Ci addentriamo, grazie al supporto e ai racconti di Valeria Petitto, responsabile dell’Archivio fotografico della Fondazione Primoli, nelle profondità della produzione fotografica del Conte Giuseppe Primoli, precursore fotografico a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Il Conte Giuseppe Primoli e la fotografia
Quando il Conte Primoli, nei suoi diari, a fine Ottocento, scrive della sua produzione fotografica parla di “fotomania”, una pulsione irresistibile e incontenibile a immortalare la nuova capitale d’Italia, Roma, e ciò che animava la sua vita a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Scriveva, per la precisione, che l’apparecchio fotografico gli si agitava tra le mani e non riusciva a trattenerlo, cambiando il suo sguardo sulla natura e sul mondo. In quel periodo molti erano gli aristocratici fotoamatori, ma la sua produzione si differenziò dalle consuete documentazioni visive di agi, viaggi e lussi e anche dallo stile pittorialista, in gran voga fin dalla fine dell’Ottocento.
Roma Capitale d’Italia nelle fotografie di Giuseppe Primoli
Roma diventa Capitale d’Italia nel 1871 e il Conte Giuseppe Primoli la immortala con uno stile moderno e che sa di progresso. Con le sue fotografie riesce a congelare in immagini il passaggio epocale dai greggi portati a pascolare lungo via del corso a quella che sarebbe diventata poi Roma metropolitana, con tutta la sua espansione urbanistica. Anche se, a dire la verità, quello che lo interessava maggiormente era la Roma mondana, la socialità che animava i salotti dell’alta nobiltà, che andava all’ippodromo di Capannelle per le corse dei cavalli, agli eventi pubblici come il Torneo di Villa Borghese. Con le fotografie di Primoli è arrivata fino a noi anche una parte dell’antica storia di Roma, come le inondazioni del Tevere prima della costruzione dei muraglioni.
Lo stile innovativo di Primoli
Giuseppe Primoli era un attento cronista visivo della vita romana, amava raccontare ciò che accadeva e lo faceva attivamente ritraendo la scena da diversi punti di vista, da molteplici prospettive, puntando il suo obbiettivo anche su chi ne era spettatore, come per il matrimonio di Vittorio Emanuele II o per il Circo di Buffalo Bill nel 1890.
Valeria Petitto, responsabile dell’Archivio fotografico della Fondazione Primoli, ci parla specificamente di questo curioso evento e di come Giuseppe Primoli lo raccontò, producendo un totale di circa quattrocento fotografie.
Avanguardista a cavallo di due secoli e precursore fotografico, Giuseppe Primoli raccontò la modernità della nuova Capitale d’Italia e lo faceva con una strumentazione altrettanto moderna e rivoluzionaria, come ci racconta Valeria Petitto nel contenuto audio a seguire.
Ulteriori informazioni sulla Fondazione Primoli e sul suo archivio fotografico sono disponibili nel sito ufficiale fondazioneprimoli.it.