La fotografia di paesaggio è un genere “quattro stagioni”, praticato tanto dai fotografi alle prime armi quanto dai professionisti più affermati. E se vogliamo rappresentare al meglio quello che la natura ci regala, dobbiamo sapere che alcune fotocamere sono più indicate di altre. Dal Micro QuattroTerzi al medioformato, ecco una guida alla scelta delle migliori mirrorless “da paesaggio”.
Le fotocamere adatte alla fotografia di paesaggio non sono necessariamente le agognate full frame, non fanno raffiche eccezionali, non integrano un sistema AF super articolato e non hanno nemmeno una tenuta alle alte sensibilità da primato. Le fotocamere adatte alla fotografia di paesaggio puntano su altre virtù: risoluzione e gamma dinamica. La prima consente di riprodurre il maggior numero possibile di dettagli, la seconda di mostrare i particolari sia nelle zone di ombra sia in quelle più luminose. A puro titolo esemplificativo, nella galleria in basso mostriamo quattro modelli con sensori di altrettante taglie che ben identificano, secondo i criteri di scelta che noi riteniamo più importanti, una mirrorless dalla vocazione paesaggistica.
Dimensioni, ergonomia e sistemi di mira
Non meno importanti, ma più soggettivi, sono gli aspetti legati alla struttura, intesa come peso e ingombro di un corredo, come ergonomia della fotocamera, nonché la sua capacità di funzionare anche in condizioni ambientali limite (leggi basse temperature, umidità o polvere). Facciamo qualche esempio: un amatore, o una persona poco allenata, potrebbe preferire per le escursioni fotografiche in montagna un corredo piccolo e leggero a fronte di qualche rinuncia sul fronte dell’ergonomia e della manovrabilità dei comandi. Al contrario un avventuroso esploratore potrebbe aver bisogno di maneggiare la fotocamera con facilità in qualsiasi condizione climatica, anche con i guanti e con temperature sotto zero, o senza dover temere di danneggiarla fotografando sotto la pioggia; e per questo potrebbe essere disposto a sopportare un maggior carico nello zaino. O ancora, quanti sono soliti osare con le inquadrature non potranno prescindere da un monitor o da un mirino orientabili per gestire la ripresa da posizioni scomode; infine, gli abitudinari dello scatto su treppiedi ad altezza occhi, potrebbero accontentarsi del monitor fisso. Più marginale è il discorso che interessa le connessioni e le funzioni che spesso definiamo “di contorno”, che non devono pesare sulla scelta finale della nostra fotocamera: un comando con funzione di intervallometro è un accessorio che si acquista con pochi euro e supplisce egregiamente all’eventuale assenza della stessa funzione integrata nella fotocamera. Al contrario una fotocamera con poca risoluzione, o non pensata per la fotografia all’aria aperta, quindi tropicalizzata, prima o poi potrebbe rappresentare un limite per il fotografo paesaggista. Come una gamma dinamica non all’altezza potrebbe penalizzare la qualità dell’immagine in situazioni di forte contrasto e così via…
Le dimensioni del sensore: sopra a 1"
Fatta infine la doverosa premessa che ciascuna delle fotocamere citate di seguito può essere utilizzata con soddisfazione anche in altre applicazioni (alcune perfino dinamiche) ecco dunque, formato per formato, dal Micro QuattroTerzi al medioformato, la nostra guida all’acquisto delle mirrorless più indicate per la ripresa di paesaggio. La scelta di non presentare fotocamere con sensore di dimensioni inferiori al QuattroTerzi è dovuta alla scarsa diffusione dei sistemi che ne fanno uso. La qualità, che per impieghi come la fotografia paesaggistica formale per noi di FOTO Cult non può essere inferiore a quella offerta dalle mirrorless Micro QuattroTerzi, è invece un parametro soggettivo. Senza dubbio possiamo realizzare ottime composizioni di paesaggio anche con uno smartphone o una toy camera ma mai, fotografando con uno di questi strumenti, saremo in grado di ottenere uno scatto tecnicamente perfetto; mentre è sempre vero il contrario, ossia che possiamo simulare la resa di una toy camera partendo da un file RAW scattato con una medioformato da 100MP. Ecco quindi i nostri consigli per gli acquisti rivolti agli appassionati e ai professionisti che amano praticare questo genere fotografico.
Le migliori mirrorless Micro QuattroTerzi per il paesaggio
Se diciamo Micro QuattroTerzi diciamo Panasonic e Olympus, anzi OM System.
