Completiamo la nostra prova sul campo della rinnovata ammiraglia Sony A1 II con il commento alle misurazioni strumentali eseguite nei laboratori di Image Engineering, l'azienda tedesca collegata a TIPA di cui FOTO Cult è membro dal 2017.
Della Sony A1 II abbiamo scritto dettagliatamente già in occasione del lancio, ma pure nel nostro test dopo aver condotto numerose prove pratiche tra bordocampo e pista: la prova completa della Sony A1 II è un contenuto premium riservato agli abbonati di fotocult.it, ma che potete leggere gratuitamente se non avete ancora usufruito del mese di prova. La consultazione di questi due contenuti e di questo “Lab Test” vi aiuteranno a inquadrare più consapevolmente l’ultima fatica del costruttore giapponese nell’ambito delle ammiraglie full frame. Ma ora riassumiamo brevemente le caratteristiche di questa esclusiva fotocamera dal prezzo di 7.500 euro solo corpo.
Sony A1 II
Sony A1 II: le caratteristiche tecniche principali
La nuova mirrorless full frame di Sony conferma i 50MP di risoluzione del precedente modello, ma è in grado di generare anche immagini fino a 199MP grazie alla modalità multiscatto ad alta risoluzione: il movimento del sensore consentirà ai fotografi anche di scendere fino a 8,5EV al di sotto del tempo minimo di sicurezza imposto dalla focale, senza incappare nel mosso. L’ergonomia della Sony A1 II è di riferimento come lo sono, anche, i suoi sistemi di mira, costituiti dall’EVF ad altissima risoluzione (9,44MP e velocità di aggiornamento a 120fps senza perdita di qualità) e dal monitor con doppio snodo per consentirne sia il ribaltamento verso l’alto e il basso, sia l’estrazione laterale. Riservata principalmente alla fotografia sportiva e naturalistica, questa ammiraglia scatta fino a 30 fotogrammi al secondo (anche con Pre-Burst attivo) in entrambi i formati e mantenendo sempre attivi AE e AF: quest’ultimo è stato implementato con il riconoscimento dei mezzi a motore e degli insetti, che si somma a quello dei soggetti umani e animali. Il comparto video resta al top, assicurando lo standard 8K/30p, 4:2:2 10 bit e il 4K fino a 120fps, oltre una rinnovata schiera di funzioni e strumenti di assistenza alla ripresa. Elencate le caratteristiche tecniche principali, ecco anche un breve carrellata di immagini con alcuni dei punti chiave della Sony A1 II descritti in didascalia. A queste, prima di passare ai grafici e ai relativi commenti, facciamo seguire anche una scheda tecnica sintetica della fotocamera.
- Struttura in magnesio, policarbonato e alluminio
- Risoluzione di 50MP o 199MP con Multishot Hi-Res attivo
- Otturatore meccanico con tempi fino a 1/80.000 di secondo (1/32.000 elettronico)
- Sincro flash fino a 1/400sec o 1/500sec in modalità APS-C
- Cadenza di scatto massima (RAW e piena risoluzione) a 30 fotogrammi al secondo
- Funzione Pre-Capture fino a 1 secondo
- Stabilizzatore fino a 8,5 stop
- Gamma ISO Std. 100-32.000
- Autofocus basato su AI con implementazione del numero di soggetti noti
- Video 8K/30p
- Doppio Slot per CFexpress Tipo A/SD
La tecnologia utilizzata dal laboratorio tedesco è di assoluto rilievo e altamente scientifici sono i protocolli utilizzati per i test, caratteristiche operative che assicurano comparabilità tra i risultati ottenuti su più fotocamere, da diversi operatori e in tempi differenti. È interessante notare che le analisi condotte da Image Engineering di cui daremo conto sono relative ai soli JPG generati dalle varie fotocamere con tutti i parametri standard, insomma così come escono dalla fabbrica. Ciò per due motivi fondamentali: mostrare anche i dati numerici relativi al RAW avrebbe poco senso per le infinite variabili applicabili in fase di sviluppo; puntare l’attenzione sul JPG standard è uno stimolo potentissimo verso le industrie fotografiche affinché i loro prodotti arrivino tra le mani dei fotografi nella loro configurazione ottimale, capaci di produrre immagini della migliore qualità, a prescindere dalle personalizzazioni che i singoli utilizzatori potranno apportare. L’analisi dei RAW, la loro malleabilità, il divario qualitativo con i JPG che un fotografo di medie capacità può evidenziare in fase di sviluppo restano orgogliosamente appannaggio della nostra redazione, la cui analisi verso la fotocamera, sia chiaro, non viene minimamente condizionata o anche solo alleggerita dall’integrazione degli iQ lab – Camera Test (questa la loro denominazione ufficiale).
Sony A1 II: il grafico della risoluzione
Il grafico della Risoluzione mostra la perdita del contrasto (sull’asse verticale y) in funzione della frequenza spaziale espressa in coppie di linee per altezza immagine, indicate dal rapporto LP/PH, ossia Line pairs/Picture height (asse orizzontale x). Più la curva si protende verso destra prima di piegare verso il basso, migliore è la risoluzione a quella data sensibilità. La risoluzione limite per ogni valore ISO può essere trovata laddove la curva attraversa la linea nera spessa, ossia dove il contrasto è pari a 0,1. La linea rosa verticale è un riferimento che rappresenta invece la “frequenza di Nyquist”, ossia il limite teorico massimo di risoluzione, pari alla metà dei pixel in altezza di ogni sensore. La risoluzione della Sony A1 II alla minima sensibilità testata (50 ISO) raggiunge l’88% del massimo teorico misurato al disco di Siemens e 2536 coppie di linee per millimetro risolte.
