Nel 1961 Franco Basaglia entrava per la prima volta nel manicomio di Gorizia in qualità di direttore. Era la sua prima esperienza diretta in un ospedale psichiatrico, e subito fu nauseato dalle dinamiche di quella realtà costruita su una logica assurda, dai suoi odori, dal suo carattere violento e discriminante. Non ci pensò due volte a mettere in moto la “macchina rivoluzionaria” che avrebbe smantellato quell’istituzione repressiva, approdando – ben diciassette anni dopo – alla promulgazione della Legge Basaglia (Legge 180 del 13 maggio 1978).
Nel suo processo rivoluzionario Franco Basaglia – insieme alla moglie Franca Ongaro – mise in piedi un’epica campagna di comunicazione di massa, all’interno della quale la fotografia giocò un ruolo fondamentale, un ruolo sociale, politico, di denuncia.
È questo il punto di partenza de “La nuova alleanza tra fotografia e psichiatria”, il libro di Francesca Orsi edito da Mimesis.
Le 234 pagine del volume uniscono la riflessione storica all’analisi della fotografia come mezzo di comunicazione capace di raccontare l’evoluzione del pensiero e della rivoluzione di Franco Basaglia.
Il lavoro parte dalla pubblicazione di Morire di classe di Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin e Gli esclusi di Luciano D’Alessandro, due libri che alla fine degli anni Sessanta – con ritmi e approcci differenti – hanno rivelato al mondo le condizioni dei manicomi.
Attraverso le testimonianze dirette di tredici autori, La nuova alleanza crea un dialogo costante tra passato e presente, tra parole e immagini, esplorando il modo in cui il linguaggio fotografico a proposito della malattia mentale è cambiato nel tempo, passando da un iniziale approccio militante all’autorialità delle narrazioni contemporanee.
La nuova alleanza: interviste con dodici fotografi
La nuova alleanza contiene interviste con Luciano D’Alessandro, Carla Cerati, Gianni Berengo Gardin, Claudio Ernè, Paola Mattioli, Emilio Tremolada, Uliano Lucas, Dario Coletti, Ilaria Turba, Joan Fontcuberta, Javier Viver e Christian Fogarolli, raggruppate in quattro capitoli.
Dopo l’approfondimento sull’ideazione e la realizzazione di Morire di classe e de Gli esclusi il libro ripercorre la significativa fase di rinascita collettiva che coinvolse – oltre ai degenti e al personale degli ospedali psichiatrici – fotografi, volontari, giornalisti, intellettuali e artisti entusiasti di far parte di un importante cambiamento culturale, le cui tracce più evidenti si ritrovano nella simbolica scultura di Marco Cavallo, nelle attività artistiche del Laboratorio P e nel “Collettivo Arcobaleno” di Ugo Guarino.
La nuova alleanza ricostruisce il momento di contatto tra “il dentro” e “il fuori” dei manicomi e la riacquisizione di un’identità e di una dignitosa dimensione quotidiana da parte dei pazienti.
Il percorso del libro si conclude con gli sguardi contemporanei sulla malattia mentale, in un periodo in cui il sentire collettivo è stato rimpiazzato dalla sovraproduzione di immagini e il ruolo dell’artista – e del fotografo – è cambiato radicalmente. In questo contesto si inseriscono, tra gli altri, Joan Fontcuberta e Javier Vivier.
Il primo, insieme a Pilar Rosado, si è concentrato sugli errori commessi dagli algoritmi delle reti neurali generative durante la creazione di nuovi volti a partire dall’archivio di ritratti dello psichiatra catalano Joan Obiols i Vié (1926-1980); il secondo si è “appropriato” dell’archivo fotografico della Salpêtrière (ex ospedale psichiatrico di Parigi) alterandone l’editing per creare una narrazione nuova nel lavoro intitolato Révélations: Iconographie de la Salpêtrière, pris (1875-1918), da cui è tratta l’immagine di copertina de La nuova alleanza.
Titolo La nuova alleanza tra fotografia e psichiatria
Sottotitolo Da Basaglia a oggi
Autore Francesca Orsi
Prefazione di Vanessa Roghi
Formato 13x20cm
Pagine 234
Prezzo 25 euro
Lingua italiano
Editore Mimesis/Sguardi e visioni
Data pubblicazione 14 novembre 2025
ISBN 9791222322919
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