Attorno alle fotocamere dei due principali produttori dell’universo QuattroTerzi possono essere costruiti corredi con ingombri e peso generalmente inferiori rispetto agli equivalenti destinati alle mirrorless con sensore di taglia maggiore, quindi APS-C, full frame o Medio formato. Il tutto si traduce ovviamente in maggiore trasportabilità e in un discreto contenimento dei costi a parità di focali a corredo. Nondimeno, condividendo sia la taglia del sensore, sia l’innesto, quello delle mirrorless Micro QuattroTerzi è l’unico caso in cui le ottiche sono intercambiabili tra i sistemi senza limitazioni rilevanti nella fotografia di paesaggio. Ciò significa che chi utilizza Panasonic può “pescare” liberamente anche nel catalogo OM-System e viceversa (senza contare gli obiettivi dei produttori universali come Laowa, Zeiss, Samyang o Sigma). Passando ai “contro”, c’è da dire che la ridotta superficie del sensore (il formato MQT è 1,6 volte più piccolo di un APS-C, circa 4 volte rispetto a un full frame e addirittura inferiore più di 9 volte di un sensore medioformato) non consente di raggiungere risoluzioni elevatissime, pena l’eccessiva compressione della gamma dinamica: la soglia massima raggiunta dal MQT è attualmente a 25MP, appannaggio della Panasonic Lumix GH6. Fermo restando che altre MFT con sensore da 20MP (come le recenti OM System OM-1 e OM-5 o la Lumix G9) sono capaci di toccare 50 o addirittura 80MP in modalità Hi-Res, una tecnica multiscatto basata sullo slittamento micrometrico del sensore. Dato che gli scatti che compongono l’immagine finale vengono effettuati in un lasso di tempo relativamente lungo, tuttavia, le riprese “Hi-Res” vanno eseguite rigorosamente su treppiedi e fotografando soggetti statici, pena la comparsa di artefatti ineliminabili in post produzione.
Alcune immagini scattate utilizzando una fotocamera dotata di sensore in formato QuattroTerzi.
Tornando alla ripresa tradizionale a scatto singolo, va detto che con una fotocamera MQT da 25MP non riusciremo a ottenere stampe maggiori di 36x48cm a risoluzione ottimale, ovvero 300dpi. In casa Panasonic, scegliendo la Lumix GH6 la spesa da sopportare è di 2.200 euro, ma per 1.000 euro – e 5MP – in meno, c’è anche la Lumix G9 con sensore da 20MP, fotocamera che conserva le stesse caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici esterni dell’ammiraglia, riproponendo grossomodo anche la stessa ergonomia. Muovendosi in casa OM-System, senza grosse rinunce in termini di qualità dell’immagine si può preferire alla OM-1 (ammiraglia con sensore stacked dal costo di 2.199 euro, in fascia alta anche per la qualità dei suoi dispositivi di mira e del sistema AF incredibilmente articolato) la media di pari risoluzione OM-5; ha un prezzo solo corpo di 1.299 euro e tra le funzioni extra annovera lo Starry Sky AF per facilitare la messa a fuoco della volta celeste, oltre la modalità di simulazione digitale del filtro a densità neutra LiveND.
Panasonic Lumix G9
Sensore MFT da 20MP, stabilizzato
Processore Venus Engine
Gamma ISO standard 200-25.600
Mirino 3,68MP; ingrandimento 0,83x
Monitor 3″ e 1,04MP, articolato
Dimensioni e peso 137x97x92mm; 658g
Autonomia 400 scatti
Prezzo 1.200 euro solo corpo

Le migliori mirrorless APS-C per il paesaggio
Per risoluzione, gamma dinamica, ma anche nel rapporto dimensioni/peso/ergonomia, una fotocamera APS-C è quella che generalmente offre il miglior compromesso. Fujifilm con la X-H2 e la recentissima X-T5 ha aggredito questa fetta di mercato fissando il record di risoluzione nominale per il formato in questione a quota 40MP. Canon e Nikon propongono invece fotocamere APS-C con sensori di risoluzione compresa tra 33 e 21MP, mentre Sony, ferma alle Alfa 6600 e 6100 del 2019 (ma con qualche novità in rampa di lancio per il 2023) abbraccia lo standard dei 24MP.
Alcune immagini scattate utilizzando una fotocamera dotata di sensore in formato APS-C.
Tra le proposte più interessanti di questo periodo, dunque, fanno buona compagnia alla X-T5 – che in questo contesto preferiamo alla X-H2 per via del corpo più compatto e quindi più facilmente trasportabile – la Canon Eos R7 e la Nikon Z 50 (quest’ultima da preferire alla Z fc e alla Z 30 solo per quanto riguarda l’ergonomia in stile reflex); è vero, offrono parecchia risoluzione in meno rispetto alla Fujifilm, ma se la stampa non è la destinazione finale dei nostri scatti, sono entrambe delle alternative da tenere in seria considerazione per via del prezzo decisamente più abbordabile. Se, infatti, per la Fujifilm X-T5 e il suo X-Trans CMOS servono circa 2.040 euro, la Canon Eos R7 si porta a casa con poco meno di 1.570 euro, mentre per la Z50 ne bastano addirittura 919. Quest’ultima (insieme alla Sony A6100), a differenza delle altre due pretendenti rinuncia però al sensore stabilizzato (non un grosso problema in un genere fotografico dove l’utilizzo del treppiedi è preponderante) e offre un’autonomia appena discreta; un problema risolvibile aggiungendo nella borsa un Power Bank o una batteria di scorta.
