La chiamano “il cecchino”, perché pazienta, individua il momento giusto e “spara” il colpo perfetto.
Giulia Parmigiani, fotografa professionista classe 1990, si destreggia tra set cinematografici, red carpet e concerti e piazza nel mirino i più celebri volti dello star system internazionale: Emma Stone, Robert Pattinson, Willem Dafoe, Cate Blanchett, Cillian Murphy, Angelina Jolie, solo per citarne alcuni.
Basta scrollare il suo profilo Instagram per ritrovarsi catapultati in un mosaico di icone del grande schermo, fatto di ottime fotografie che in molti casi catturano la spontaneità di un mondo – quello dello spettacolo – generalmente alimentato da pose e recitazione.
Giulia, che attende a lungo e scatta poco, rifugge la raffica dai tempi in cui praticava la fotografia sportiva, perché “con la raffica – dice – l’istante giusto lo perdi di sicuro”.
Grazie ai suoi scatti impeccabili la fotografa romana collabora con alcune delle più grandi case di produzione cinematografiche del mondo, tra cui Universal, Disney, Warner e Netflix.
L’inizio della sua storia professionale risale al tempo in cui, ventenne, seguiva un corso di fotografia facoltativo all’università, quando era iscritta alla Facoltà di Scienze Matematiche di Tor Vergata di Roma per conseguire una laurea in Scienze e Tecnologie per i Media, ottenuta quando di anni ne aveva ventitré. Non è finita lì: Giulia ha approfondito gli studi nel campo del 3D, con un master come Generalist 3D Artist presso la Rainbow Academy, mentre aveva avviato (in parallelo) un’attività di fotografa di eventi e secondo fotografo di matrimoni.
Quando la società di produzione 3D Rainbow le ha messo sotto al naso la proposta di un contratto a tempo indeterminato la giovane fotografa ha scelto di optare per un lavoro di sostituzione su un set cinematografico in Svizzera che sarebbe durato appena una settimana, preferendo una miscela di libertà e precarietà alla prospettiva di un futuro fatto di giornate davanti a un computer.
Era novembre 2013, una manciata di mesi dopo la sua prima esperienza come fotografo di scena per il film Il Pretore, diretto da Giulio Base.
Quello di Belen Rodriguez è stato il primo volto noto su cui Giulia ha puntato l’obiettivo, un Canon 70-200mm f/2.8 regalatole dalla madre per l’occasione. “Ero molto agitata – ricorda – e mia madre mi incoraggiò così, con quello che per me era un obiettivo da sogno”.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, e oggi la fotografa romana ritrae con disinvoltura qualsiasi celebrità; “una volta che inizi”, dice, “qualsiasi soggetto diventa una figurina, a prescindere dalla sua notorietà”.
Oltre all’emozione Giulia ha imparato a gestire un altro aspetto spinoso del suo lavoro: il tempo.
Si adegua ai ritmi frenetici dei concerti e dei festival e a quelli diluiti dei set cinematografici, le cui giornate lavorative, costellate di lunghi tempi morti, durano in genere dalle 10 alle 14 ore.
Spesso, quando “i due mondi” si incastrano per bene in agenda, la fotografa passa direttamente da un concerto a un set, senza dormire, animata da una doppia dose di determinazione e caffè.
Sui set cinematografici Giulia ci arriva con tutte le ottiche di cui dispone per esser pronta a soddisfare qualsiasi richiesta del direttore della fotografia. Altra storia per i festival e i concerti, in cui lavora solo con un 35mm e un 70-200mm. Per essere veloce in qualunque contesto porta sempre con sé due fotocamere (una Sony Alpha 1 II e una Sony Alpha 9 II), talvolta anche tre.
Le abbiamo chiesto di descriverci il suo rapporto con la postproduzione e ci ha risposto che la reputa il 50% della foto, ma che deve occuparsene rapidamente in contesti in cui la consegna degli scatti è immediata (come festival e concerti), o che non può occuparsene affatto quando lavora sui set americani, perché in quel caso non è consentito alterare la foto originale.
