Alessandria
Dal 6 giugno al 15 settembre 2024
Sì, Gianni Berengo Gardin è una delle leggende della fotografia italiana e le sue immagini fanno il giro del mondo ormai da decenni. Eppure, possiamo dire di averle viste tutte? Certo che no, perché si tratta a tutti gli effetti di una produzione sconfinata: basti pensare che il prolifico maestro del bianco e nero ha ben 263 libri fotografici all’attivo.
Gianni Berengo Gardin è nato nel 1930 e il più recente volume che porta la sua firma è datato 2023. Cose mai viste. Fotografie inedite – questo il titolo del libro edito da Contrasto – è frutto di un’accurata revisione che il mastro ha condotto sul suo intero archivio insieme alla figlia Susanna Berengo Gardin e si compone di 114 immagini che, salvo cinque eccezioni, non sono mai state pubblicate in precedenza. Queste fotografie sono state esposte in mostra per la prima volta al Ma.Co.F di Brescia lo scorso anno.
“Cose mai viste” di Gianni Berengo Gardin in mostra alle Sale d’Arte di Alessandria
Dal 6 giugno al 15 settembre, invece, gli estimatori di Berengo Gardin potranno osservare da vicino una sessantina di “cose mai viste”, selezionate da Giovanna Calvenzi e Susanna Berengo Gardin per la mostra presso le Sale d’Arte di Alessandria. Le due curatrici hanno voluto richiamare l’attenzione sugli uomini e sulle donne che il fotografo ha incontrato nel corso del suo lavoro, selezionando un gruppo di immagini che per anni egli ha scelto di non pubblicare, ma che testimoniano, come di consueto, la sua straordinaria maestria.
Saranno in mostra scatti realizzati tra il 1954 e il 2023 in molte città italiane, ma anche a Parigi, Londra e New York, in Francia, Croazia, Ungheria, Spagna, Norvegia, Russia, Cina e Giappone.
Gianni Berengo Gardin: solo un testimone?
Si legge nel comunicato stampa della mostra: “Berengo ama dichiarare che non conta ‘come’ si fotografa ma quello che si fotografa, una dichiarazione di intenti che sottolinea l’umiltà con la quale parla del suo lavoro e annuncia, implicitamente, di voler essere solo un testimone e non un autore. Ma indipendentemente da quello che Berengo desidera, le sue fotografie sono ben più della testimonianza di quanto ha visto: testimoniano anche la sua capacità di raccontare persone ed eventi con rispetto ed empatia, l’involontaria volontà di partecipare a quanto accade davanti al suo obiettivo e una saggezza nella scelta dei momenti e della composizione che hanno fatto di lui (anche contro la sua volontà) un vero maestro”.
Qualcosa in più su Gianni Berengo Gardin
Gianni Berengo Gardin è nato a Santa Margherita Ligure nel 1930. Dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si è stabilito a Milano, dove ha avviato la carriera professionale dedicandosi alla fotografia di reportage, d’indagine sociale, di architettura e di documentazione ambientale. Ha collaborato con le principali testate italiane ed estere, ma si è dedicato soprattutto ai libri, pubblicando più di 260 volumi fotografici. Le sue prime foto sono state pubblicate nel 1954 sul settimanale Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, di cui è stato collaboratore fino al 1965.
Dal 1966 al 1983 ha realizzato, per il Touring Club Italiano, un’ampia serie di volumi sull’Italia e sui Paesi europei. Ha lavorato per l’Istituto Geografico De Agostini di Novara e per l’industria (Olivetti, Alfa Romeo, Fiat, IBM, Italsider, solo per citarne alcune). Dal 1979 al 2012 ha documentato le fasi di realizzazione di molti progetti architettonici di Renzo Piano.
Ha realizzato oltre 360 mostre personali in Italia e all’estero. Ha partecipato alla Photokina di Colonia, all’Expo di Montreal nel 1967 e all’Expo di Milano nel 2015, alla Biennale di Venezia e alla celebre mostra The Italian Metamorphosis, 1943-1968” al Guggenheim Museum di New York nel 1994.
Berengo Gardin ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Premio Scanno per il miglior fotolibro dell’anno (1981) con India dei villaggi, il Premio Brassaï (1990), il Leica Oskar Barnack Award ai Rencontres Internationales de la Photographie di Arles (1995), il Premio Oscar Goldoni per il miglior fotolibro dell’anno con Zingari a Palermo nel 1998, il prestigioso Lucie Award alla carriera (2008), già assegnato a Henri Cartier-Bresson, Gordon Parks, William Klein, Willy Ronis, Elliott Erwitt. Nel 2009 ha ricevuto la Laurea honoris causa in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano, nel 2014 il Premio Kapuściński per il reportage, nel 2017 il Leica Hall of Fame Award.
Le sue immagini fanno parte delle collezioni di importanti musei e fondazioni culturali, tra cui l’Istituto Centrale per la Grafica e il MAXXI di Roma, il MOMA di New York, la Bibliothèque Nationale e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi, il Musée de l’Elysée di Losanna, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid.
Il catalogo Gianni Berengo Gardin – Marengo, 1994, che contiene anche testi dell’esperto di storia napoleonica Giulio Massobrio, sarà presentato nel corso dell’inaugurazione.
La mostra è realizzata da ASM Costruire Insieme e dalla Città di Alessandria, con la collaborazione di Alexala Agenzia Turistica locale per la Provincia di Alessandria.
L’esposizione si avvale del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria nell’ambito del progetto “Alessandria e i grandi maestri della fotografia. La cultura per la comunità e lo sviluppo locale”.
Gianni Berengo Gardin. Cose mai viste
- A cura di Giovanna Calvenzi e Susanna Berengo Gardin
- Sale d’Arte, via Machiavelli, 13 – Alessandria
- dal 6 giugno al 15 settembre 2024
- gio-dom 15-19
- intero 5 euro, ridotto 3 euro
- comune.alessandria.it
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