) con testi di Tobia Bezzola, James Lingwood e Maria Antonella Pelizzari, pubblicato da MACK.

Luigi Ghirri. Viaggi/Fotografie 1970-1991

  • A cura di James Lingwood
  • MASI Museo d’arte della Svizzera italiana/sede LAC, piazza Bernardino Luini, 6 – Lugano
  • dall’8 settembre 2024 al 26 gennaio 2025
  • mar-ven 11-18, gio 11-20, sab-dom-festivi 10-18. Lunedì chiuso
  • intero 20 CHF (circa 21 euro), ridotto 16 CHF (circa 17 euro)
  • masilugano.ch

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