Sony A6100
Le migliori mirrorless full frame per il paesaggio
Il formato pieno, o full frame o 35mm, o ancora “formato Leica” è il più gettonato in ambito professionale perché è quello attorno al quale possono essere ancora costruite fotocamere dal buon rapporto peso/ergonomia e in grado di offrire un’eccellente qualità d’immagine sia in termini di risoluzione che di gamma dinamica. Il prezzo di un corredo professionale non è alla portata di tutte le tasche e per un fotoamatore non sarebbe neanche indispensabile farvi fronte. Per questo formato, tra ottiche originali e universali, nuove e usate, il mercato offre il maggior numero di possibilità, soprattutto nel campo dei grandangolari, ossia le focali più utilizzate nel paesaggio. Se consideriamo poi che la risoluzione delle fotocamere di questo formato che noi suggeriamo per il paesaggio spazia tra i 24MP delle Canon Eos R6 Mark II, Nikon Z6 II, Panasonic Lumix S5 e Leica SL2-S e i 60MP della Sony A7R V, passando per i circa 45MP della Canon Eos R5, delle Nikon 7 II e delle Panasonic Lumix S1R e Leica SL2 non è utopistico – alla bisogna – pensare di fotografare con un grandangolo e ottenere l’equivalente di focali più lunghe ritagliando la parte centrale dell’immagine e ottenendo comunque un file sufficiente a una stampa 20x30cm. Insomma, il full frame, soprattutto in ambito paesaggistico è quello che concede maggior libertà al fotografo e permette, mantenendo accettabili ingombri e peso, di fotografare con enorme soddisfazione.
Alcune immagini scattate utilizzando una fotocamera dotata di sensore in formato full frame.
Tra le 24MP appena citate, la Nikon Z6 II (2.099 euro) è l’unica con il sensore BSI retroilluminato, quindi la fotocamera che, a parità di altri fattori, assicura la migliore resa in termini di gamma dinamica. Sia la Lumix S5 (1.680 euro), sia la Leica SL2-S (5.075 euro), possono invece contare sulla ripresa in modalità multiscatto da 96MP di risoluzione. Passando ai sensori full frame da circa 45MP, sia quello della Lumix S1R (2.490 euro) sia quello della Leica SL2 (6.915 euro) che della Nikon Z7 II (3.299 euro) sono sprovvisti del filtro passabasso e, dunque, in grado di sfruttare al massimo il potere risolvente delle ottiche abbinate alla fotocamera. La Lumix e la Leica possono inoltre registrare immagini multiscatto fino a 187MP. Con lo scatto singolo a quota 60MP si conferma nuovamente Sony con il più recente modello A7R V (4.500 euro): equipaggiato come la Nikon Z6 II con un sensore BSI, è anche in grado di registrare immagini in modalità multiscatto (perfino con correzione del movimento) fino a 240MP di risoluzione.
Le migliori mirrorless medioformato per il paesaggio
100 milioni: è il numero massimo di pixel ottenibili a scatto singolo con una fotocamera medioformato. A raggiungere questa vetta sono la Hasselblad H2D 100C e le Fujifilm GFX 100 e 100S, tutte e tre dotate di sensore 44x33mm retroilluminato: quasi doveroso citare questi “mostri” con risoluzione a tre cifre e prezzi di listino a partire da 8.000 euro. In media, con una fotocamera di questo genere, una scheda di memoria da 16GB si esaurisce in circa 120 pose, anche se alcuni file immagine possono arrivare a pesare più di 300MB. Le dimensioni di stampa corrispondono a circa 70x100cm a 300dpi.

Se ci si accontenta della metà della risoluzione, pur restando in ambito altamente professionale si può risparmiare moltissimo: non mancano infatti proposte più economiche come la GFX 50S II di Fujifilm e la X1D II 50C (sempre di Hasselblad), vendute a prezzi compresi tra 4.000 e 6.000 solo corpo. Hanno tutte e due sensori da 50MP, ma essendo distribuiti su una superficie maggiore di 1,7 volte rispetto a un full frame, la qualità ottenibile sul fronte soprattutto della gamma dinamica è da riferimento (sempre a parità di risoluzione). Con 50MP otteniamo stampe da 50x75cm a 300dpi! Particolare attenzione alla scelta dell’obiettivo: su una medioformato con sensore da 33x44mm l’ottica normale, ossia paragonabile al 50mm su full frame, è il 63mm, mentre un 32mm equivale a circa 25mm.
Curiosità: di primo acchito “full frame” può far pensare a un sensore di maggiori dimensioni rispetto a quello chiamato “medioformato”. In realtà sappiamo che non è così: il full frame o 35mm misura 24x36mm, il medioformato almeno 33x44mm, essendoci anche taglie leggermente maggiori. Il nome medioformato (o medio formato) serviva e serve a distinguere i tagli dal 4,5cm al 6x9cm ricavabili su pellicola in rullo tipo 120 o 220 da quelli appartenenti al “grande formato”, con dimensioni dal 10x12cm al 20x25cm ottenibili ovviamente solo con pellicole singole per fotocamere a banco ottico.

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