In buona sostanza, quando può postprodurre ha poco tempo per farlo e quando ha più tempo le è vietato postprodurre.
Giulia Parmigiani lavora anche con i protagonisti del cantautorato italiano, ed è la fotografa ufficiale di Niccolò Moriconi, in arte Ultimo. “Durante il covid”, ci ha raccontato, “il lavoro era abbastanza fermo, e ho pregato la produzione che si occupa dei videoclip di Ultimo di lasciarmi scattare sul set nonostante ci fosse già un fotografo. Quando consegnai le foto ricevetti un bellissimo messaggio da parte di Niccolò e da allora non abbiamo più smesso di collaborare. Fotografo regolarmente grandi nomi del mondo della musica come Achille Lauro, Elisa e Alessandra Amoroso, seguendoli soprattutto per i loro eventi più importanti, ma l’artista con cui mi trovo meglio è Ultimo e per me lui viene prima di chiunque altro nonostante io sia una freelance”.
Madre di due bambini, Giulia mette nella lista degli aspetti meno piacevoli del proprio mestiere il pochissimo tempo che le resta a disposizione una volta conciliati – non senza difficoltà – lavoro e famiglia. “Vivere a Roma”, aggiunge, “è limitante per ciò a cui aspiro, vale a dire dedicarmi costantemente al cinema internazionale. Di recente ho ottenuto il prestigioso visto O-1 per l’America [visto d’ingresso riservato a persone che possiedono straordinarie qualità e capacità professionali, e abilità in campi quali le Arti, la Scienza o l’Insegnamento, n.d.r.] e mi chiedo spesso come sarebbero andate le cose se fossi nata a Los Angeles o se mi ci fossi trasferita. Tante volte il mio nome è stato proposto per shooting grandissimi, ma gli attori di Hollywood hanno tutti un amico fotografo da privilegiare. Grazie ai tanti lavori svolti sui set ho iniziato ad avere amicizie sparse in tutto il mondo, ma la strada è lunga e complicata”.
Abbiamo domandato a Giulia a chi dovrebbe mostrare il proprio portfolio un giovane e talentuoso fotografo che volesse provare a sfondare nel suo stesso settore.
Ci ha risposto così: “Io ancora mostro il mio portfolio a tutti. Vi assicuro che il mio portfolio ad oggi è degno di nota, ciononostante prendo un sacco di porte in faccia. Quando accade continuo sulla mia strada, faccio comunque il lavoro, anche a mie spese se necessario. Spesso mi capita di non raggiungere un accordo per i red carpet, ma ci vado lo stesso, scatto con grande passione e pubblico le mie foto sui social. Puntualmente, chi aveva rifiutato l’accordo torna da me per comprare i diritti delle mie immagini.
A chi volesse intraprendere una carriera simile alla mia, quindi, consiglio tanta determinazione. Chi è bravo deve dimostrarlo, sempre e a tutti i costi”.

Bio e contatti
Giulia Parmigiani, nata a Roma nel 1990, è un’affermata fotografa freelance di fama internazionale. Collabora con alcune delle più grandi case di produzione cinematografiche del mondo, e il suo lavoro l’ha portata a partecipare agli Academy Awards per la Universal, che nel 2024 ha vinto sette Oscar con il film Oppenheimer.
La fotografia è entrata nella sua vita quando aveva vent’anni, mentre studiava Scienze e Tecnologie per i Media. Ha conseguito un master come Generalist 3D Artist presso la Rainbow Academy, ma successivamente ha preferito intraprendere una carriera da fotografa freelance.
La sua prima esperienza come fotografo di scena risale all’agosto 2013 con il film Il Pretore. Oggi il suo lavoro si divide tra set cinematografici, studi fotografici, concerti e red carpet.
giuliaparmigianiph.com
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