Sony A1 II come si comporta alle varie sensibilità
Alle risoluzioni superiori la risoluzione rimane buona fino a 800 ISO e decente fino a 1600 ISO, soglia dove pure gli artefatti restano sotto controllo (+36%). Le sensibilità superiori mostrano una riproduzione meno raffinata dei dettagli fini nei passaggi ad alto contrasto: si passa al 39% dell’MTF50 misurato al “disco” dei 6400 ISO (con un +52% di artefatti), al 38% rilevato a 12.800 ISO (e +61% di artefatti).
Sony A1 II: rumore e fedeltà cromatica
Nella ragnatela qui sopra mostriamo il comportamento della Sony A1 II in termini di comparsa del rumore a varie sensibilità ISO (rappresentate nel grafico dalle linee colorate) in funzione della luminosità dell’immagine target, che è indicata dalla densità dei cerchi posizionati lungo la circonferenza. Quelli più scuri rappresentano le aree in ombra di un’immagine, mentre i più chiari indicano le alteluci. Maggiore è l’area circoscritta dalle linee colorate, maggiore è il rumore. Nel caso della Sony A1 II, il rumore quando l’immagine è osservata su un monitor da 96ppi, con ingrandimento al 100% e da 50cm di distanza, è ben contenuto fino a 1600 ISO, percettibile da 6400 ISO e visibile solo da 12.800 ISO.
La riproduzione del colore è mostrata nel grafico qui sopra in due modi. Con i tasselli colorati si confronta un colore di riferimento (la metà destra) con quello riprodotto dalla fotocamera (rappresentato della metà sinistra). Nella tabella inferiore, invece, sono riportati i valori numerici dello scostamento cromatico tra il target di riferimento e la riproduzione cromatica della fotocamera. I marcatori in rosso indicano forti deviazioni di colore, quelli in verde chiaro una deviazione evidente e in verde scuro sono invece evidenziate le deviazioni di entità moderata. La riproduzione del colore della Sony A1 II è dunque da considerarsi ottima, giacché a 50 ISO sono appena due i colori che si discostano fortemente dall’originale.
Sony A1 II: come si piazza in classifica
Il punteggio finale assegnato a ciascuna fotocamera è differenziato per fotografia e video ed è determinato per il 60% dalle misurazioni oggettive effettuate in laboratorio in condizioni controllate (risoluzione e riproduzione dei dettagli, nitidezza e riproduzione del colore, rumore visivo). Pesano un ulteriore 20% le valutazioni soggettive espresse rispetto a una checklist di componenti e soluzioni (ergonomia, sistemi di mira, archiviazione, autonomia, organizzazione del menu…). L’ultimo quinto viene determinato dall’analisi comparativa dei dati espressi in scheda tecnica.
Test in laboratorio | Valutazioni soggettive | Analisi comparata scheda tecnica |
60% | 20% | 20% |
Modello | Punteggio (foto) |
Fujifilm GFX100 II | 81 |
Sony A7R V | 81 |
Sony A1 | 80 |
Sony A1 II | 80 |
Fujifilm GFX100S | 79 |
Nikon Z9 | 79 |
Sony A7C II | 79 |
Canon Eos R3 | 78 |
Canon Eos R5 Mark II | 78 |
Canon Eos R6 Mark II | 78 |
Fujifilm X-H2 | 78 |
Nikon Z8 | 78 |
Sony A9 III | 78 |
Nikon Z6 III | 77 |
Nikon Z7 II | 77 |
Nikon Zf | 77 |
Sony A7 IV | 76 |
Fujifilm X-S20 | 75 |
OM OM-1 | 75 |
Panasonic Lumix S5 II | 75 |
Modello | Punteggio (video) |
Sony A1 II | 87 |
Canon Eos R5 Mark II | 84 |
Nikon Z6 III | 84 |
Nikon Z8 | 84 |
Panasonic Lumix S5 II | 84 |
Sony A1 | 84 |
Sony A7R V | 84 |
Sony A9 III | 84 |
Fujifilm X-H2 | 83 |
Fujifilm GFX 100 II | 82 |
Nikon Z9 | 82 |
Sony A7 IV | 82 |
Nikon Z7 II | 81 |
Canon Eos R6 II | 80 |
Fujifilm X-S20 | 80 |
Sony A7C II | 80 |
Canon Eos R7 | 79 |
Fujifilm X-H2S | 79 |
Leica SL3 | 79 |
Nikon Zf | 79 |
Sony A1 II: il verdetto di fotocult.it, direttamente dal nostro test
La Sony A1 II fa la differenza nelle applicazioni in cui contano velocità operativa, elevata cadenza di scatto e una rapida risposta in autofocus, migliorando entro certi limiti anche nella tenuta a medi e alti ISO (i valori più sfruttati da chi lavora con tempi di scatto molto rapidi). Al di fuori di queste applicazioni le alternative più “universali” in casa Sony non mancano.
Tra le più temibili concorrenti inseriamo la Nikon Z8 (non possiamo trascurare la differenza di prezzo al netto delle caratteristiche delle due fotocamere) e la Sony A9 III, che qualche “sportivo” potrebbe preferire dando più peso – a parità di sistema AF – alla cadenza di scatto piuttosto che all’elevata risoluzione.
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